Champions League

Champions League: Juve, è una lezione. Roma, fidati dei giovani

Cristiano Ronaldo
Cristiano Ronaldo - Foto Antonio Fraioli

La giornata di mercoledì 7 novembre si chiude con una vittoria della Roma sul Cska Mosca e una sconfitta in rimonta per la Juventus contro il Manchester United. Rimpianti, dubbi e polemiche per gli uomini di Massimiliano Allegri che al 65′ accarezzano la qualificazione da prima nel girone con la magia di Ronaldo per poi soccombere sotto i colpi dello United prima con Mata e poi con lo sfortunato autogol di Alex Sandro. Discorso diverso per la Roma che vince col cinismo e prova ad ipotecare il passaggio del turno agli ottavi con sempre più certezze sui giovani e meno sui senatori. Ma tra dubbi e polemiche, la Champions League si sveglia con una certezza: il Var è un ingrediente necessario per una competizione di spessore.

JUVE, IMPARA LA LEZIONE – Quel tipo di sconfitta che può fare del bene. Ha voluto guardare anche il bicchiere mezzo pieno Massimiliano Allegri nel post partita di Manchester United-Juventus, sottolineando quanto di positivo può dare alla squadra una beffa simile, senza però nascondere la delusione e la rabbia per una qualificazione buttata nel giro di cinque minuti. Inutile la rete fantastica di Cristiano Ronaldo, sempre più lontano dalla normalità e più vicino a quella veste di alieno che aveva sfoggiato anche con gli avversari di stasera. A mettere più pepe al termine di questa sfida il solito Josè Mourinho nella veste del provocatore con un gesto delle orecchie che non è piaciuto ai tifosi e ancora meno a Bonucci. “La sua reazione? Posso giudicare soltanto quello che succede in campo, ognuno reagisce a suo modo”, il commento di Allegri.

ROMA OK, MA CHE FATICA – Zitti e Mosca, verrebbe da dire dopo le critiche. La Roma di Eusebio Di Francesco mette le mani sulla qualificazione agli ottavi e ha ancora possibilità di farlo da prima classificata del girone di Champions League. A Mosca il vantaggio lo firma quello che è per sua stessa definizione “l’uomo Champions”. Kostas Manolas lo fa sugli sviluppi di un angolo, come nelle ultime cinque reti in Champions, e dà vita, aldilà del gol, ad una prestazione perfetta. Ma è l’unico dei ‘senatori’ a non sfigurare. La forza della Roma è la linea verde: Kluivert è un piacere alla vista, Zaniolo ha la testa e i piedi giusti per sfondare e Pellegrini è ormai una solida certezza. Poi il caso Schick: l’attaccante ceco non ha fatto il suo ingresso in campo, nonostante la prestazione opaca di Dzeko. La sensazione è che un maggiore impiego al posto del bosniaco dell’ex Sampdoria possa fare bene ad entrambi: a Dzeko serve la concorrenza, quella che lo spinse alla stagione record con 39 gol nel 2016-17, al ceco serve fiducia e soprattutto spazio nel ruolo che preferisce.

DISASTRO ARBITRI – La due giorni della quarta giornata della fase a gironi di Champions League verrà probabilmente ricordata come il più grande spot a favore dell’introduzione del Var in ogni competizione. Un rigore negato al Psg contro il Napoli al San Paolo, un fuorigioco non segnalato sul gol di Pellegrini (nessuna colpa per l’arbitro, solo il Var avrebbe potuto ravvisarlo), un penalty negato alla Juventus per un contatto su Cuadrado in area ma soprattutto l’episodio più clamoroso: al 24′ di Manchester City-Shakhtar Donetsk Gabriel Jesus inciampa in area ma l’arbitro Kassai, nonostante l’evidente distanza degli avversari dall’esterno, indica il dischetto del rigore nonostante le proteste. Nella giornata di ieri il presidente del Psg Al-Khelaïfi si è schierato a favore dell’introduzione della tecnologia: nel 2019-20 sarà finalmente la stagione della grande novità, la Champions League non ne può fare a meno.

 

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