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“Nemo propheta in patria”. Con questa storica locuzione i latini alludevano alle difficoltà delle persone di emergere in ambienti a loro familiari. Ma guai a generalizzare. Sì, perché Cagla Buyukakcay domenica scorsa ha invertito questa tendenza vincendo il WTA International di Istanbul (Trovate l’articolo del match a questo link). Mai nessuna giocatrice turca, prima d’ora, aveva conquistato un torneo WTA. La cavalcata verso il successo è stata anche abbastanza agevole per la 26enne di Adana che ha perso solamente un set durante l’intera kermesse.
“È una sensazione incredibile. Questo è un torneo che gioco da quando avevo 15 anni e ho visto i migliori giocatori del circuito. Quando ero giovane – ha dichiarato Buyukakcay – ho sempre sognato di trionfare. Questa vittoria è qualcosa di speciale per me“. La strada per arrivare fin qui, invece, è stata tutt’altro che agevole: Cagla muove i primi passi nel tennis all’età di 8 anni. Qualche anno dopo si trasferisce ad Istanbul con la madre, la quale ha sempre fatto grandi sacrifici per lei. Inizia la sua carriera da professionista nel 2006 disputando un paio di finali ITF, entrambe perse. Nel 2007 debutta in Fed Cup nel gruppo 3, contro la semi-sconosciuta Marina Novak, tennista del Liechtenstein, vincendo in due set. Un mese più tardi arriva anche il primo titolo ITF ad Istanbul. Ma il salto di qualità è ancora lontano. La svolta arriva nel 2011, quando inizia a lavorare con Can Uner che lei definisce “la sua buona fortuna”. Lo stesso Uner che ha allenato Marsel Ilhan (ex n.77 del mondo, ora 158). Quell’anno l’unica soddisfazione è la vittoria al primo turno di qualificazione agli US Open. Sempre nel 2011 perderà dall’allora 18enne Garbine Muguruza, ora n.4 del mondo. Ma il duro lavoro, nel quale Buyukakcay crede religiosamente, piano piano inizia a darle soddisfazioni: quattro anni tra challenger, ITF, e qualche partecipazione in tornei maggiori, sono un’ottima palestra per Cagla, che nel 2015 aggiunge nuove dimensioni al suo gioco, lavorando sempre diligentemente.
I suoi obiettivi di lunga data erano entrare in top 100 e partecipare al tabellone principale di un importante torneo. Le intenzioni sono state largamente superate: la 26enne da questa settimana sarà n.82 del mondo e in bacheca avrà anche un trofeo. Ora – però – è lecito domandarsi: sarà un punto di partenza o di arrivo?