Nuoto

Pellegrini si racconta: “Ho paura dell’acqua profonda, ma non scappo. E sul post Tokyo…”

Federica Pellegrini - Foto Sportface

Ho paura dell’acqua profonda, ma non scappo. Mi è capitato spesso in vacanza di tuffarmi dove non si vede il fondo. Prendo coraggio con qualcuno al fianco, da sola avrei qualche problema”. L’arrendevolezza non è di certo qualcosa che contraddistingue Federica Pellegrini, vincitrice di 17 medaglie olimpiche. La nuotatrice, pronta ad affrontare le Olimpiadi di Tokyo, si è raccontata al Corriere della Sera.

Sono di tempra veneta continua –. Nel mio sangue scorre la laguna. Mi piace molto quello che faccio. Finché continuerà a piacermi, continuerò. Il rinvio di un anno delle Olimpiadi è stato molto difficile da affrontare per me. E non mi sono fatto mancare nulla durante questo 2020, neppure il Covid 19, che mi ha infettato. Non so davvero se, dopo Tokyo, il mio fisico mi dirà: va bene Fede, andiamo avanti per qualche altro annetto. Mi sto spremendo veramente tanto“.

La Divina nell’ultimo hanno ha dovuto confrontarsi anche con tanti haters, come quando ad esempio raccontò di aver accompagnato la mamma alla Asl: “Dopo gli insulti ricevuti durante la quarantena, ora sui social filtro di più quello che racconto. Ho capito che dire tutto ed espormi agli attacchi gratuiti della gente non mi piace più”.

Federica ha poi raccontato come avesse dovuto affrontare delle crisi d’ansia ai blocchi di partenza: “È iniziato come un problema fisico. Non sapevo di essere bronco-asmatica. Durante una gara non sono riuscita a prendere aria normalmente, mi sembrava di annegare. La testa è partita. Abbiamo sistemato il problema con i farmaci, tipo gli spruzzini. Ma la paura è tornata nelle gare successive. C’è voluto un gran lavoro con il mio mental coach per superare questa paura di non respirare. Una terapia psicologica. Il problema si scatenava nelle gare più lunghe, sui 200 non è mai successo. Adesso ho comunque abbandonato quelle gare lunghe. È stata una fase delicata ma circoscritta al 2009”.

Se la sua carriera dovesse concludersi in terra nipponica, sarebbero già pronti dei progetti: “Ci sono tanti progetti molto interessanti, tutti a breve scadenza. Sono quelli che preferisco, più di quelli a lungo termine. Finora ho sempre fatto una cosa alla volta”.

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