
Andrea Abodi - Foto Giancarlo Gobbi GMT CONI
Il ministro per lo Sport ribadisce la centralità dell’eredità olimpica e parla di tregua, infrastrutture e lavori già messi alla prova sul campo.
«L’investimento per Milano-Cortina 2026 va ben oltre i due mesi dell’evento: ciò che davvero conterà sarà ciò che resterà, soprattutto nella cultura dello sport».
Con queste parole il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, ospite di Tg2 Italia Europa, ha ribadito la visione a lungo termine che accompagna la preparazione ai Giochi Olimpici e Paralimpici invernali.
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Abodi ha sottolineato come l’impatto dell’Olimpiade non debba essere misurato soltanto in termini di competizioni, ma soprattutto di eredità infrastrutturale e culturale, un patrimonio destinato a influenzare territori, comunità e nuove generazioni.
Tema centrale anche quello della tregua olimpica, approvata all’unanimità dalle Nazioni Unite: «Lo sport è vita — ha ricordato il ministro — e quando la vita viene negata, è come se morisse anche lo sport. Quel voto unanime dimostra che una coscienza collettiva esiste».
Nel corso dell’intervista Abodi è tornato anche sulla pista da bob, una delle opere più discusse dei Giochi: «L’ho provata personalmente. È una struttura che non servirà solo agli atleti, ma anche ai turisti. Deve vivere nel tempo. In tanti dicevano che saremmo stati costretti ad andare all’estero, invece abbiamo dimostrato di essere all’altezza».
Un risultato ottenuto anche grazie a condizioni favorevoli e al lavoro di chi ha operato nel cantiere: «C’erano donne e uomini che avevano capito il senso dell’impresa, e questo ha fatto la differenza».
