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Atp Finals 2020, Djokovic e Nadal favoriti: l’evidenza esiste, la certezza no

Novak Djokovic - Foto Ray Giubilo

167 trionfi nel circuito Atp, dei quali 37 Slam, 1934 vittorie e 392 sconfitte. Questi sono i numeri strabilianti dei due favoriti in vista delle Atp Finals 2020 di Londra, Novak Djokovic e Rafael Nadal, rispettivamente prima e seconda testa di serie dell’evento che coronerà una stagione tennistica folle, inusuale, complessa, oltre qualsiasi previsione. L’atleta serbo tenterà di raggiungere il sesto titolo per quanto concerne le Finals, dopo il primordiale trionfo cinese nel 2008 e il successivo poker londinese dal 2012 al 2015, mentre l’iberico sarà ulteriormente stimolato dalla possibilità di conquistare l’ambito trofeo per la prima volta in carriera, il prestigioso sigillo che ne consacrerebbe le qualità su qualsiasi superficie, qualora ce ne fosse peraltro bisogno dopo ben 7 titoli dello Slam al di fuori della terra rossa. La storia delle Atp Finals ha spesso raccontato un lieto fine per gli outsider, come esplicano i recenti successi di Grigor Dimitrov (2017), Alexander Zverev (2018) e Stefanos Tsitsipas (2019), e tornando indietro (ma non troppo) alla vittoria firmata da Nikolaj Davydenko (2009). Djokovic e Nadal dovranno guardarsi dai talentuosi opponenti che figureranno nel Gruppo Tokyo 1970 e nel Gruppo Londra 2020, con caratteristiche specifiche differenti, ma indistintamente pronti a offrir il massimo delle proprie qualità per arrivare a ottenere un bottino pieno da sogno.

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Stefanos Tsitsipas è il campione in carica e ha dimostrato di poter tener testa a chiunque, qualora in stato di grazia, sebbene sia reduce da una stagione non esaltante, la quale ha evidenziato alcune colmabili defezioni caratteriali al suo tennis esteticamente pregevole. La volontà del giovane greco è quella di riscattare un’annata altalenante, confermando di meritare un posto tra i grandi del tennis internazionale e della storia. Alexander Zverev merita invece un discorso a sé, in quanto talvolta certo dei propri mezzi e devastante, talvolta rinchiuso nelle proprie insicurezze e autodistruttore dei propri schemi tattici ben definiti ed efficaci. Il tedesco ha sfiorato il titolo agli Us Open e il passo tra la sua posizione e il tanto acclamato ‘salto di qualità’ sembra essere brevissima, probabilmente non dipendente dalle proprie abilità, ma dalla tenuta mentale nell’arco di un intero torneo, peraltro in evidente e costante progresso.

Daniil Medvedev e Andrey Rublev fanno parte di una generazione di tennisti russi incantevole, la quale è determinata ad agire con pragmatismo, potendo fare a meno di accontentarsi dell’eleganza dei propri colpi, anzi, sacrificando l’estetica per la concretezza ‘a tutti i costi’. I due talenti moscoviti hanno dimostrato di poter far male a qualsiasi opponente, mantenendo una costanza di rendimento quasi fuori da ogni logica, seppur siano fisiologici alcuni alti e bassi, con gli ultimi citati ridotti a poche settimane annuali. Medvedev e Rublev comandano da fondocampo generando un tennis propositivo, aggressivo, asfissiante per gli avversari, ma non trascurando trovate tattiche differenti e variazioni, sia al servizio che durante gli scambi. I due russi sono pronti a prendersi il mondo, partendo, paradossalmente, dall’ultimo torneo stagionale a disposizione.

Dominic Thiem non ha bisogno di presentazioni e nel 2020 è riuscito a strappar via dalla propria schiena l’etichetta ‘quasi‘, facendo proprio il primo Slam della carriera (Us Open), dopo ben 3 finali perse (Roland Garros, Australian Open). L’austriaco è uno dei migliori interpreti al mondo del rovescio a una mano, violentissimo, preciso e di pregevole fattura, ‘portatore sano‘ di un’eleganza d’altri tempi: in due parole, Thiem è ‘energia pura‘, capace di arrivare a qualsivoglia traguardo, tra i quali spiccano appunto le Atp Finals. Diego Schwartzman, invece, arriva in punta di piedi e in extremis all’evento che ne certifica la consacrazione, un’opportunità per definire il proprio tennis come non esclusivamente adatto al rosso, ma universalmente temibile su qualsiasi superficie. Il nativo di Buenos Aires è tra i meno quotati per il successo finale, per via delle condizioni di gioco che non favoriscono l’evolversi del suo tennis agonisticamente apprezzabile, talvolta reso vano dalla rapidità delle superfici stesse. Schwartzman ha il potenziale per sorprendere, per smentire qualsiasi pronostico, con volontà, grinta, intelligenza tattica e sconfinato talento, il quale lo ha portato in top 10 e gli ha garantito un posto tra i ‘giganti‘: Davide è pronto a superare i vari Golia.

Le Atp Finals di Londra del 2020 non hanno un favorito in senso assoluto. Certo è che Djokovic abbia tutte le carte in regola per arrivare fino in fondo. Naturale è invece pensare che Nadal sia il giocatore più motivato, così come che Rublev e Medvedev possano far valere la propria indole sul veloce indoor. Ugualmente inopinabile è considerare Tsitsipas e Zverev tra i maggiori indiziati al successo, in quanto già fautori di trionfi a Londra. Non si può inoltre negare che Thiem e Schwartzman siano in grado di lottare e superare chiunque in un testa a testa, contando però su differenti ‘armi‘ a propria disposizione. Nel tennis esiste l’evidenza, la certezza no, che vinca il migliore.

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