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Giulia Emmolo, attaccante dell’Olympiakos e della nazionale italiana di pallanuoto, tra poco più di una settimana volerà a Rio col Setterosa per vivere la fantastica esperienza della sua seconda Olimpiade. Classe ’91, nata e cresciuta ad Imperia (con la Rari Nantes Imperia si è aggiudicata il tricolore due anni fa), aspira sempre al meglio e, al momento, è in fase di preparazione per coronare il suo sogno a cinque cerchi. Se è vero che il buon raccolto si vede dalla semina, la giovane imperiese in quest’ultimo anno ha macinato successi e tanta esperienza. Si è trasferita in Grecia e, al suo primo anno all’Olympiakos, ha portato a casa lo scudetto, giungendo anche ad un passo dalla finale della tanto bramata Champions. Nell’intervista concessa a Sportface.it Giulia si è rivelata una ragazza semplice e al contempo una combattente nata, alla ricerca di nuovi stimoli e costantemente pronta a volgere lo sguardo verso nuove avventure, pensando in grande, ma sempre coi piedi per terra.
Manca davvero poco a Rio e questa è la tua seconda partecipazione. Come ti senti?
“Per noi atleti è ancora lunga, in realtà tre settimane di lavoro sono tante. La seconda partecipazione ad un’Olimpiade è sempre bellissima e sapere di essere nella squadra che partirà per Rio è quell’emozione che ti lascia il brivido o gli occhi quasi lucidi perché è davvero una cosa unica, non tutti hanno la fortuna di partecipare. Fisicamente ora non siamo al 100% ed è giusto così, stiamo finendo di mettere benzina in corpo che poi ci servirà lì”.
Qualche giorno fa sono state rese note le convocate ufficiali, è tutto pronto?
“Il 18 luglio sono stati dati i nomi per la squadra che partirà, ma è proprio adesso che inizia il bello! Sai che sei nella squadra e sai soprattutto che bisogna dare tutto per arrivare lì”.
L’Italia è nel girone con Russia, Australia e Brasile. Temi qualcuno?
“Temere è una parola che non è tanto corretta. Non bisognerebbe mai entrare in acqua temendo qualcuno, ma conoscendo i tuoi pregi e i tuoi difetti devi sempre cercare di fare la tua miglior partita, indipendentemente se hai Brasile o America davanti. Sicuramente siamo consapevoli che l’America, ad ora, è la squadra che ha qualcosa in più, però le partite non iniziano mai 10-0, partono sempre 0-0 e quindi dipenderà tanto da noi”.
C’è qualcosa a cui saresti disposta a rinunciare pur di vincere all’Olimpiade? Una sorta di fioretto…
“Credo proprio che rinuncerei a qualsiasi cosa. Immaginandomi lassù, rinuncerei davvero a tutto. In realtà la vita che facciamo adesso porta già a tantissime rinunce e quindi i sacrifici che fai speri sempre che ripaghino. Fondamentalmente questa cosa la stiamo già vivendo, per esempio c’è qualcuno che decide di andare a vivere fuori casa per anni, per continuare a giocare a pallanuoto. Ognuno fa le sue rinunce per raggiungere un sogno”.
A maggio hai vinto lo scudetto con l’Olympiakos, questo successo ti ha dato una carica in più in vista dell’Olimpiade?
“Beh sì, perché inizi in maniera positiva, con grinta. Una medaglia, uno scudetto ti danno sempre quella carica in più per ricominciare. Personalmente me ne ha data tantissima, ero al mio primo anno lì, ci tenevo a far bene e a vincere. Soprattutto lo scudetto lo abbiamo vinto in tre partite ed è una cosa che non è mai successa in quel campionato, quindi è stato ancora più bello”.
Ma hai vinto un campionato anche in italia con l’Imperia…Cosa ti ha spinto ad andare via?
“Sono nata e cresciuta ad Imperia, ho giocato per 11 anni nella squadra di casa. Dopo un po’ hai bisogno di stimoli nuovi e di cambiare aria perché, per lo sport che facciamo, è fondamentale trovare nuovi stimoli e all’Olympiakos sono riuscita a trovarli. Mi sento felice e fortunata”.
Com’è giocare in Grecia? Hai notato qualche differenza?
“In Grecia il campionato è nettamente diverso, perché il livello del campionato è molto più basso rispetto all’Italia, però ci sono due partite che sono ad alto livello, infatti ci sono due squadre che ambiscono alle coppe europee. Io sono andata lì con il sogno di vincere la Champions, quest’anno purtroppo siamo arrivate in Final Four e abbiamo perso in semifinale. Però ti rimane sempre quella fame di arrivarci, infatti ho deciso di rimanere perché finché non arrivo a giocarmi quella finale, non mollo. In italia il sabato hai sempre appuntamento con una partita ad alto livello che ti giochi, magari, anche punto a punto, lì invece ne aspetti solo due all’anno, preparandoti per tanti mesi per la finale scudetto e la finale europea”.
A gennaio a Belgrado ti sei aggiudicata, con il Setterosa, anche il bronzo all’Europeo. È stata un’ottima annata, manca solo Rio…
“A Belgrado se vincevi l’oro avevi già la qualifica assicurata per l’Olimpiade, noi abbiamo perso in semifinale con chi poi ha vinto. Il match tra terzo e quarto posto non è mai facile, aggiudicarsi la medaglia di bronzo emotivamente è più difficile della battaglia primo/secondo posto. Infatti per noi è stato un gran bel passo in avanti come crescita. Dopo il bronzo di Kazan (Mondiale 2015, ndr) riconfermarsi non è stato così scontato e ci ha dato quella carica per affrontare le qualificazioni olimpiche, un torneo difficilissimo. Lì affronti le migliori squadre d’europa, più America e Canada, ci sono solo quattro posti e le squadre che possono ambire a giocare l’olimpiade sono minimo otto. È stato difficile, ma è andata bene!”.
A Rio avrai anche l’occasione di poter seguire gli altri sport, ce n’è qualcuno in particolare che t’interessa o c’è qualche atleta per cui farai il tifo?
“Sono un’amante dello sport in generale, mi piace guardare pallavolo, basket e, se capita, il tennis. Non ho una squadra del cuore perché mi piace guardarli tutti. Però lì a Rio, una volta che arrivi, vieni catapultato in un mondo a parte rispetto a tutto quello che c’è al di fuori e noi, avendo puntato l’obiettivo su quello che è il nostro da fare, avremo poco tempo da dedicare agli altri sport. Saremo sicuramente tanto concentrate su di noi, poi nel tempo libero vedremo come organizzarci”.
Cosa fai nel tempo libero, quando non sei in acqua?
“Quando giocavo ad Imperia allenavo la squadra giovanile, in Grecia invece faccio l’atleta al 100%. Mi piace leggere e vorrei iniziare a studiare nel prossimo quadriennio, in genere quando finisce un ciclo hai un po’ più di tempo per iniziare ad organizzare le tue cose. Ho studiato, fatto corsi d’inglese, mi piace tanto cucinare e ascoltare musica, cose normalissime insomma”.
In futuro hai intenzione di tornare in Italia?
“Non mi precludo nulla, mi piace tanto stare all’estero, mi piacerebbe anche fare un’esperienza oltreoceano perché credo che questo sport mi permetta di avere dei ponti che, se non avessi fatto pallanuoto, probabilmente non avrei avuto. Quindi finché posso, ho l’età e la fame, vorrei sfruttarli tutti. Tempo per tornare a casa ce n’è sempre e, ora come ora, non ne sento la necessità. Per il momento mi piace vivere e scrutare tutto ciò che mi si presenta davanti”.