Serie A

Diritti tv, Malagò avverte: “Non si può massimizzare i ricavi con il calcio in chiaro”

Angelo Clarizia, Giovanni Malagò, Roberto Fabbricini e Alessandro Costacurta
Angelo Clarizia, Giovanni Malagò, Roberto Fabbricini e Alessandro Costacurta - Foto Sportface

Giovanni Malagò torna a parlare della spinosa questione dei diritti televisivi. Il presidente del Coni si è nuovamente soffermato sull’assegnazione delle partite del prossimo campionato di Serie A in occasione di una cerimonia pubblica a Redipuglia: “Non si può avere sia la moglie ubriaca che la botte piena. È impensabile riuscire a massimizzare i ricavi e al tempo stesso avere il calcio free“.

Malagò ha sottolineato come le società abbiano la necessità di ottenere maggiori profitti dalla vendita dei diritti audiovisivi del campionato: “Il discorso free sta a cuore all’opinione pubblica, ma bisogna pensare anche alle tasche dei signori che sono i proprietari dei club: se guadagno fanno profitti altrimenti ci devono rimettere di tasca propria in quanto privati”. Altra questione aperta è quella della spalmatura in diverse fasce orarie delle partite: “Spesso si dice di adottare il modello dei campionati stranieri. Ebbene, all’estero il cosiddetto calcio ‘spezzatino’ è una realtà consolidata e utilizzata per venire incontro alle richieste dei soggetti televisivi e al contempo rispondere alla necessità di massimizzazione dei ricavi“.

Riguardo la sua esperienza di commissario della Lega Serie A, Malagò ha sottolineato di aver esaurito il suo incarico: “Ora abbiamo una nuova governance. Spetterà a loro dire alla gente che vuole sapere, dove si vedranno le partite e cosa bisogna fare per vederle. Per la prima volta la Lega ha una rappresentanza, un presidente, un cda che dovranno decidere cosa fare. Hanno tutti gli elementi sul tavolo per le dovute valutazioni“.

 

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