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Atletica, La Torre: “La squadra è carica per le World Relays, serve strategia e coraggio”

Antonio La Torre e Alfio Giomi
Antonio La Torre e Alfio Giomi - Foto Samanta Zucchi/Fidal

L’Italia è pronta per le World Relays di sabato e domenica a Chorzow, in Polonia, tappa fondamentale per le qualificazioni alle Olimpiadi di Tokyo. Il Direttore Tecnico Antonio La Torre, che schiererà 5 staffette e 28 atleti, è intervenuto ai microfoni di Atletica TV: “La squadra è carica e pronta. Scendiamo in pista con cinque quartetti con l’obiettivo di aggiungere altri pass olimpici a quelli della 4×100 donne e 4×400 uomini. Abbiamo immaginato una staffetta mista capace di correre forte già in batteria, perchè quello sarà il momento decisivo per mettere al sicuro il biglietto diretto per Tokyo. A differenza di Yokohama, dove abbiamo sorpreso tutti con Lukudo in ultima frazione, proporremo un quartetto più tipico, con le donne nelle due parti centrali. La concorrenza è elevata, ma l’opportunità va colta”.

La Torre ha poi continuato: “Abbiamo voluto preservare il valore della 4×400 femminile, pur con le assenze di Mariabenedicta Chigbolu e Rebecca Borga, che resteranno in Italia. Nel primo caso si tratta di una scelta strategica e condivisa: dopo un inverno appesantito da problemi di fascite plantare, per lei è importante allenarsi e mettere fieno in cascina. Le compagne l’avrebbero voluta nel gruppo, ma Benedicta saggiamente guarda lontano, alla Coppa Europa e poi a Tokyo. Per Borga si tratta di un problema medico: gli ultimi esami condotti ieri all’Istituto di Medicina dello Sport hanno confermato una sindrome della bandelletta ileo-tibiale. In generale si tratta di un gruppo di grande valore agonistico e umano, capace di accogliere e spronare le new entry (per esempio Petra Nardelli); in allenamento nessuna è disposta a cedere un centimetro, ma è un gruppo “inclusivo”, in cui le più esperte hanno avuto il grande merito di ispirare le nuove arrivate; ricordo che la stessa Borga, che ora è cresciuto moltissimo, era riserva nell’ultima edizione”.

Sulla 4×100 uomini: “Una staffetta di grande qualità e ancora arrabbiata per le spallate tra Lyles e Manenti nella finale di Yokohama di due anni fa. Con il 6.47 di Jacobs – miglior prestazione mondiale indoor dell’anno sui 60 – abbiamo aggiunto ulteriore valore a un quartetto già capace del record italiano. Tortu rientra dopo un inverno tribolato a causa del Covid, e con una classe immensa, il gruppo è consolidato e affiatato. Lo hanno già dimostrato a Doha, dove sono stati in grado di sostituire Desalu con Cattaneo all’ultimo istante e senza sbavature. Di certo è difficile pensare che prima del 29 giugno in tantissimi possano far meglio del nostro 38.11″. La 4×100 femminile? “Amalgama elementi di grande affidabilità con nuove leve di valore. Le donne sono già qualificate, e per questo ancora più ambiziose, hanno già in testa il Giappone e vogliono arrivarci al top”.

Queste le parole, invece, di Raphaela Lukudo: “In squadra c’è la tensione dei momenti che contano. A Doha 2019 ho corso entrambe le 4×400 vedendo sfumare per pochi centesimi due finali mondiali. Non succederà di nuovo. Non vogliamo sbagliare nulla. La competizione interna? Esiste e ci fa bene. Tutte vogliamo il posto da titolare ma quando una compagna di squadra migliora è un vantaggio per tutte. Sappiamo che se il livello medio cresce è più facile affrontare i turni ed essere competitive in finale. E se arriva un bel risultato, tutte lo sentiamo nostro”.

Sulla prima edizione, nella quale Raphaela è stata protagonista: “È un bell’esperimento, personalmente sono contenta di aver corso con gli uomini in quell’occasione. È una bella formula perché la situazione può ribaltarsi a ogni cambio”. Infine ha concluso: “I raduni per noi sono sempre un momento felice. In questo abbiamo lavorato molto sui cambi e provato le diverse combinazioni. È importante conoscere le velocità di ingresso e le caratteristiche dei compagni o delle compagne, il cambio è un momento decisivo. Non vediamo l’ora di far vedere cosa sappiamo fare”.

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