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“Questa volta sembrava davvero impossibile. Mancavano pochi giorni, avevo perso dieci chili, il braccio con cui tiro era magro, svenivo e vomitavo. Ero tornata dalle vacanze e ho accusato un infortunio serio. A un certo punto sembrava tutto finito. Mi hanno detto: ‘In due settimane va amputato, se continui così potresti morire’. In pratica era come se fosse tornata la malattia. Una gara di scherma è composta da alcuni match di mattina, altri al pomeriggio, faticosissimi. Il mio corpo non era in grado di reggerli, fisicamente. Non potevamo far vedere che stavo male in gara, è uno sport di combattimento, non puoi dire al tuo avversario che stai male. Il gomito non c’era più, era gonfissimo, rosso, tremavo e piangevo, ma sono riuscita a raggiungere i miei obiettivi“. Queste sono le parole di Bebe Vio per le colonne del ‘Corriere della Sera’, esplicative riguardo il percorso dell’atleta paralimpica pre-Tokyo 2020. L’azzurra ha lottato duramente contro un infortunio che avrebbe potuto provocarle danni irreparabili, riuscendo a riprendersi meravigliosamente sino alla conquista del prezioso oro paralimpico. Una discesa agli inferi con conseguente risalita in Paradiso, per la talentuosa schermitrice italiana, la quale ha dovuto necessariamente far fronte alla fragilità del suo fisico; una forza mentale straordinaria, però, ha spinto l’italiana sino all’ennesimo trionfo della sua lodevole carriera.
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