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Giornata storica per il tennis azzurro a Wimbledon. Sono sei i tennisti italiani che gareggeranno a Londra per il secondo turno dei Championships, dopo una giornata che è comunque costata l’eliminazione di Marco Cecchinato e Lorenzo Sonego. Il semifinalista dell’ultimo Roland Garros, si è arreso al Next Gen australiano Alex De Minaur, ammettendo un pizzico di rammarico: “Sono dispiaciuto perché ho avuto parecchie chance di far girare la partita dalla mia parte, ma resta la soddisfazione per la semifinale raggiunta a Eastbourne e la consapevolezza di poter dire la mia anche su tutte le superfici, erba compresa”.
Tanta delusione anche nelle parole di Lorenzo Sonego, ripescato come lucky loser e sconfitto in quattro set dal californiano Rancho Santa Fe: “Ero avanti di un set e di un break nel secondo e sono calato atleticamente. È stato bravo il mio avversario a salire di livello, mentre io ho preso incisività e lucidità. Queste sconfitte mi servono di lezione, nel terzo set ho avuto i crampi al polpaccio e da quel momento ho pensato più a quello che a giocare. Ovviamente sbagliando”.
DERBY AZZURRO – Al secondo turno ci sarà il derby italiano tra Fabio Fognini e Simone Bolelli. Nonostante il successo contro il giappomese Daniel in quattro set, il tennista di Arma di Taggia dichiara di non aver del tutto recuperato dal problema alla caviglia: “Dopo Parigi mi sono fermato ma ho ancora dolore alla caviglia e di certo l’erba non mi aiuta. La prima partita in uno Slam è sempre delicata, sapevo che il mio avversario mi avrebbe fatto scambiare tanto. Sono partito un po’ lento, poi sono salito di livello. Era importante cominciare bene e portare a casa il match”.
Bolelli scherza sull’ingresso da lucky loser che gli è valso il ripescaggio in tabellone: “Anche al Roland Garros ero entrato al posto di Dolgopolov, dovrò offrigli una cena (ride, ndr). Ho giocato un buon match, cercando di essere aggressivo, di spingere, di prendere campo perché sull’erba non è semplice difendersi. Derby con Fabio? Sarà dura perché lui gioca bene su ogni superficie, ma l’erba può darmi una mano“.