Editoriali

Gabriele Detti è un piccolo gioiello, Fabio Scozzoli al tramonto

Gabriele Detti - Foto Antonio Fraioli

Primo giorno ed è subito Gabriele Detti. Sono tutti suoi i 400 stile nuotati al Settecolli di Roma in compagnia del ‘gemello diverso’ Gregorio Paltrinieri. E’ un piccolo gioiello, un altro e l’ennesimo di un 2016 alla grande, il 3’44”21 con cui Gabriele si aggiudica la gara: il tutto se ci mettiamo il rientro solo pochi giorni fa dalla fase di carico in altura in Sierra Nevada. Il livornese mette sei secondi tra lui e Greg e a questo punto, scongiuri a parte, a Rio sarà più di una speranza. Il resto della giornata di apertura al Foro Italico consegna un biglietto per Rio, ma anche ben tre gare che alle Olimpiadi resteranno (per ora) senza azzurri: 50 e 400 stile donne oltre ai 100 rana uomini.

Primi verdetti a Roma, l’ultima fermata utile per incrementare il gruppo della Nazionale in partenza per il Brasile. La buona notizia arriva da Arianna Castiglioni. La 19enne di Busto Arsizio centra il pass per Rio: l’1’07″15 nuotato nei 100 rana la piazza alle spalle di Martina Carraro nelle graduatorie nazionali (che il pass olimpico l’aveva conquistato agli Assoluti di Riccione ad aprile), ma il tempo e’ inferiore alla tabella B richiesta dalla Fin. Nella stessa gara, ma in versione maschile, l’acqua di Roma non catapulta in Brasile neanche un azzurro per quanto riguarda la gara individuale, con il solo Andrea Toniato arruolato per la staffetta olimpica gia’ agli Europei di Londra. Chiude male Fabio Scozzoli: l’oro europeo di Debrecen 2012 tocca a 1’01”51, esattamente un secondo e mezzo sopra al tempo limite imposto dalla Federazione. Il forlivese dell’Esercito, che il prossimo 3 agosto compirà 28 anni, archivia dunque il sogno a cinque cerchi senza poter migliorare il settimo posto di quattro anni fa a Londra. Per una carriera che probabilmente si chiude qui, un’altra si conferma in rampa di lancio: proprio nella corsia di fianco a Scozzoli è ottima la prova di Nicolò Martinenghi, classe ’99, che ferma il timing a 1’00”87.

L’erede di Federica Pellegrini nei 400 stile non c’è. Nella gara vinta dalla veterana francese Coralie Balmy (4’03”66) Carli fa meglio di Mizzau, 4’07”32 contro 4’09”63, ma pur se discreto parliamo di un tempo insufficiente (di parecchio) per qualsiasi ambizione olimpica. Delusione prevista anche nei 50 stile in rosa, con Silvia Di Pietro ed Erika Ferraioli a chiudere rispettivamente quarta e sesta in 25’23 e 25’42. Italiane a parte, la grandissima nota di merito va ad Highlander Therese Alshammer: la quasi 39enne svedese (probabilmente portabandiera dei gialloblù nella sfilata del Maracanà) che piazza un 24’75 di tutto rispetto verso il record della sesta partecipazione ai Giochi: mai nessuna nuotatrice era arrivata a tanto.

I 50 maschili confermano l’ottimo stato di forma di Luca Dotto, secondo con 22’29 alle spalle dell’inglese Proud (22’07), ma anche il momento no di Marco Orsi. Il bolognese è reduce da un virus che lo ha condizionato per mezza stagione e fatica a ritrovare la forma sulla gara sprint. Vedremo se la distanza dei 100, in programma domenica, potrà regalargli un mezzo sorriso e una speranza per Rio soprattutto in chiave 4×100 sl. Se in vasca c’è chi si affanna, nel gruppo c’è anche chi passeggia, diciamo così. Giornata di svago per Pellegrini, alle prese con le insolite – per lei – distanze dei 50 dorso (settima in finale) e dei 50 stile (25’24 nella finale B): insomma, un pomeriggio buono più per i ‘mafaldini’ sugli spalti che per verificare le condizioni della Divina. Per un piccolo test a poco più di un mese da Rio dovremo aspettare la terza e ultima giornata del Settecolli, quando andranno in scena i suoi 200 stile.

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