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A 18 anni lascia la Lazio e il calcio italiano, ecco la storia di Filippo Cardelli. Dopo un anno difficile passato a superare il brutto infortunio che gli è costato la rottura del crociato del ginocchio, adesso il giovane difensore della Primavera dice basta a pochi giorni dall’esordio nella nuova stagione. Volerà negli Stati Uniti per continuare a giocare a calcio, sì, ma in quello dei college americani dove proseguirà anche gli studi. Lo sfogo, attraverso il suo profilo ufficiale Facebook, non nasconde affatto la rabbia nei confronti della società capitolina che – a suo dire – non lo ha mai trattato alla pari dei tanti stranieri che affollano i vivai italiani. Classe 1998, arrivato alla Lazio da due anni, fino agli Allievi Regionali Fascia B giocava nel Futbolclub poi il primo anno in Primavera: “Dopo 10 anni di sacrifici lascio il calcio – scrive Cardelli -. Ci tengo a chiarire che non ho avuto nessuna divergenza con l’allenatore (Andrea Bonatti, ndr) come è stato scritto, anzi il mister è sempre stato onesto con me. Lascio perché sinceramente questo non è più lo sport di cui mi sono innamorato da bambino. Non vedo che senso abbia giocare nella Lazio Primavera e essere circondato da stranieri, e non solo, essere trattato pure come una merda, dopo tutti i sacrifici che ho fatto. Finché si tratta di rinunciare agli studi, agli amici, alle ragazze, è tutto accettabile perché ho un sogno, e il mio sogno viene prima di tutto. Ma quando ti senti dire che dopo un crociato rotto non sei sicuro di avere le cure della società perché non hai il contratto, quando non puoi mangiare a Formello nei giorni di doppia seduta perché non hai il contratto, quando non puoi andare in palestra a migliorarti perché non hai il contratto, quando non ti pagano la visita medico agonistica perché non hai il contratto, ti cascano le palle e rimangono per terra. Ed ovviamente gli stranieri hanno il contratto e guadagnano anche tanto… Non ho mai giocato a calcio per i soldi ma solo per la felicità di far parte di un gruppo di amici che lottano per un obiettivo comune, ho giocato a calcio per il desiderio di poter dire “cazzo ce l’ho fatta”, sono arrivato. La Serie A è piena di stranieri, il calcio degli italiani è morto, e sinceramente se devo essere trattato come uno straniero in patria preferisco andarmene”. Questa la dura replica del difensore, pronto a volare nei Usa come ha confermato anche il suo agente Diego Tavano, che ha pienamente appoggiato la scelta del ragazzo: “È vero, negli Usa il calcio è anni luce indietro, ma almeno ha un briciolo di dignità, quella che noi abbiamo perso. Per tutti quelli che sono arrivati fino a qua e che amano il calcio, un consiglio da chi l’ha vissuto da dentro: non andate allo stadio, non comprate gli abbonamenti tv, perché è tutto finto… Quando Lombardi è entrato e ha segnato con l’Atalanta mi sono emozionato, un ragazzo italiano che corre e suda per la maglia, questo è quello che dovremmo vedere sempre, ma probabilmente adesso non giocherà più, per far spazio ai tanti stranieri. La foto è con Luca Borrelli, uno dei pochi amici italiani del gruppo degli Allievi rimasti in Primavera. Che enorme tristezza…”.