Amarcord

L’angolo del ricordo: Alessandra Sensini, oro olimpico nel vento di Sydney

Alessandra Sensini - Foto: CONI

Alessandra Sensini si presentò ai Giochi di Sydney 2000 come una delle favorite nella corsa all’oro del Mistral, specialità di windsurf. La toscana arrivò in Australia per partecipare alla sua terza Olimpiade. A Barcellona 1992 si trovò a giocarsi una medaglia ma l’inesperienza le fece prendere due squalifiche per partenza anticipata. Fu una delusione, ma Sensini ci riprovò ad Atlanta 1996, da outsider: quella volta non deluse le aspettative, conquistando una meravigliosa medaglia di bronzo. Alle Olimpiadi di Sydney, le prime del nuovo millennio, i tempi erano maturi e Alessandra non voleva perdere altro tempo. Le avversarie principali dell’azzurra erano la tedesca Amelie Lux e la neozelandese Barbara Kendall. Fin da subito parve chiaro che l’oro sarebbe stato una lotta fra loro. Furono infatti loro tre ad occupare le prime tre posizioni, in ordine diverso, nelle prime quattro regate.

Il forte vento complicò la quarta giornata di gare, in cui Sensini fu abile e riuscì a vincere la quinta regata, avvicinandosi alla prima posizione della Lux. L’azzurra si avvicinò ulteriormente alla tedesca il giorno successivo: grazie ad un primo ed un secondo posto, ridusse lo svantaggio ad un solo punto. Ma a tre regate dalla fine, le tre protagoniste erano molto vicine, dando vita ad una lotta sempre più appassionante. Sensini vinse la nona regata e Kendall la decima, ma la tedesca Lux riuscì a mantenere un punto di vantaggio sull’azzurra. Ci si giocava nell’ultima regata, il 24 settembre 2000, dove Alessandra doveva battere la tedesca per vincere il titolo olimpico. L’ultima regata fu un susseguirsi di emozioni: Sensini si portò subito in vantaggio, ma poi trovò un buco di vento e la tedesca riuscì a superarla. L’azzurra recuperò, trovandosi in un entusiasmante testa a testa con la tedesca. Poi però, successe l’imprevedibile: Alessandra Sensini cadde in acqua.

Gli italiani ebbero un sussulto, ma Sensini non avrebbe mai mollato. L’azzurra recuperò la bolina e si rimise all’inseguimento. Lì si capì che Alessandra voleva assolutamente vincere quell’oro: il vento sembrava spingere solo lei, che con un impressionante cambio di passo diede vita ad un rush finale incredibile. Alessandra Sensini tagliò il traguardo per prima: vittoria della regata che significava oro olimpico. A distanza di 48 anni dalla medaglia d’oro di Tino Straulino e Nico Rode a Helsinki la vela tricolore tornava sul gradino più alto di una rassegna a cinque cerchi. La prima donna della vela capace di primeggia ai Giochi, dedicò la vittoria alla madre scomparsa pochi anni prima e si lasciò trasportare dall’Inno di Mameli. Sensini poi vinse altre medaglie olimpiche (bronzo ad Atene 2004 ed argento a Pechino 2008) e tante altre mondiali ed europei, ma il suo nome era già scritto nella storia dello sport italiano, da quell’indimenticabile 24 settembre 2000.

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