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Diario di bordo, day 2 Roland Garros 2018: Martina batte anche la febbre, Steto torna a vincere

Martina Trevisan - foto Adelchi Fioriti

A Parigi questa mattina c’è il sole. Dopo aver sbrigato alcune questioni lavorative mi appresto a recarmi al Roland Garros per i secondi match (ore 11.45 circa). Il buon Stefano Berlincioni mi segnala che Trevisan-Abanda sul campo 9 sta per iniziare. Compro il pranzo e prendo la metro in direzione Porte d’Auteuil.

Durante il tragitto in metro inizio a vedere ‘Safe’, mini serie su Netflix consigliatami da mia cugina Carlotta, che ha come protagonista Michael C. Hall (Dexter, per capirci). Nel frattempo però impreco in varie lingue ripensando all’ordine di gioco che, già lo so, mi farà impazzire: Trevisan, Travaglia, Napolitano e Bolelli in contemporanea, peraltro su campi molto distanti l’uno dall’altro. Arrivo e mi piazzo sul numero 9 a seguire il secondo set della Trevisan, che nel primo, mi racconta Stefano, parte particolarmente male (2-5), recupera (4-5) ma finisce per cedere il primo set (4-6). Nella tribuna opposta vedo Tathiana Garbin che incita Martina, ferma sulla propria panchina da circa 10 minuti. La Abanda, infatti, è andata in bagno. Probabilmente quello di casa sua, perché non rientra più. Rientrata finalmente in campo si riprende a giocare, mentre io e Stefano seguiamo il livescore dal maxi schermo ben visibile sul Suzanne Lenglen.

Vado a dare un’occhiata all’inizio del match di Stefano Travaglia contro Enrique Lopez Perez. Cinque break nei primi cinque giochi. Sul 3-2 e servizio per Steto capisco che la strada intrapresa dal marchigiano è quella giusta e torno da Martina. Intanto noto che Napolitano (seguito per la prima volta dall’influenzato, pure lui, Fabio Colangelo), dopo aver annullato 897 palle del 3-0 pesante a Granollers è ora avanti 4-3. Martina lotta, corre, tira e con il dritto mancino incrociato stretto fa impazzire la Abanda. Il secondo set lo chiude 6-4 dopo essere stata sotto 1-3. Nel terzo la Abanda non sa più che pesce prendere e la Trevisan domina portando a casa il suo primo match in carriera a Parigi 4-6 6-4 6-2. Ora affronterà un osso durissimo come l’enfant prodige Marta Kostyuk (classe 2002!). Martina sorride, esce dal campo, abbraccia la Garbin e mi racconta di avere la febbre a 38.3. La intervisto a distanza, per sicurezza, e la mando a prendere la tachipirina (trovate l’intervista alla Trevisan qui).

Napolitano (trovate intervista qui) e Bolelli chiudono in contemporanea. Stefano domina 6-4 6-1, mentre Simone tiene a bdada Robredo (6-4 6-4) dopo essere stato in svantaggio 0-3 in entrambi i set. Corro a vedere gli ultimi punti di Travaglia, che alla fine supera Lopez-Perez in due set combattuti garantendosi la sfida al secondo con Gulbis. Dopo 5 sconfitte consecutive all’esordio ‘Stetone’ è tornato a fare la voce grossa (intervista a Travaglia qui).

Il tempo peggiora e si intuisce che la pioggia arriverà a minuti. Riesco a dare un’occhiata al primo set di Francesca Schiavone contro la tennista-cantante canadese Carol Zhao (dopo aver visto i primi game non mi capacito di come l’azzurra abbia potuto perdere il secondo set). L’applauso del pubblico francese, che ha visto Francesca vincere qui 8 anni fa, alla presentazione delle giocatrici, è stato intenso e bellissimo. Seppur si tratti di un primo turno di qualificazioni. Mi sposto a dare un’occhiata a Kayla Day, talento mancino yankee, che affronta sul campo 9 la russa Anna Kalinskaya. Un bel derby nextgen. A vedere il match il capitano di Fed Cup Anastasia Myskina, con un bel badge con su scritto “vincitrice del torneo” (nel 2004, per la cronaca) e Patrick Mouratoglou. Il tempo peggiore, la pioggia arriva, anche piuttosto forte. È tempo di rientrare a casa, mentre su whatsapp arriva l’ufficialità che attendevo: ho vinto la spareggio per il terzo posto (a sette giornate dalle fine ero ottavo) nel Fantacarew, storico fantacalcio che, senza usare mezzi termini, è semplicemente vita. Domani l’orario degli italiani è di gran lunga migliore. Forza ragazzi!

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