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āAllāOlimpiade di Tokyo lāatletica italiana deve aspettarsi qualche medaglia. A Rio le speranze erano legate solo a uno o due atleti, tra quattro anni dobbiamo avere 7-8 ragazzi in grado di salire sul podioā. A quattro anni dalla prima candidatura alla guida della Federazione italiana atletica leggera e due mesi dopo la delusione dellāOlimpiade di Rio, conclusa senza medaglie, il presidente Alfio Giomi riparte dallo stesso luogo, il centro sportivo Wellness Town di Roma, per spiegare perchĆ© vuole andare avanti.
āQuattro anni fa avevo detto che sarei rimasto alla guida della Fidal per un solo mandato, ma ho deciso di ricandidarmi perchĆ© non sono riuscito a completare il lavoro. Pensavo di poterci riuscire in un quadriennio, ma sono stato presuntuoso: mi candido perchĆ© voglio essere ancora utile allāatletica e per rispetto di chi mi ha dato fiducia quattro anni faā.
Domenica 6 novembre a Ostia Alfio Giomi dovrĆ vedersela con lo sfidante Stefano Mei, che la scorsa settimana in unāintervista allāagenzia Italpress ha definito il numero uno uscente della Fidal un āpresidente-padrone che ha messo troppo spesso bocca nellāambito tecnicoā. āMei non sa perchĆ© non era nelle stanze del palazzo ā osserva Giomi ā Io ho fatto il mio mestiere di presidente: da statuto sono il primo responsabile della conduzione tecnica dal punto di vista strategico e questo ho fatto insieme al consiglio federale, ma non sono mai intervenuto su una scelta di merito. Maiā.
Per completare il lavoro cominciato quattro anni fa, Giomi vuole concentrarsi su tre punti fondamentali, posti al centro del programma elettorale. āIl primo riguarda il settore tecnico ā spiegato il presidente della Fidal ā Vogliamo completare un processo innovativo per un settore partecipato e non dirigistico, vogliamo far crescere il tecnico insieme allāatleta, unāoperazione culturale per rendere piĆ¹ ricco il panorama italiano. Certo, serve anche una struttura centrale che possa garantire il massimo del supporto agli atleti che devono poi partecipare allāOlimpiade. Ecco perchĆ© vogliamo coniugare questi due percorsi, rafforzando la struttura centrale senza dimenticare lāaspetto fondamentale della crescita dei tecniciā.
In secondo luogo Giomi non dimentica affatto le societĆ , āla rete che intercetta i bisogni di tanti ragazzi che altrimenti non saprebbero dove andare. Questo valore deve essere riconosciuto in modo strutturato con leggi ad hoc da parte del governo e del Coni: per questo ci batteremo. E poi interverremo direttamente sulla formazione, perchĆ© oggi una societĆ deve offrire cose diverse da cinquanta anni faā.
Innovazione, dunque, il terzo punto fondamentale del programma di Giomi per il prossimo quadriennio olimpico: āVogliamo costruire una Fidal diversa, innovativa. Quattro anni fa mancavano le strutture, le competenze, le persone, mentre oggi ci sono le basi per farlo. Abbiamo avvito un progetto importante e per la prima volta strutturato, āGenerazione Atleticaā, insieme al Miur e grazie ai fondi garantiti da unāazienda come Auchan. Ecco, bisogna cercare sempre nuove risorse, lo abbiamo fatto anche con un progetto per la lotta al doping finanziato dalla UE e nel 2017 potrebbero entrare tanti altri soldiā.
Risorse da investire al meglio per far tornare grande un movimento ancora scosso dal fallimento dei recenti Giochi Olimpici di Rio. āIn realtĆ abbiamo fatto moltissime cose in questi quattro anni ā sottolinea Giomi con orgoglio ā ma siamo riusciti a comunicarne solo una parte e questa ĆØ una nostra colpa. Ora vogliamo concludere il lavoro, crescere e arrivare a Tokyo con almeno 7-8 atleti da medaglia. PerchĆ© teoricamente nellāatletica puoi anche raggiungere un buon risultato senza salire sul podio olimpico, mettendo 10-12 atleti in finale, ma la statistica dice che a quel punto qualcuno la medaglia deve prenderlaā.
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