Biathlon

Biathlon, Windisch annuncia il ritiro: “Non mi sento più al 100%, rimarrò nell’ambiente”. L’addio dopo Oslo

Dominik Windisch - Foto Giovanni Auletta / Pentaphoto

Il 32enne azzurro Dominik Windisch ha annunciato il ritiro dalle competizioni. L’altoatesino, atleta italiano di maggior successo negli ultimi due decenni, saluterà le piste questo fine settimana, in occasione delle finali di Coppa del Mondo ad Oslo. In Nazionale dal 2011, nella sua carriera Dominik ha conquistato tre medaglie olimpiche, bronzo nel 2014 a Sochi nella staffetta mista e altri due bronzi nel 2018 a PyeongChang sempre nella staffetta mista e nella sprint, e nel 2019 l’oro mondiale a sorpresa nella mass start a Oestersund in Svezia. Una sola vittoria individuale in Coppa, quella del 6 febbraio 2016 a Canmore (Canada) nella mass start, ed 14 podi totali.

“Ho deciso di terminare la mia carriera dopo questa stagione, cioè dopo Oslo – ha dichiarato l’azzurro in conferenza stampa – . Per qualcuno sembrerà presto, però ci ho pensato bene. Ci ho ragionato bene, ne ho parlato anche con gli allenatori e vorrei spiegarne bene i motivi. Chi mi conosce sa che sono una persona che osserva, poi ragiona, poi parla e poi fa”.

“Ho osservato tutto l’anno e questo pensiero che potesse essere l’ultimo c’era. All’inizio della stagione abbiamo trovato degli obiettivi e sono partito veramente motivato – aggiunge Windisch – . Mi sono preparato bene, tutto quello che mi son detto ho fatto. Ma è stato un anno duro, fisicamente e anche mentalmente, anche per il Covid per cui abbiamo rinunciato a tante cose, quest’anno ancora di più con le Olimpiadi. Sono arrivato a questa stagione che mi sono detto ‘andrà come andrà, ma so di averci messo tutto’. La stagione è andata così, non influisce così tanto, ma quando c’erano momenti difficili mi dicevo ‘tieni duro, che potrebbe essere l’ultimo’. Ho rinunciato a tante cose, anche nel privato, ma mi sono tirato fuori dalla crisi di inizio stagione dicendomi ‘ora pensiamo a lavorare, finite le Olimpiadi analizziamo e guardiamo’ e ho visto che la forma cresceva anche in vista delle Olimpiadi. Sono contento di come ho fatto le Olimpiadi e con la mass start sono ancora più contento, sia per il risultato, sia per il lavoro fatto in quella gara che era un po’ la combinazione di tutto quello che ho fatto in carriera. Quell’ultimo bersaglio sapevo sarebbe stato l’ultimo olimpico della mia carriera quindi sono stato contento di averlo chiuso”.

“Ero già sicuro che non sarei andato alle Olimpiadi 2026, la settimana dopo ho riposato e ho iniziato a parlare con le persone importanti – continua il 32enne – . Ho parlato con l’Esercito: mi hanno ascoltato e capito, mi hanno aiutato e supportato. Ho parlato poi con gli allenatori, però io osservandomi ho capito che non ho più obiettivi. Ho lavorato al 100% quest’anno, non saprei come lavorare meglio di questa stagione. Sono stato talmente concentrato che magari sono arrivato stanco a inizio stagione, ma fare meno non sarebbe il giusto pensiero da atleta. Non ho avuto nuovi stimoli e quando inizi a pensare di smettere, inizi anche a pensare cosa fare dopo. L’esercito mi ha dato una mano e mi supporterà anche per quello che farò dopo, ma comunque ho visto diverse strade che mi danno più stimoli di continuare da atleta”.

“È arrivato il momento giusto, privato e sportivo – ha detto – . Posso smettere in un momento in cui sono ancora competitivo con i migliori al mondo. Andando avanti non divento più giovane, e mi dispiacerebbe lasciare con un livello meno buono. Sono contento di lasciare ad un buon livello e di quello che ho ottenuto in carriera. Anche gli allenatori mi hanno sostenuto in questa scelta. Finita l’Olimpiade poi ci sono sempre cambiamenti importanti e questo è il momento per iniziare una nuova strada, piuttosto che andare avanti un altro anno. Inizia un nuovo sistema e posso mettere dentro le mie idee, lo stesso impegno che ci ho messo finora da atleta vorrei metterlo in un altro ruolo”.

Sul futuro e sulla possibilità di fare l’allenatore: “Al momento ho sondato un po’ il terreno. Ho delle idee di quello che mi piacerebbe fare, ho visto anche cos’è possibile fare. Ma si vedrà ad aprile, per parlare dei dettagli e vedere anche l’Esercito, che deve sempre confermare. Sicuramente rimarrò nell’ambiente biathlon”.

Sulle Olimpiadi Milano-Cortina 2026: “È un po’ il sogno di ogni atleta gareggiare in casa, ma se non c’è più la motivazione la nostra vita diventa dura e inizi a perdere qualità. La differenza la fai se hai la grinta, se non sei più convinto è meglio stare in un altro ruolo”.

Sulla reazione dei compagni: “Erano tutti sorpresi perché durante l’anno ero molto motivato. Sono rimasti sorpresi e anche un po’ delusi, ma durante gli allenamenti si sono accorti che non ero più convinto quando parlavamo del prossimo anno. Sarà ancora una settimana commovente”.

Infine, un ricordo bello e uno brutto: “Ricordo più bello non ce n’è uno, perché fortunatamente ho vissuto tanti momenti speciali. Non solo le medaglie, ma anche da bambino, i primi successi, i piccoli momenti che danno gioia. Poi ovviamente la medaglia olimpica ma anche la medaglia ai mondiali e la gioia sempre grande con le staffette, perché fare una gara in squadra è diverso, c’è più pressione prima ed è ancora più soddisfacente quando fai medaglia. Ricordo brutto? Ci sono, ma me li dimentico perché cerco sempre di concentrarmi sul bello, Mi è stato tutto utile. Forse quando sono risultati positivo al Covid a Kontiolahti, che mi ha buttato giù di forma fisica. Non mi sento malissimo in gara, ma mi sento che non sono al 100% e in Coppa diventa difficile. Tengo duro queste ultime gare, ma più per salutare”.

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