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Una lotta dura, specie dal punto di vista nervoso. Così potremmo riassumere l’incontro tra Novak Djokovic e Juan Martin del Potro, andato in scena nella sul centrale dell’Abierto Mexicano Telcel Open nella calda serata messicana (mentre in Italia era l’alba). Alla fine è stato l’ex numero 1 del mondo, prima testa di serie del torneo, a spuntarla e a “sopravvivere” al gigante di Tandil, che ha battuto 4-6 6-4 6-4 in due ore e 38 minuti di gioco.
Di fronte a un centrale tutto esaurito, il serbo è stato abile a rimontare e ad agguantare nuovamente un match che sembrava stesse sfuggendogli di mano, addirittura in modo definitivo nel terzo e decisivo set.
Per Nole – che gioca ad Acapulco per la prima volta in carriera grazie a una wild card offertagli dagli organizzatori della manifestazione – si tratta del primo torneo da Melbourne, dalla clamorosa sconfitta inflittagli da Istomin nel secondo turno degli Australian Open. Mentre per del Potro questo è il secondo torneo del suo 2017: il rientro era avvenuto settimana scorsa, a Delray Beach (dove si è arreso solo in semifinale a Milos Raonic, in due set).
Il primo parziale è sembrato riproporci il solito Djokovic distratto e non al meglio, cosa che ci capita di vedere, ormai, da qualche mese a questa parte: buon gioco sì, ma parecchi – troppi frangenti decisi da un’evidente poca lucidità che ovviamente influisce e si ripercuote sulla sua partita, nei momenti salienti. Eccolo quindi rispondere bene in quasi tutti i game di battuta dell’argentino (soprattutto quando fronteggiava la sua seconda), ma perdersi nel finale. Un discorso che può valere anche per la distribuzione dei gratuiti: troppi errori sono stati concentrati nel nono game, quando ha ceduto il proprio servizio (per la seconda e decisiva volta) e quindi consegnato la prima frazione al campione degli Us Open 2009 (e l’ha fatto, manco a dirlo, steccando un dritto).
Anche le statistiche ci parlano chiaro, ed evidenziano la differenza tra i due specie al servizio: 56% di punti vinti con la prima per Nole, contro il 79% del suo avversario (50 a 47 con la seconda, però).
L’andamento del secondo set va letto e interpretato a partire dal bello e rocambolesco punto giocato nel quarto game (è lì che è iniziato a spezzarsi definitivamente l’equilibrio del parziale): superbo pallonetto in slice di del Potro rimasto straordinariamente in campo, Djokovic – in quel momento già avanti 0-30 – che non riesce a rimandarlo dall’altra parte della rete e a guadagnarsi l’occasione per andare a palla break (sarebbero state tre consecutive). È in quel momento che il gigante di Tandil ha conquistato quattro punti consecutivi e ha agguantato il 2-2.
Ma il break per il serbo è soltanto rimandato: un brutto dritto, buttato via largo da del Potro, gliel’ha regalato nel sesto gioco. Del Potro che poi, ritrovatosi sotto 2-5 e 0-40 sul servizio dell’avversario, ha “sfogato” la sua frustrazione con due clamorose risposte vincenti: lì Djokovic è stato bravo a superare il pericolo e a impedirgli di riconquistare il break ceduto poco prima.
Non è stato così abile e fortunato, però, quando si è ritrovato a servire per il set, sul 5-3. Del Potro, grazie a un’incessante pressione in risposta (manovrata soprattutto col dritto), è riuscito a strappare per l’ennesima volta la battuta ed è andato a servire (4-5 sotto) per equilibrare nuovamente il parziale.
Nella volata finale per il set, tuttavia, è l’ex numero uno del mondo a spuntarla: l’argentino, obbligato a dover salvare due set-point, alla fine ha ceduto nuovamente il sevizio. Un set pari, tutto si deciderà al terzo.
I livelli di tensione e intensità hanno raggiunto il culmine nel set decisivo, specie quando Djokovic si è ritrovato sotto 0-40, sul tre pari, e in difficoltà rispetto ai colpi raffinati sfoggiati da del Potro.
Del Potro che – dopo aver conquistato il break grazie a uno splendido passante di dritto piazzato sulla linea, mentre Nole era a rete – l’ha subito restituito nel game successivo, a 30.
“Non è stato il momento ideale per perdere il mio servizio, specialmente considerando che affrontavo un battitore come Delpo“, ha ammesso Djokovic. “Ma nel game successivo ho cercato di mettere meglio a fuoco, giocare la palla e darmi la possibilità di entrare nello scambio. Penso di averlo fatto bene, alla fine”.
La pressione, a quel punto, pesava tutta sulle spalle del sudamericano. Pur avendo salvato un match point, sul 4-5, 30/40, alla fine non ha potuto nulla sul dritto vincente col quale il serbo ha siglato il secondo match point.
Il bell’abbraccio tra i due, a fine partita, ha suggellato quella che per Nole è l’ottava vittoria dell’anno, la dodicesima contro l’avversario odierno. Un Djokovic notevolmente soddisfatto: “Sono veramente orgoglioso della mia prova, quest’oggi, anche se ho rischiato di perdere, specie quando lui ha servito sul 4-3 nel terzo. È stato un match tirato, deciso da pochissimi punti. Bellissimo vedere lo stadio completamente pieno nonostante fosse l’una del mattino. Credo davvero di aver giocato bene. Forse ho solo sbagliato qualcosa dal punto di vista tattico, in alcuni frangenti”.
Adesso se la vedrà con l’australiano Nick Kyrgios, che affronterà per la prima volta nel match di quarti di finale di giovedì notte, e che nel suo match di secondo turno ha battuto Donald Young 6-2 6-4.
Negli altri match di giornata, per quanto riguarda il tabellone maschile, sorpresa Querrey che ha estromesso la testa di serie numero 5 David Goffin, imponendosi nettamente 6-2 6-3. A Marin Cilic è andato, invece, il derby croato contro Borna Coric, regolato in tre set 6-3 2-6 6-3. Vittorie anche per Thiem su Mannarino (7-5 6-3), Johnson sulla wild card Escobedo (7-6 6-3) e Nishioka su Thompson (6-4 3-6 6-0).
Nulla da fare, infine, per il nostro Paolo Lorenzi: per lui appena due game, contro Rafa Nadal (risultato 6-1 6-1 in favore dello spagnolo).