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Al 26° turno di Serie A1 Umana Reyer Venezia batte la Germani Basket Brescia 68-61. Stessa sorte anche per l’Aquila Basket Trento, che ha la meglio sulla Vanoli Cremona per 89-96. La partita di vertice tra Venezia e Brescia sulla carta doveva essere molto combattuta, ma al contrario è filata via liscia i molte parti dell’incontro, dando pochi spunti per definirla memorabile. Alla fine Venezia ha dimostrato la sua superiorità , allungando in classifica davanti a Brescia, ma si è dovuta guardare con apprensione dal ritorno di Brescia nell’ultimo quarto, che quasi rischiava di compromettere l’intera partita. Buona vittoria anche per Trento, che ha avuto vita difficile contro Cremona anche qui nell’ultimo quarto, dove la Vanoli è andata vicinissima al recupero incredibile dopo una partita giocata nella sua parte centrale con una arrendevolezza giustificabile solo in parte dalla forza di Trento.
VENEZIA – BRESCIA
Sulla carta l’incontro tra due delle prime tre forze del campionato dovrebbe essere, se non proprio equilibrato, quantomeno combattuto. Ma l’inizio di gara esprime un concetto che si distacca molto da quello di ‘equilibrio’. A partire forte è infatti la Reyer, che comincia la gara visibilmente più spigliata rispetto all’avversaria. Soprattutto a far male è la varietà del gioco esibito, che spazia dal tentativo sotto canestro al tiro da fuori con una tale vivacità che la difesa di Brescia nel primo quarto non riesce ad intercettare che pochi palloni prima che questi gonfino la rete del canestro. Soprattutto Haynes si rende protagonista, per Venezia, di tutte le triple(3) messe a segno nel primo quarto, dando il via ad un primo principio di fuga già al termine dei primi 10 minuti (21-15).
La musica non cambia, se non di poco, anche nel secondo quarto. La partita sta lentamente scivolando dalla parte di Venezia, e questo l’allenatore di Brescia, così come tutti coloro che stanno guardando la partita, lo percepisce chiaramente. Tuttavia molte delle sue mosse sembrano avere scarsi effetti sul rendimento della sua squadra. Ne è un lampante esempio il parziale con cui si apre il quarto, un secco 7-0 firmato Reyer che lancia la squadra di De Raffaele verso il +13(28-15) che a metà del quarto è già una sentenza. Nei minuti successivi infatti, sebbene la Germani riesca a far uscire un gioco quantomeno all’altezza della padrona di casa, il distacco rimane sempre uguale senza decisivi sussulti. Solo il canestro di Hunt allo scadere permette a Brescia di andare al riposo sotto di nove punti, 36-27.
Questo potrebbe essere sintomo di un qualche tentativo ispirato di risalire il punteggio, ma nei fatti è solo una goccia d’acqua in mezzo al deserto. Come facilmente prevedibile Venezia non molla un centimetro, rimane sempre concentrata e detta con spietata cadenza ogni azione del gioco. Brescia va sistematicamente in difficoltà , e dopo pochi minuti perde ogni misura del campo riducendosi a disperati tentativi di tripla che si concludono nel nulla. In breve tempo il vantaggio di Venezia tocca i 20 punti (59-39) e a nulla servono le mosse della Germani, che fatica oltremodo per trovare una linea guida da seguire in mezzo ai canestri della Reyer, che va all’ultimo quarto saldamente avanti 59-41.
Ma…proprio alla fine un colpo di scena degno di un film hollywodiano. Brescia infatti si scrolla di dosso quello che a quanto pare era un macigno pesantissimo di pressione, e di punto in bianco mette sotto Venezia recuperando uno a uno i punti che li separano fino al + 5 (62-57) che spaventa tutti i presenti che tutto si aspettavano meno una rimonta così veloce e così ripida. Lo stadio crolla quasi nel silenzio, ma in questa atmosfera cupa il miracolo si interrompe. A pochissimi passi dal traguardo infatti la Germani si blocca e non riesce più a segnare, ci prova ma i risultati non arrivano, e anzi ad entrare sono i punti di Venezia che dopo minuti interi di spavento e ansia torna a mettere distanza tra sé e Brescia, che perde il treno sul tiro libero di Biligha, che mette la parola fine sulla partita. Vince Venezia 68-61.
VENEZIA – BRESCIA  68-61 (21-15; 15-12; 23-14; 9-20)
VENEZIA: Haynes 15, Peric 14, Bramos 10, Biligha 9, Daye 9, Cerella 5, Watt 3, Jenkins 2, De Nicolao 1, Tonut 0, Ress 0, Edgar 0
BRESCIA: M Vitali 16, Landry 10, Moore 10, Hunt 10, Ortner 6, Vitali 4, Traini 3, Moss 2, Sacchetti 0, Fall 0, Mastellari 0
CREMONA – TRENTO
Lotta, sudore e poca fortuna nel primo periodo tra la Vanoli e l’Aquila. Entrambe le formazioni scendono in campo col piglio giusto, riuscendo spesso a sfondare la difesa avversaria ma mancando altrettanto spesso di dare la debita attenzione ai tiratori avversari. I tanti punti del primo quarto gridano a gran voce di un equilibrio che minuto dopo minuto diventa quasi frustrante per le due squadre, che faticano enormemente a trovare una soluzione vincente che possa garantire uno ‘stacco’ su cui basare un tentativo di fuga.
Fuga che però nel secondo quarto diventa finalmente realtà . Una realtà che per Trento è molto più che godibile, dato che in pochi minuti Silins e co. Riescono a fare letteralmente il vuoto dietro di loro, tutto a spese di Cremona che subisce subito un parziale di 9-0 che debilita subito la squadra di Sacchetti, uscita dal primo quarto a quanto pare in evidente debito di ossigeno. Tuttavia il parziale subito, per quanto destabilizzante, non sortisce l’effetto di abbattere mortalmente la Vanoli, che al contrario nel prosieguo del quarto riesce mestamente a recuperare una buona parte dello svantaggio, che dai 16 punti di metà quarto scende ai 10 di fine primo tempo (39-49), comunque tanti ma non abbastanza da far dormire sogni tranquilli a Trento, che ha mancato del killer instict per mettere già un piede sulla linea del traguardo.
E tuttavia il passo è solo rimandato. Nel terzo quarto la difesa di Cremona subisce un duro colpo e l’intero sistema ha un crollo visibile. Trento attacca sfruttando ogni spazio, tentando in ogni modo di rompere l’inerzia della Vanoli che infatti comincia a non trovare più il canestro soprattutto dall’area, compromettendo di molto il proprio coefficiente in fase realizzativa, che infatti subisce un calo non da poco. Ma ciò che preoccupa è la difesa e la fase d’interdizione, troppo ‘ballerina’ per poter opporsi con efficacia. Il + 17 con cui si chiude il quarto in favore di Trento (59-76) non lascia presagire un finale favorevole per la squadra di casa.
L’ultimo quarto infatti si ha la netta sensazione venga giocato solo per obbligo nei confronti del regolamento. Entrambe le squadre sono infatti consapevoli che la distanza di punteggio lascia poco o nessuno spazio per poter ambire seriamente ad un finale scoppiettante. O almeno così si crede… Trento infatti lascia colpevolmente libera Cremona di buttarsi in avanti alla garibaldina e canestro dopo canestro l’adrenalina sale a tal punto che anche la difesa diventa quasi un attacco nei confronti dei portatori di palla della squadra ospite, che ad un minuto dal termine sono avanti di ‘soli’ otto punti dai quindici di metà quarto. A questo punto però anche la speranza lascia il suo corso, e l’ultimo scambio di canestri tra Martin e Sutton non muta di fatto il senso della gara. Vince Trento con un po di fatica 89-96.
CREMONA – TRENTO 89-96  (22-22; 17-27; 20-27; 30-20)
CREMONA: Sims 20, Fontecchio 18, Johnson Odom 17, Ruzzier 15, Portannese 6, Martin 6, Diener 4, Diener 3, Gazzotti 0, Ricci 0, Milbourne 0
TRENTO: Gutierrez 15, Silins 15, Sutton 14, Shields 13, Gomes 12, Flaccadori 11, Forray 9, Hogue 7, Czumbel 0, Conti 0, Franke 0, Lechthaler 0