Serie A

Atalanta, Gasperini critico: “Non fatto ciò che chiedevo, ci serviva un campione”

Gian Piero Gasperini
Gian Piero Gasperini - Foto LiveMedia/Lisa Guglielmi

Nuove energie ci avrebbero aiutato. Un campione avrebbe portato entusiasmo e stimolato la competitività. Abbiamo avuto delle cessioni importanti, introiti notevoli dalla Champions, ma siamo rimasti molto statici, soprattutto davanti“. Così Gian Piero Gasperini, allenatore dell’Atalanta, torna sulla passata stagione spiegando i motivi del calo di rendimento della squadra. “Negli ultimi due anni, con le risorse a disposizione, era il momento giusto per immettere un nuovo campione come Gomez e Ilicic. Sono arrivati altri profili. Non è stato fatto ciò che chiedevo e ci siamo ritrovati a fare tic-toc al limite per 60 minuti. E in contropiede ci facevano gol” aggiunge Gasperini, non risparmiando critiche alle scelte di mercato dea parte dei Percassi.

“SARA’ UN’ATALANTA DA BATTAGLIA!

Sarà un’Atalanta da battaglia – promette Gasperini –, animata da spirito di rivincita. Uscire dalle coppe ci ha dato rabbia. Vedremo che squadra nascerà”. “Oggi sul mercato l’Atalanta è come in campo: dinamica, coraggiosa, si sbatte, non resta rintanata a Zingonia. Non ha ancora chiuso un affare, ma non ho nulla da rimproverare. Come alla squadra” precisa nell’intervista a La Gazzetta dello Sport il tecnico, che non giudica negativa la passata stagione: “Intanto, è stata la migliore in 115 anni di storia dell’Atalanta, a parte le 5 precedenti. Abbiamo fatto ottime partite come a Vila-real, Lipsia, Manchester, Leverkusen. Abbiamo battuto la Juve a Torino dopo una vita”.

“Abbiamo pagato infortuni, Var e colpe nostre. Ma la squadra non ha mai dato la sensazione di essere cotta. Mai ho dovuto rimproverarla per mancanza di impegno o attaccamento” ha aggiunto Gasperini. Intanto arrivano notizie positive su Zapata:È arrivato, farà subito una risonanza. Dovrebbe aver superato l’infortunio che lo ha condizionato a lungo. Sta bene. Nelle ultime partite rinunciava a calciare e a scattare. Un attaccante non può bluffare: dev’essere a posto per rendere al massimo“.

QUALCHE DISSAPORE

Le squadre si migliorano quando si rafforzano in attacco. Non è un caso che l’Inter abbia ripreso Lukaku e cerchi Dybala, che la Juve abbia investito tanto su Vlahovic. Milan e Napoli uguale. Questo è stato il mio scontro e il mio rammarico: siamo rimasti uguali solo perché segnavamo tanti gol – ha detto il tecnico dell’Atalanta -. E invece, soprattutto negli ultimi due anni, con le risorse a disposizione, era il momento giusto per immettere un nuovo campione, come Gomez ed Ilicic. Sono arrivati altri profili“.

NUOVO MERCATO

La Dea guarda al futuro e sul mercato mette nel mirino Ederson e Pinamonti, e in difesa uno tra Palomino e Demiral sembra di troppo: “Nomi non ne faccio – dice il tecnico -. Dico le due linee guida. Ringiovanire e rafforzarsi. In Inghilterra non acquistano giocatori oltre i 26-27 anni. Noi siamo andati un po’ in là. Ringiovanire e rafforzarsi in genere non vanno d’accordo, a meno che azzecchi il giovane talento o compri un campione“. “Servirà più di una sessione di mercato per crescere – sottolinea Gasperini -. Nel frattempo, daremo battaglia. L’entusiasmo è lo stesso e viene dalla voglia di dare all’Atalanta nuove prospettive. Nessuna crisi del settimo anno. Sicuro”.

I RAPPORTI CON PERCASSI E BERGAMO

Tra noi c’è un rapporto reciproco di stima e gratitudine che non mancherà mai – ha detto Gasperini sul rapporto con i Percassi -. Ho anche detto loro: ‘Forse sono io quello che deve andare via’. Ma non hanno voluto assolutamente accettare la soluzione. Ora ci unisce lo slancio per ripartire. L’ingresso degli investitori americani per me è stata a una grande emozione, per loro un’occasione fantastica. Aver fatto conoscere l’Atalanta nel mondo, fino a Boston, grazie alla squadra, è stato un percorso fantastico. Nei fatti, per me, non cambia nulla. Ho parlato una volta sola, per 5 minuti, con Pagliuca quando è venuto a una partita“.

Forte anche il rapporto con Bergamo: “Se sono ancora qui è per il forte legame con la città. Durante l’ultima partita con l’Empoli, ho percepito forte la richiesta della gente: ‘Rimani a Bergamo’. Questa cosa ha condizionato le scelte, perché io ero veramente pronto a lasciare, se la società avesse voluto”. “Questo affetto e questa fiducia mi hanno trattenuto. Il mio impegno sarà moltiplicato per ricambiare” conclude Gasperini.

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