
Il trionfatore nel salto in lungo a Tokyo 2025 rivive la sua gara ai microfoni di Sportface Tv: “Un turbinio di emozioni, ma dietro c’è solo lavoro e sacrificio. Fondamentale mia madre–coach”.
Dopo l’oro mondiale nel salto in lungo a Tokyo 2025, Mattia Furlani racconta a Sportface Tv un turbinio di emozioni: rabbia, paura, determinazione e felicità fuse in una gara indimenticabile. Fondamentale il ruolo della mamma–coach, guida impeccabile e presenza insostituibile, capace di trasformare l’intesa familiare in forza sportiva.
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Furlani riconosce l’onore di essere accostato a icone come Carl Lewis, ma sottolinea che dietro al trionfo non ci sono speranze, bensì lavoro, concentrazione e fatica quotidiana. Per lui lo sport è ispirazione: dimostrare che “tutto è possibile” con impegno e coraggio, soprattutto in discipline dove tanti atleti inseguono i propri sogni tra sacrifici e doppie vite.
Guardando indietro, Mattia ricorda i podi di Nanjing e Parigi come tappe decisive di un percorso culminato con l’oro di Tokyo; guardando avanti, già pensa a nuovi record da inseguire e barriere da superare. La dedica è corale: alla famiglia, alla compagna, agli amici, ai fisioterapisti che lo hanno mantenuto in salute, alle Fiamme Oro e agli sponsor che hanno creduto in lui fin da giovanissimo. Infine, una dedica speciale a se stesso, al bambino che correva nei campi in cerca di autografi, coltivando sogni che oggi si sono trasformati in realtà.
“Non bisogna tappare le ali ai sogni”, conclude Furlani, con la consapevolezza di chi ha trasformato il proprio in una medaglia d’oro mondiale.