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Serie A, Napoli: il pagellone del girone di andata

Maurizio Sarri - Napoli

Mentre il 2016 volge al termine, il Napoli guarda con rinnovato entusiasmo all’anno che verrà. Il pareggio di Firenze non intacca la fase di crescita costante vissuta nell’ultimo mese, probabilmente il più brillante del Napoli gestione Sarri. Il 3-0 all’Inter, la vittoria in casa del Benfica più i trionfi con Cagliari e Torino hanno regalato momenti di autentico tripudio al pubblico partenopeo. Se in estate la cessione di Gonzalo Higuain sembrava essere preludio a una stagione anonima, il tempo ha insegnato che i top-player, a volte, possono sedere in panchina. Vediamo i voti della squadra partenopea nella prima parte di stagione.

 

Maurizio Sarri 8.5
Se il Napoli è riuscito a sopperire alla partenza di Higuain, il merito è sopratutto del suo allenatore. Regole salde e principi di gioco, questa la ricetta da seguire per rinunciare a 36 gol senza che nessuno se ne accorga (ad oggi il Napoli vanta il miglior attacco del campionato). Nonostante le critiche iniziali, la gestione dei nuovi arrivati è stata magistrale. Zielinski e Diawara sono pienamente inseriti nel progetto, così come lo era Milik prima dell’infortunio. Per gli altri arriverà il momento opportuno.

Dries Mertens 8
Come i gol segnati nelle ultime 3 partite. Da esterno regala dribbling e fantasia, da centravanti segna con facilità disarmante. L’unico ruolo che non gli si addice è quello di panchinaro.

Arkadiusz Milik 7.5
Non era semplice sbarcare a Napoli col dovere di sostituire Higuain. I quattro gol in campionato e i tre in Champions League hanno fatto fregare le mani ai tifosi, poi l’infortunio in Nazionale e la fase di riabilitazione, non ancora terminata.

Marek Hamsik 7.5
È tornato il giocatore ammirato nei suoi primi anni di Napoli. Centrocampista completo, abile in interdizione ed eccezionale quando può giocare in verticale, con o senza palla. Nuovamente presente anche in zona gol. Leader emotivo della squadra.

Piotr Zielinski 7.5
Probabilmente la vera sorpresa di questa prima parte di stagione. Cullato a Empoli da Sarri due anni fa, è sbocciato sotto la cura Giampaolo. Ma in pochi si aspettavano che potesse emergere così rapidamente anche in una grande squadra. Giocatore dalla tecnica sopraffina, usa destro e sinistro con la stessa regale padronanza.

Kalidou Koulibaly 7
Dopo il primo anno di sbandamento con Benitez, ha ormai dimostrato qual è il suo valore reale. Insuperabile nell’uno contro uno, disinvolto quando c’è da giocare la palla. Mezzo voto in meno per i rari, ma talvolta pesanti (vedi Roma, gol di Dzeko) eccessi di sicurezza.

Josè Maria Callejon 7
Prima Benitez ed ora Sarri. Nessuno degli allenatori passati a Napoli negli ultimi anni ha potuto rinunciare all’esterno spagnolo. Probabilmente il più grande equilibratore tattico del nostro campionato, Callejon è tornato anche su eccellenti livelli realizzativi (7 gol nelle prime 18 giornate).

Amadou Diawara 7
Come Zielinski, è stato in grado di bruciare rapidamente le tappe, avallando l’opinione di chi vede in lui un predestinato. Forza fisica dirompente abbinata a una già ottima qualità in fase di palleggio. De Laurentiis vuole renderlo un pilastro del Napoli che verrà.

Vlad Chiriches 7
Non parte titolare nelle gerarchie difensive, eppure è riuscito a ritagliarsi un ruolo da protagonista, prima per infortuni e squalifiche altrui, poi per ottime prestazioni personali. Sorpresa in positivo.

Elseid Hysaj 6.5
Altro fedelissimo di Sarri. Sotto la guida dell’allenatore toscano sin dai tempi di Empoli, l’albanese è diventato col tempo un terzino praticamente completo, appena 22enne. A livello di rendimento garantisce continuità eccezionale.

Faouzi Ghoulam 6.5
Si cambia fascia, non cambia la musica. Se Sarri ha saputo valorizzare l’agonismo di Hysaj, con Ghoulam è stato bravo prima a intuire e poi a esaltare la delicatezza del piede sinistro. L’algerino si è scoperto crossatore eccezionale, ma col tempo è notevolmente migliorato anche in fase difensiva. Non a caso si vocifera di un interessamento del Real Madrid.

Lorenzo Insigne 6.5
Partenza a rilento, che spesso ha fatto sì che Sarri gli preferisse Mertens. In autunno qualche fischio anche dal San Paolo, particolarmente pretenzioso nei suoi confronti. Poi la doppietta con l’Udinese e finalmente il vero Insigne: sgusciante, imprevedibile, a tratti geniale, come testimonia il gol nell’ultimo turno di campionato a Firenze.

Pepe Reina 6
Se la sua leadership non è in discussione, a volte lo sono le sue prestazioni. Non ha mai brillato per continuità, alternando interventi eccezionali a qualche goffa papera. Il 2016 non ha fatto eccezione.

Raul Albiol 6
Non è stata una prima parte di stagione semplicissima. Poca continuità in campo e qualche conseguente insicurezza, per sua fortuna mai decisiva. La sua crescita può regalare maggiore compattezza al reparto difensivo.

Emanuele Giaccherini 5.5
Ci si aspettava qualcosa in più. Uomo di esperienza che conosce alla perfezione il nostro campionato, è stato utilizzato col contagocce, mai da titolare. Rimpiazzare la diligenza tattica di Callejon non deve essere compito semplice ma anche lo spagnolo avrà bisogno di rifiatare nella seconda parte di stagione.

Manolo Gabbiadini 5.5
La sua avventura a Napoli sembra destinata a terminare. Col pubblico partenopeo è sbocciato un intenso amore, Manolo è sempre stato applaudito anche nelle giornate più opache. Non è una prima punta, ma ha sempre mostrato massimo impegno se chiamato in causa e questo gli è stato riconosciuto. Il suo talento impone di trovare un’altra sistemazione.

Allan e Jorginho 5
Le note più stonate di un’orchestra che suona alla perfezione. Entrambi punti fermi della passata stagione, hanno perso progressivamente credito agli occhi del loro allenatore, fino ad essere sorpassati nelle gerarchie da Zielinski e Diawara. Ma una grande squadra ha bisogno di concorrenza interna e di una lunga rosa. Avranno tante occasioni per riconquistare fiducia.

Rafael, Maggio, Maksimovic, Tonelli, Strinic, El Kaddouri, Rog S.V.
Troppo poco utilizzati per essere giudicati. Sarri ama confermare la stessa formazione. Quest’anno è passato da 11 titolari a 14, 15 giocatori utilizzati con continuità. Ma in alcune zone del campo le gerarchie sono ben chiare.

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