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Golf, Ryder Cup 2018: la consacrazione di Molinari e dei “Moliwood”. Ma non è ancora finita

Francesco Molinari
Francesco Molinari, Italian Open 2017 - Foto Antonio Fraioli

Va in archivio un’altra meravigliosa giornata di golf, la seconda della Ryder Cup 2018 in corso a Parigi. L’Europa si conferma in grande condizione e allunga sul punteggio di 10-6 nei confronti degli Stati Uniti: ed è con questo score che domani prenderanno il via i 12 singoli decisivi, che assegneranno il trofeo più sognato nel mondo del golf e non solo. I ragazzi europei di Thomas Bjorn hanno preso il largo in mattinata, con un parziale da 3-1 nei fourballs che aveva fissato il risultato sull’8-4. Totale equilibrio invece nei foursomes pomeridiani, dove il 2-2 ha permesso di mantenere invariate le distanze. A questo punto l’Europa necessita di 4 punti e mezzo per raggiungere la quota di punti necessaria per riprendersi la coppia, mentre agli Stati Uniti servono ben otto punti per arrivare a 14 e mantenere il trofeo vinto due anni fa ad Hazeltine. Attenzione però ai facili entusiasmi, visto che proprio l’Europa dimostrò a Medinah nel 2012 come siano possibili rimonte straordinarie, proprio da un deficit di 6-10.

In ogni caso, una delle immagini da copertina di questa Ryder Cup rimarrà quella della “coppia d’oro” composta da Francesco Molinari e Tommy Fleetwood, ormai ribattezzati “Moliwood”. Davvero sensazionale quello che stanno facendo questi due giocatori, capaci di vincere quattro match su quattro nella stessa edizione: un’impresa che non era mai riuscita ad una coppia europea, nemmeno ai mitici Seve Ballesteros e Josè Maria Olazàbal. E per tre volte su quattro i Moliwood hanno incrociato per la propria strada Tiger Woods, sempre sconfitto da una coppia che ha conquistato pubblico, tifo, critica e consensi per solidità e affiatamento in una situazione di incredibile tensione. Si tratta di una vera e propria consacrazione per Francesco Molinari, che dopo la vittoria dell’Open Championship conferma di aver effettuato quell’ultimo step che lo separava dal ristretto gotha del golf mondiale. La considerazione della folla parigina per “Chicco” e Tommy è tale da dedicare cori da stadio ad hoc, una situazione davvero impensabile fino a poche settimane or sono.

Menzione d’onore anche per Sergio Garcia, che si conferma uomo essenziale per l’Europa in Ryder Cup. Dopo una stagione deludente, lo spagnolo è stato selezionato come wild card da Bjorn: una scelta che ha sollevato non poche polemiche e perplessità iniziali. Come sempre però il campione Masters 2017 ha fatto parlare il campo, con una prestazione splendida insieme a Rory McIlroy questa mattina. Così come il doppio composto da Justin Rose ed Henrik Stenson si conferma una macchina da punti, un’autentica garanzia di solidità.

IL GRAN FINALE – Tutto pronto adesso per i 12 singoli che scenderanno in campo domani. Come era prevedibile, Bjorn punta ad archiviare quanto prima i quattro punti e mezzo mancanti. Per l’Europa scenderanno quindi subito in campo McIlroy, Casey (oggi super con Hatton), Rose, Rahm e Fleetwood. Quartultimo match per Molinari, che se la vedrà con un Phil Mickelson apparso in difficoltà ma pur sempre grandissimo campione. E nella malaugurata ipotesi di un recupero a stelle e strisce, il danese Bjorn è pronto ad affidarsi ai “cugini” scandinavi: negli ultimi match ci sono infatti gli svedesi Stenson e Noren. Grandissima attesa, tra paure, dubbi e una sola certezza: comunque vada, domani sera tutti saremo un po’ più tristi a pensare che dovremo aspettare altri due anni. Perchè ci sono emozioni che solo la Ryder Cup sa regalare.

 

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