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Maria Sharapova dice addio al tennis, è la fine di un’era

Maria Sharapova - Foto Ray Giubilo

I MIGLIORI PUNTI IN CARRIERA DI SHARAPOVA

Maria Sharapova ha ufficializzato il suo ritiro dal tennis professionistico, a 32 anni, mediante una lunga e significativa lettera. L’ormai ex atleta russa ha scritto pagine importantissime dello sport femminile, mettendo in pratica un gioco aggressivo, elegante e dall’alta efficacia specifica, in toto iconico. Sharapova lascia dopo ben 36 titoli WTA,  fra i quali spiccano, naturalmente, i quattro titoli dello Slam, conquistati fra il 2004 ed il 2012. A segnare la carriera dell’agonista russa è stato anche il dualismo con Serena Williams, la quale è riuscita a frenarla per ben 20 volte su 22 testa a testa, un numero impetuoso, che non ha però frenato psicologicamente la carriera della caparbia Masha.

Il primo titolo WTA conquistato da Sharapova è datato 2003, momento durante il quale la russa sconfisse in finale Anikò Kapros al Japan Open, con il punteggio di 2-6, 6-2, 7-6(5). Da quel frangente in poi, Masha diventerà un rullo compressore, vittoria dopo vittoria, ottenendo grande consenso fra gli addetti ai lavori e suscitando timore per le giocatrici opponenti: una forza della natura. Vincente dopo vincente, Sharapova diventò regina d’Inghilterra mediante la vittoria a Wimbledon del 2004, dopo aver superato, rispettivamente, Daniela Hantuchova, Amy Frazier, Ai Sugiyama, Lindsay Davenport e, curiosamente, Serena Williams nell’ultimo atto.

L’anno 2005 fu quello del primo posto nel ranking mondiale, ad appena 17 anni compiuti, dopo aver giocato e perso una semifinale Wimbledon contro Venus Williams. Il percorso netto di Sharapova continuò nel 2006 con il secondo titolo Slam, questa volta agli US Open, superando in finale l’ostica Justin Henin 6-4, 6-4 e confermandosi come stella luminosa del circuito femminile. Nel 2008 fu il turno degli Australian Open, ottenuti dopo vittorie illustri, fra le quali una nuovamente contro Justin Henin, lasciandole solo tre game, e culminate con il successo in finale contro Ana Ivanovic per 7-5, 6-3. Nel 2012 Sharapova mise a segno il Career Grand Slam, riuscendo a salire sul gradino più alto del podio anche a Parigi e alzando al cielo il trofeo del Roland Garros: dietro di lei soltanto una super Sara Errani, sconfitta attraverso un eloquente 6-3, 6-2. Masha concesse peraltro il bis nello scenario della capitale francese, nel 2014, coronando il suo ultimo sussulto Slam in finale contro Simona Halep, la quale cedette solo dopo tre set con il punteggio di 4-6, 7-6(3), 4-6.

Fra i trionfi della russa, vi sono anche attimi di grande sofferenza, che ne hanno minato naturalmente la fisicità, oltre che la mentalità vincente che l’ha sempre contraddistinta. I vari infortuni alla spalla ed il noto caso di positività al Meldonium (2016, con conseguente squalifica di 1 anno e 2 mesi) hanno rallentato l’ascesa di una delle migliori tenniste che la storia del tennis abbia regalato. Le potenzialità straripanti di Sharapova non si limitavano a colpi sopra le righe con rovescio e dritto, ma ad una prorompenza fisica seconda solo a quella di Serena Williams, per ciò che concerne fluidità atletica e potenza dei colpi stessi. Masha non ha mai giocato un tennis rivoluzionario, bensì figlio dei cambiamenti attuati dalle giocatrici dei primi anni ’00, improntati sulla violenza delle giocate da fondo campo, sul dominio dell’avversaria, pur psicologico. La verità è che parecchie giocatrici, negli anni, hanno dimostrato di poter essere “come lei”, da più punti di vista, soprattutto tattici, ma mai nessuno come Maria Sharapova, unica nel suo genere.

IL MONTEPREMI TOTALE DI SHARAPOVA

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