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Il Tour of Oman 2017 ha un padrone. Ben Hermans – già vincitore della seconda frazione e leader della classifica generale – concede il bis nella tappa regina, ipotecando di fatto il successo finale nell’8ª edizione della Corsa del Sultanato (e succedendo nell’albo d’oro a Vincenzo Nibali). Ancora una volta la Green Mountain, da alcuni definita l’Alpe d’Huez del deserto, ha emesso il suo verdetto, incoronando per l’occasione il trentenne belga in forza alla BMC. Segnali importanti sono arrivati anche da Fabio Aru; il sardo, quest’anno chiamato al riscatto dopo un 2016 piuttosto opaco, alla prima corsa stagionale e al primo test probante su una salita vera, ha colto un buon secondo posto.
La tappa odierna fa gola a molte squadre, interessate non solo al successo parziale, ma anche alla classifica generale (fin qui molto corta). La bagarre si scatena pertanto fin dai primi chilometri, quando il gruppo si spezza in due tronconi; nel secondo – che ben presto arriva ad accusare un ritardo nell’ordine dei 30” – si trova anche il campione olimpico Greg Van Avermaet (BMC), ma la maggior parte degli uomini con ambizioni di classifica rimane nel primo. Dopo 22 km di corsa, comunque, i due gruppi si ricongiungono e una fuga prende il via: ne fanno parte Mark Christian (Aqua Blue Sport) , Daniel Diaz (Delko Marseille Provence KTM), Olivier Pardini (Veranclassic Aquality), Jonathan Clarke (UnitedHealthcare) e Preben Van Hecke (Sport Vlaanderen-Baloise).
I cinque guadagnano immediatamente un paio di minuti, che diventano 6 dopo 50 km di corsa e addirittura 8’10” in seguito a una caduta nella pancia del gruppo inseguitore; tra gli atleti coinvolti anche Romain Bardet (AG2R La Mondiale), uno dei favoriti di giornata. A quel punto il vantaggio dei fuggitivi inizia a calare inesorabilmente, sotto l’impulso di BMC e Astana che guidano l’inseguimento del gruppo. A 20 km dalla conclusione i cinque conservano ancora un margine di 4’20”, mentre dopo il secondo sprint intermedio di giornata – posto a 11 km dall’arrivo e conquistato da Van Hecke (che in precedenza si era arreso invece a Christian) – questo è sceso a 2’50”.
Si arriva dunque alla salita finale di Jabal al Akhdhar, meglio conosciuta come Green Mountain, dove dal 2011 il Tour of Oman conosce il suo padrone; un’ascesa particolarmente impegnativa, che misura 5,7 km di lunghezza e un 10,5% di pendenza media. I fuggitivi vengono ripresi e il primo a rompere gli indugi è Lachlan Morton (Dimension Data), la cui azione tuttavia ha vita breve; chi allunga allora è il suo compagno di squadra Merhawi Kudus, il quale guadagna una manciata di secondi. Ma a quel punto si muove Ben Hermans: il leader della generale ne ha più e, ripreso e staccato il giovane eritreo, va a vincere la tappa. Primo dei battuti è Aru, che conclude a 3” dal belga, mentre a 11” giunge il portoghese Rui Costa (UAE Abu Dhabi) e a 27” un altro azzurro, il siciliano Giovanni Visconti (Bahrain-Merida).
In classifica generale Hermans precede ora di 22” Rui Costa e di 35” Aru. Domani la sesta e ultima tappa di questa 8ª edizione del Tour of Oman, da The Wave Muscat a Matrah Corniche, per 130,5 km di corsa e una probabile conclusione allo sprint.
IL PROGRAMMA DEL TOUR OF OMAN 2017.