Amarcord

Belgio – Italia 0-2: il precedente di Euro 2000 (VIDEO)

Fabio Cannavaro - Foto Doha Stadium Plus Qatar CC BY 2.0

L’Italia è pronta al debutto a Euro 2016, ad attenderla il Belgio. La seconda squadra più forte del mondo, stando al ranking Fifa, contro una che non è neppure nella top ten: a poco servono le quattro Coppe del Mondo alzate al cielo, sono i numeri a parlare. La formazione del ct Antonio Conte parte da sfavorita, nonostante le sconfitte contro i Diavoli Rossi siano solo 4 in 112 anni di storia, arrivate tutte quando la posta in palio era nulla o quasi. Sono solo due gli incroci in una fase finale dell’Europeo: il primo nel 1980 (si giocava proprio in Italia) finì con uno scialbo 0-0, ma è soprattutto l’ultimo, quello dell’Europeo del 2000 quando i padroni di casa erano loro, ad evocare dolcissimi ricordi.

Si gioca a Bruxelles, quando si parla di Italia e Belgio la mente corre veloce a uno dei più grandi drammi sportivi della storia: l’Heysel. Gli azzurri fanno visita alla lapide che commemora le vittime della strage, la gioia per l’esordio vittorioso contro la Turchia si mischia al dolore per i 39 morti. Poi tutti in campo, Zoff sceglie Fiore e Totti a supporto di Inzaghi: mai scelta fu più felice. Bastano sei minuti e il giallorosso, in tuffo di testa, porta avanti l’Italia.

Il resto è sofferenza e difesa, il Belgio comanda le operazioni, ma appena gli azzurri mettono il naso fuori dalla propria metà campo fanno paura. La ripresa segue lo stesso copione tattico del primo tempo, Zoff si sbraccia, ma senza risultato. Se nel primo tempo il gol italiano aveva indirizzato il match, quello della ripresa lo chiude: Fiore scambia con Inzaghi che restituisce la sfera, il trequartista non ci pensa e calcia: destro a giro e palla sotto il sette per il raddoppio. La partita finisce qui, l’Italia si qualifica al turno successivo.

Wilmots e Conte, due dei protagonisti di quella sfida, si rincontreranno a distanza di 16 anni: all’epoca erano sul terreno di gioco, faccia a faccia, pochi metri a dividerli. Stavolta saranno ancora una volta vicini, ma in giacca e cravatta, senza scarpini ai piedi, allenatori delle nazionali di cui fino a poco fa erano simboli. Italia e Belgio è anche questo, due ex giocatori diventati ct delle rispettive selezioni. Ma quello italiano ha già battuto il belga: Conte sa come si fa.

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