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Running, Elisa Stefani: “Voglio il personal best alla maratona di Valencia”

Elisa Stefani - Foto Facebook

E’ andata in scena mercoledì 25 aprile lungo le colline circostanti la città di Novi Ligure (Alessandria), la 35ª edizione della Attraversando i Colli Novesi, manifestazione di corsa su strada sulla distanza di 14,3 km circa, inserita nel calendario FIDAL 2018. Si è trattato di una competizione dall’elevato contenuto tecnico, come dimostrano peraltro le vittorie di Michele Belluschi (Atletica Recanati, 47’52’’) e della recente trionfatrice della Mezza Maratona di Genova, Emma Linda Quaglia (Cambiaso Risso Running Team, 53’22’).

La gara è stata anche l’occasione per rivedere all’opera, nelle posizioni di vertice, Elisa Stefani (G.S. Brancaleone Asti), ormai in netta ripresa dopo che, nel periodo di capodanno, è stata investita accidentalmente mentre faceva snowboard. Per la Stefani, già campionessa italiana di maratona grazie alla vittoria ottenuta nel 2013 a Cividale del Friuli, un incoraggiante secondo posto, ottenuto su un percorso impegnativo e dispendioso dal punto di vista muscolare. Sportface.it ne ha raccolto le impressioni.

Elisa, prima di tutto come stai?
“Molto bene direi. La gara di oggi è stata impegnativa, ma posso considerarmi soddisfatta”.

Prima di parlare di oggi, riavvolgiamo un attimo il nastro e torniamo all’inizio di gennaio. Che cosa è successo?
“Il 2 gennaio mi trovavo in montagna, per alcuni giorni di relax in cui aggiungevo qualche giro sullo snowboard ai consueti allenamenti di corsa. La stagione infatti era alle porte ed io mi sentivo molto bene. Purtroppo, mentre ero in pista, sono stata investita in modo fortuito da una persona con gli sci. E’ stata una fatalità, che mi è costata molto cara: lesione di terzo grado del legamento collaterale mediale del ginocchio destro, micro frattura composta al piatto tibiale e trauma da impatto al vasto laterale, sempre dell’articolazione destra”.

Come ci si sente in una situazione di questo tipo?
“I primi giorni sono difficili, inutile negarlo, ma non bisogna abbattersi e guardare avanti. Ci ero già passata dopo il titolo italiano del 2013: a causa di un problema al tendine rotuleo, ho perso praticamente un anno di attività. In questo caso, subito dopo la diagnosi, ho iniziato immediatamente con il protocollo riabilitativo, non essendo stato necessario intervenire chirurgicamente. Ho lavorato duramente, dapprima in palestra e poi con le prime corse, prima sul tapis roulant, fino ad arrivare alla strada. Lo scorso 25 marzo, ad Asti, ho corso un’ora in pista ad una media di 3.55/km circa: ho capito che stavo pian piano tornando”.

Raccontaci questi ‘Colli Novesi’.
“Sono partita forse un po’ troppo lanciata. Non conoscevo il percorso essendo alla mia prima partecipazione, ma mi avevano messo in guardia sulle possibili insidie. Dopo i primi tre km un po’ ‘allegri’, se così vogliamo dire, mi sono assestata su un ritmo più prudenziale. Volevo arrivare all’ultima parte di gara in maniera lucida ed essere in grado di proporre un cambio di passo. Sono riuscita ad arrivare sugli ultimi tratti in salita senza avere le gambe inchiodate ed ho finito in buona agilità. Per me doveva essere un allenamento in cui valutare i progressi. Sono contenta”.

Devo farti una domanda cattiva.
“Prego”.

Sono state da poco diramate le convocazioni per la squadra azzurra di maratona che parteciperà ai prossimi Europei. Nel 2017 tu hai corso a Milano in 2h40’48’’ e Verona in 2h42’35’’. Eri data in condizione crescente, la convocazione non era impossibile, anzi. Quanto pesa non esserti potuta giocare le tue carte in questi mesi?
“Mi pesa di più il fatto che il mio allenatore mi ricordi quotidianamente questo fatto e che adesso ti ci metti anche tu (ride, ndr). Scherzi a parte, gli infortuni fanno parte del gioco, bisogna avere la forza e la serenità di accettarli. E’ vero, io non mi sono infortunata correndo, ma il 29 dicembre, tre giorni prima, durante l’allenamento sono scivolata su una lastra di ghiaccio e per miracolo non mi sono fatta nulla. Quante volte poi corriamo ai bordi della strada mentre passano le macchine? Si vede che doveva succedere in quel modo. Bisogna mettersela via e guardare avanti”.

Allora guardiamo avanti. Obiettivi per questo 2018 agonistico, che in pratica per te sta cominciando adesso?
“Mi sono iscritta alla Cortina-Dobbiaco del prossimo 2 giugno. In realtà ero già iscritta a gennaio ed è stato uno dei motivi che mi ha spinto a recuperare il più in fretta possibile. La condizione sta crescendo, ma ovviamente non sarò al top. Lo considero un altro passo in avanti verso il vero obiettivo stagionale”.

Sarebbe a dire?
“Maratona di Valencia il 2 dicembre prossimo”.

Sei già iscritta?
“Ovviamente sì (ride, ndr)”.

Come mai proprio Valencia?
“Volevo provare una maratona all’estero. Valencia è molto veloce. L’intento è quello di ritoccare il mio personal best, 2h37’54’’, che ho stabilito nel 2012 a Reggio Emilia. Direi che dopo 6 anni è giunta l’ora di andare oltre (ride, ndr)”.

Hai già messo in cantiere una preparazione specifica?
“Non ancora, sto riprendendo gradualmente ed ho iniziato anche ad allungare le distanze. La Cortina Dobbiaco sarà utile per riprendere confidenza con i ‘lunghi'”.

Valencia è a dicembre. Voglio finire con una curiosità: lavorerai i prossimi 6-7 mesi per questo obiettivo, la maratona però ha mille incognite. Se non dovesse andare bene?
“Innanzitutto farò l’impossibile perché vada bene e per non avere rimpianti. Detto ciò, come dici tu, la maratona è una gara piena di insidie. Se non dovessi fare il personale, una volta tagliato il traguardo e recuperate le forze, farei un bel sorriso e guarderei avanti, alla prossima gara”.

Un sorriso?
“Sì. Come ti ho detto, conta impegnarsi e dare il massimo. Il risultato può anche essere casuale ed in tutte le cose ci vuole un pizzico di fortuna. Mi reputo fortunata perché lo la possibilità di fare ciò che mi piace: correre. Ho iniziato con le campestri alle scuole medie e non ho più smesso. Non possono certo bastare un infortunio o una gara storta per farmi desistere dal provarci sempre”.

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