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“Quando rivedo quel salto che valse l’oro, ovviamente la mia pelle viene pervasa dai brividi. Ero in gara con un solo obiettivo, come fossi un uomo in missione; avevo solo uno scopo in testa, vincere le Olimpiadi. Non mi ero reso conto di essere primo a pari merito con Barshim. Quando si è avvicinato il giudice per proporci un testa a testa, ricordo bene le parole del qatariota: in quel momento non sono più riuscito a contenermi. Quella notte non ho dormito, non ho neanche provato a chiudere gli occhi. Sono rimasto sveglio tutta la notte, avevo dentro un’emozione incontenibile. Ancora oggi faccio fatica a realizzare ciò che è successo. Ho rivissuto ciò che ho passato in questi anni, il dolore e le notti insonni; non ho mai accettato che quell’infortunio (Montecarlo 2016, gli negò la possibilità di partecipare a Rio 2016, ndr) mi avesse negato di arrivare ad alti livelli. Mi hanno motivato i successi arrivati prima del mio. L’ondata positiva ha spinto ognuno di noi, volevamo essere tutti all’altezza. Il gesso mostrato dopo la vittoria? Non potevo farne a meno, è stato il mio stimolo più grande, importante per ricordare cosa avessi passato. Credo che l’oro condiviso con Barshim rappresenti un momento incredibile dello sport; sentiamo spesso episodi di non integrazione, ma l’uguaglianza è un qualcosa di troppo importante per tralasciarla“. Queste sono le dichiarazioni di Gianmarco Tamberi, rilasciate in occasione del ‘Festival dello Sport’, evento organizzato da ‘La Gazzetta dello Sport’. L’atleta azzurro, medaglia d’oro nel salto in alto a Tokyo 2020, è stato protagonista assoluto del format ‘Due metri e mezzo sopra il cielo’, ironico ed emozionato allo stesso tempo.
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