Giochi Olimpici giovanili Buenos Aires 2018

Giochi Olimpici giovanili: da Quadarella a Basile, quanti italiani sbocciati

Simona Quadarella

Ispirare i ragazzi di tutto il mondo a partecipare allo sport e condividere i valori Olimpici: sono queste le premesse con cui, nel 2007, nasceva la decisione nella sessione del Cio a Guatemala l’idea di creare un nuovo evento con l’obiettivo di raccogliere i migliori giovani atleti. È così che sono stati creati i Giochi Olimpici Giovanili, giunti con l’edizione del 2018, dal 6 al 18 ottobre a Buenos Aires, al terzo giro di danze dopo l’esordio nel 2010 a Singapore e a Nanchino nel 2014.

Quello delle Olimpiadi giovanili, comunque, è un palcoscenico di grande prestigio. Lì dove sbocciano i talenti del futuro per una parziale se pur importante proiezione di ciò che sarà nei Giochi Olimpici “dei grandi” qualche anno più in là. Diamo uno sguardo agli atleti in evidenza nelle precedenti manifestazioni e riusciti ad imporsi già tra i big.

SINGAPORE 2010

È stata la scherma a regalare il maggior numero di medaglie nella prima edizione all’Italia: ben 6 su un totale di 25. Tra gli atleti classe ’93 e ’94 sono tanti quelli riusciti a confermarsi anche in questi anni. Da Marco Fichera (argento a Rio 2016 nella spada a squadre) a Camilla Mancini (campionessa del mondo a Lipsia 2017  e d’Europa negli ultimi due anni nel fioretto a squadre), passando per Edoardo Luperi, bronzo europeo  individuale a Montreaux 2015  nel fioretto. Nel nuoto balzano subito all’occhio i nomi di Martina Carraro ed Elena Di Liddo: la prima, dopo aver detenuto anche il record italiano nei 50 rana, è salita sul secondo gradino del podio del mondiale 2016 a Windsor, mentre la seconda è esplosa a Glasgow qualche settimana con il bronzo individuale nei 100 farfalla e nella 4×100 mista. Su tutti, però, non può non essere citato Fabio Basile: il judoka, bronzo a Singapore, sei anni dopo a Rio de Janeiro conquista la medaglia dal metallo più pregiato, lasciando tutti senza fiato con un ippon in finale – dopo soli 84 secondi – sul campione del mondo in carica An Baul. Nell’atletica iniziava a farsi largo una 17enne Alessia Trost, bronzo mondiale ed argento europeo nel salto in alto, mentre nella ginnastica faceva incetta di medaglie una giovanissima Carlotta Ferlito con un argento nella trave e i bronzi nel concorso generale e nel volteggio.

NANCHINO 2014

Non ha ormai bisogno di presentazioni Simona Quadarella, con un biglietto da visita agli appassionati con un oro a livello giovanile negli 800 e consacratasi regina europea a Glasgow questa estate con il tris di ori nelle gare di 400, 800 e 1500. La romana, classe 1998 e già bronzo ai Mondiali tra i ‘big’ un anno prima, è già una certezza e sarà una delle principali carte olimpiche per la spedizione italiana a Tokyo 2020.  Tra i campioni in Cina c’era anche Simone Sabbioni: il primatista azzurro nel dorso, nonostante la delusione di Rio 2016 con i problemi fisici che lo hanno debilitato nelle batterie, è già plurimedagliato a livello europeo e mondiale. Da un recordman all’altro, ha battuto un colpo a Nanchino anche Giacomo Carini con due medaglie: l’azzurro classe 1997 detiene il primato nei 200 farfalla e un anno dopo riuscì a conquistare anche un argento agli Europei di Baku 2015. Ha già cullato il sogno di medaglia olimpica invece Irma Testa: l’atleta di Torre Annunziata è diventata la prima pugile italiana a disputare un’Olimpiade a Rio 2016, fermata ai quarti di finale solamente dalla futura campionessa Estelle Mossely. La carriera di Irma, nonostante sia già considerata tra le più forti al mondo under 20, è pronta a spiccare il volo.

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