Editoriali

Pillole del direttore da Melbourne: puntata 1

– Condizioni di gioco tendenzialmente più lente. L’impressione è che anche giocatori dal buon servizio facciano fatica e ci siano complessivamente molti più break.

– Allenamento agonistico per Matteo Berrettini. Molto fortunato nel sorteggio che, dopo un periodo lungo lontano da match ufficiali, gli ha consentito di entrare pian piano nel torneo. Adesso con Sandgren sarà un’altra musica.

– Amo Priscilla Hon (da sempre). E Karolina Muchova.

– Mai sottovalutare la versione ‘down under’ di Andreas Seppi. Mai

Djokovic in palla. Si può dire, avendo giocato un match vero. Attendiamo invece di capire qualcosa in più su Federer e Nadal (quando giocheranno match veri).

Fognini fa sempre discutere, ma è oggettivo che le trame di certi match siano appannaggio esclusivo del ligure. Trame da thriller, of course.

– Molto bravo nella gestione del primo set Jannik Sinner. Purcell, che ho ammirato nelle quali (Magerino si sta ancora mangiando le mani, ma avrà modo di rifarsi), può giocare 20-30 minuti in maniera impressionante per poi calare nettamente. E Sinner ha accettato, con grande maturità, di subire qualcosa all’inizio per poi dominare. Atteggiamento da giocatore navigato (a 18 anni).

– Soffrono, come sempre, i giocatori e le giocatrici che sono arrivati/e in fondo la settimana scorsa a livello Atp/Wta. Tranne Rybakina e Yastremska. Devastanti.

– In quali ho visto Alejandro Tabilo. Non lo conoscevo. Vincenti da tutte le parti. Torneo della vita o fuoco di paglia?

– Nonostante le sconfitte nette, direi bene sia Cocciaretto che Trevisan.

Kvitova vola. Gauff decolla.

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