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Radostin Stoytchev consegna ad un comunicato ufficiale le sue dichiarazioni dopo la bufera che ha portato al suo esonero dal ruolo di allenatore dell’Azimut Modena. Una serie di giorni non semplici per l’ex tecnico della squadra emiliana che è stato al centro di alcune dichiarazioni dei propri giocatori arrivati nella trasmissione TRC della tv locale.
“Sono successe molte cose del tutto inattese in meno di una settimana e ho preferito aspettare qualche giorno per rispondere alle accuse mosse nei miei confronti da alcuni dei giocatori presenti ad una trasmissione televisiva modenese” sono le parole con le quali il tecnico bulgaro apre la propria lettera scritta perchè “lo devo a me stesso, lo devo alla mia famiglia, lo devo ai tifosi di Modena Volley e lo devo alle persone che in questi giorni mi stanno dando tante manifestazioni di stima e sostegno”.
Dure le parole di Stoytchev nei confronti delle parole che sono state dette dai suoi ex giocatori che sono state l’inizio della fine del rapporto tra allenatore e società: “Quella di martedì sera non è stata una trasmissione di approfondimento sportivo, ma un attacco personale e denigratorio forse organizzato, in cui sono stati riportati fatti in modo parziale e tendenzioso e, a tratti, in modo completamente falso. Un attacco al quale non mi è stata data la possibilità di rispondere in modo contestuale e diretto”.
Dichiarazioni che hanno portato all’esonero: “Il giorno successivo ho ricevuto dalla Società una lettera di recesso dal contratto per “giusta causa” nella quale vengo accusato di gravi inadempienze. In particolare mi si rimprovera una scorretta gestione della condizione fisica dei giocatori e di aver mancato di rispetto al Presidente e al Direttore Generale in occasioni pubbliche”.
Comportamento della società che non è piaciuto al tecnico che non nasconde l’amarezza: “I comunicati pubblici della Società, che riferiscono di un esonero dell’allenatore, nascondono un recesso per giusta causa, chiaramente infondato e attuato con l’unico scopo di non pagarmi i compensi per i prossimi due anni e quelli degli ultimi mesi di questo anno. Non è questa la sede per contestare le accuse che hanno portato al mio allontanamento, ma voglio che si sappia fin d’ora che quelle stesse accuse le ho sentite pronunciare per la prima volta da uno dei giocatori, nel corso di quella trasmissione televisiva e che nessun dirigente della Società mi aveva contestato in precedenza i comportamenti descritti nella lettera di recesso per giusta causa”.
“So che non sono perfetto e non pretendo di esserlo, ma ho sempre lavorato nella convinzione di operare per il bene della società e della squadra. So come mi sono comportato in tutto quest’anno e so come ho lavorato ogni giorno: con impegno, dedizione, professionalità e rispetto nei confronti di tutti” sono le parole con le quali prosegue Stoytchev che prosegue con una accusa diretta a Earvin Nagpeth: “Sono abituato ad assumermi le mie responsabilità, ma non posso accettare rimproveri di tipo comportamentale da un giocatore che ha provocato così tanti problemi alla Società e alla squadra con le proprie condotte extra-sportive“.
Un pensiero amaro anche nei confronti del Presidente dell’Azimut Modena, Catia Pedrini: “Allo stesso modo mi sorprende l’accusa di aver mancato di rispetto al Presidente, dal momento che ho sempre avuto grande stima e affetto nei suoi confronti, la stessa stima e lo stesso affetto che lei mi ha dimostrato fino alla sera precedente la firma di quella lettera di recesso”.
Il comunicato è chiuso con un saluto a tutti quelli che lo hanno supportato in questo progetto e nonostante le accuse: “Giocare al Palapanini, nel Tempio del volley, è stato un onore e la cosa che più mi addolora di questo triste epilogo è di non poter portare a termine un progetto importante, ideato dal Presidente Catia Pedrini e nel quale ho creduto in modo assoluto. Grazie a Modena e al pubblico che quest’anno mi ha sostenuto“.