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“Sono sempre più convinto che sia stato un complotto. La Procura di Bolzano ha sequestrato le urine. Si farà un’analisi del Dna e non solo, per vedere se ci sono i segni di una manomissione“. Lo ha dichiarato Alex Schwazer, il marciatore altoatesino ha rilasciato un’intervista alla rivista “Sette” spiegando altri dettagli inediti della vicenda che lo ha visto essere squalificato per doping per otto anni, decretando di fatti la fine della sua carriera. Ecco un altro passaggio chiave dell’intervista: “Uno dei medici della Iaaf, in un’intercettazione dice ‘questo crucco ha da morì…’. Quando io l’ho accusato, lui è stato addirittura messo a capo dei controlli sulla mia gara di rientro. Un altro dottore non è mai stato sospeso e un atleta che aveva valori ematici molto alti, e rischiava di saltare Rio, l’ha pubblicamente ringraziato… Capito come funziona? In più qui si voleva colpire il mio nuovo allenatore Sandro Donati, uno che trent’anni fa aveva già denunciato tutto. Per fermare me, bastava squalificarmi in gara ai Mondiali di Roma. Invece dovevano colpire la storia di Donati, punirlo per le sue parole contro il sistema“ ha proseguito Schwazer.
Infine una battuta anche sui tanti russi squalificati nel corso degli anni passati: “Io li ho accusati dopo il 2012, loro sono stati squalificati nel 2014. Trenta dopati in dieci anni, tutti beccati. Il loro allenatore, i loro dirigenti, tutti puniti a vita“ ha concluso Schwazer.