In Evidenza

Angel Di Maria, da calle Perdriel a Torino tra il rischio Mondiale e la suggestione Rosario

Angel Di Maria
Angel Di Maria - Foto LiveMedia/DPPI/Laurent Lairys

Nascere a Rosario con un meraviglioso piede mancino al tempo di Leo Messi che è stato e sarà il mancino di Rosario più famoso di tutti i tempi è un fortunato dono del destino che non risparmia una sfumatura beffarda. In fondo è coerente per uno come Angel Di Maria che il meno bravo tra le stelle lo è stato un po’ ovunque: nel Real Madrid di Cristiano Ronaldo, nell’Argentina della Pulce, nel Psg di Neymar prima e Mbappè poi. Ma tutti i trofei vinti, dal primo all’ultimo, hanno il marchio indelebile del Fideo. Nella Juventus che sta scoprendo Vlahovic e che ritroverà Pogba, Di Maria non può ancora dirsi principale uomo immagine del club ma il bianconero apre le porte di nuove sfide e scommesse per un calciatore che ha segnato un’epoca e scritto la storia. Massimiliano Allegri ha quel potenziale creativo offensivo che cercava, lo spogliatoio un leader in più, Dusan Vlahovic il partner che ogni centravanti sogna. Solo Cristiano Ronaldo (40) e Lionel Messi (35) hanno fornito più assist di Di María (32) in Champions League dalla stagione 2003/04. E come se non bastasse, il classe 1988 è stato coinvolto in più di 200 gol in tutte le competizioni con il Paris in 290 partite (92 gol, 110 assist), con una rete in cinque delle quattordici finali vinte a Parigi. A 34 anni c’è da interrogarsi sulle motivazioni tra i tentennamenti col Barcellona e un futuro già scritto – più o meno vicino – al Rosario Central. Tatuaggi e idoli spesso raccontano molto di un calciatore. Il suo braccio sinistro recita: “Nacer en la calle Perdriel fue y será lo mejor que me pasó en la vida” e il mito di quando era bambino era un nerazzurro, Kily Gonzalez, altro rosarino. Insomma, l’attaccamento alle origini e alla sua città è grande, non a caso la richiesta è di un anno di contratto ma la Juventus sogna un piccolo ciclo col Fideo per entrare nella sua di storia e per permettergli di scrivere pagine importanti della Vecchia Signora.

L’altro rischio è l’inedito mondiale autunnale del Qatar. che può distrarre chi sa di non avere un’altra possibilità di alzare al cielo la coppa più prestigiosa. Gli ultimi due trofei dell’Argentina peraltro li ha decisi lui: l’oro olimpico di Pechino e la Copa America 2021, due finali entrambe finite 1-0 con la rete del Fideo. La Juventus però sembra avere le idee chiare: sì ai giocatori già rodati, con classe internazionale e con condizioni favorevoli di acquisto. Di Maria, che da bambino fu pagato 26 palloni dal Rosario Central e che in carriera ha fatto muovere circa 180 milioni di euro in quattro trasferimenti, arriva a Torino a parametro zero ed è uno di quelli. Allegri per lui non fa strappi alla regola: tutti i giocatori nel rispettivo ruolo ideale. E se Pogba tornerà a fare a tempo pieno la mezzala sinistra, Di Maria si prepara ad essere l’ala destra che la Serie A ha sognato per anni, dai tempi del Benfica, quando le condizioni erano fin troppo proibitive per tutte le big. Un anno di emozioni intense ai ritmi del Fideo però non si nega a nessuno a prescindere dai dubbi leciti. Poi a fine stagione verrà il tempo delle scelte, dell’ennesimo bivio di una carriera che è nata da un bivio, in una piccola cucina di Rosario, nella Calle Perdriel: “Decidi: vieni a lavorare con me, finisci la scuola o provi a giocare a calcio per un altro anno”, disse papà Miguel al figlio 15enne. Che scelse bene e vinse la sua sfida. E che ora vuole vincerne un’altra.

SportFace