Editoriali

La resa di Filippo Magnini: sconfitto dal tempo che passa

Filippo Magnini - Foto Sportface.it

“Sconfitto”. Non ci gira intorno, non nasconde l’amarezza, non prova a cercare altre parole. Filippo Magnini è sconfitto. Brucia la semifinale dei 100 stile non raggiunta nella sua quarta Olimpiade. Brucia come bruciavano le gambe per cercare quel recupero negli ultimi 20 metri che “sempre sono stati il mio punto forte” e invece “questa volta mi sono stati fatali”. Pensieri e parole di un atleta a poche ore dalla prova più difficile. Lo sfogo triste affidato al suo profilo instagram mentre anche a Rio le ombre si allungano e si fa sera. Il re è stanco, viva il re.

A battere Filippo, però, non sono stati gli avversari che uno dopo l’altro gli toccavano davanti. E nemmeno il cronometro. No, a batterlo è un nemico che più di tutto gli pesa sulle spalle: “il tempo che passa”. Nelle batterie Magnini era il più ‘vecchio’ con i suoi 34 anni compiuti a febbraio. Un record semplicemente esserci, stare lì a cercare l’ennesima sfida con gente che come minimo aveva 5 anni meno di lui. A volte anche 17. “Qui mi sento sconfitto– scrive Magnini- Sconfitto forse dal nemico più grande per un atleta. Il tempo che passa. Nuoto, nuoto… Oggi mi hai fatto sentire per la prima volta… Vecchio“. E qui il domani si restringe.

Chissà se sarà ancora in acqua. “Non si fanno ragionamenti a caldo e non si traggono conclusioni di fretta. Mi prenderò del tempo e poi deciderò insieme alle persone più care cosa fare del mio futuro“. Intanto Filippo saluta la vasca olimpica di Rio, pur restando per sostenere la sua squadra, i suoi compagni, la sua Federica. “La mia quarta Olimpiade finisce qui. Finisce la mia Olimpiade da atleta che gareggia, inizia quella da tifoso. Da Capitano di questa Nazionale cercherò di spingere ogni atleta a dare il massimo e saremo sugli spalti a urlare e incitare ogni campione che oggi e nei prossimi giorni entrerà in acqua“. Per Filo anche il rimpianto per le due staffette, la 4×100 stile e la 4×200 rimaste fuori dai Giochi. “Purtroppo rimango con l’amaro in bocca perché proprio le due gare più importanti e alle quali puntavo– scrive- non le ho potute neanche nuotare. Decisione presa di comune accordo. Nessuna polemica. Eravamo in cinque e uno doveva ‘aspettare’ che la squadra al mattino entrasse in finale. Quella persona ero io. Mi piangeva il cuore nel vedere che entrambe le staffette uscivano dalla finale per 4 e 6 centesimi! Non potendoli aiutare e non potendo dare il mio contributo. Vi giuro ragazzi che se dovessi fare altre staffette non vi lascerò mai più da soli neanche al mattino“.

E’ un fiume in piena Magnini, e non può non essere con il cuore vicino ai suoi compagni. “Siete stati comunque grandi e sono fiero di voi! Sentire il mio amico @michele89one (Michele Santucci, ndr) che piangendo mi dice ‘mi dispiace per te Filo, perché non siamo riusciti a farti fare la finale’… Ancora adesso questa frase mi fa piangere e mi fa capire che ci sono persone che faranno sempre parte della mia vita e sulle quali potrò sempre fare affidamento“.

Siamo a un passo dal ritiro? E’ presto per dirlo. Ma leggere tutti i suoi ringraziamenti colpisce. Come un attore che saluta il pubblico dopo lo spettacolo. “Grazie a tutti i tifosi come sempre se non ci foste voi non sarei qui, grazie al mio staff, ai fisioterapisti, al coach Matteo Giunta, alla mia famiglia punto saldo di tutta la mia vita, ai miei amici. E ancora a “chi mi sostiene sempre da vicino e da lontano. E grazie a te Federica. Per essere te, così unica e al mio fianco sempre e comunque“. Il primo tifo sugli spalti, adesso, sarà per lei.

SportFace