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Football americano, strage dell’ex NFL Adams dovuta a traumi subiti in carriera

Hard Rock Stadium, Miami Dolphins (NFL)

Il medico legale che ha effettuato l’autopsia sul corpo dell’ex giocatore della NFL, Phillip Adams, accusato di aver sparato e ucciso sei persone a Rock Hill, nella Carolina del Sud, prima di uccidersi, ad aprile, ha riscontrato una malattia cerebrale insolitamente grave nel lobo frontale. Tale patologia sarebbe riconducibile ai trenta anni di colpi subiti giocando a football. La dottoressa Ann McKee ha spiegato la situazione: “I 20 anni che Phillip Adams ha trascorso giocando a football tra liceo, college e NFL sicuramente hanno dato origine alla encefalopatia traumatica cronica (CTE) di stadio 2 riscontrata”.

Lo scorso 7 aprile Adams ha ucciso il medico di Rock Hill Robert Lesslie, sua moglie Barbara, due dei loro nipoti (Adah Lesslie di nove anni e Noah Lesslie di cinque anni) e due uomini che lavorano a casa Lesslie, James Lewis e Robert Shook. La polizia in seguito ha trovato Adams con una ferita da arma da fuoco autoinflitta alla testa. Stando a quanto riportato dal Guardian, la CTE è collegata a traumi cranici e commozioni cerebrali ed è dimostrata come causa di una serie di sintomi, tra cui violenti sbalzi d’umore e perdita di memoria.

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