Calcio

Addio a Franco Lauro, un gentiluomo della tv: dal basket al calcio, la sua carriera

Franco Lauro

E’ entrato, con garbo e mai sopra le righe, nelle case di milioni di italiani per almeno un ventennio: il volto rassicurante di Franco Lauro ha accompagnato almeno una generazione di amanti del calcio in praticamente quasi tutte le produzioni Rai, da 90° Minuto agli studi pre e post partita di Coppa Italia e tutte le altre competizioni calcistiche della televisione di stato. Da oggi, però, Franco Lauro non c’è più: il mondo del giornalismo piange la scomparsa di una persona perbene, strappata via alla vita in maniera improvvisa e prematura ad appena 58 anni per via di un malore.

Un giornalista esemplare per il proprio stile, sempre affabile e preciso in ciascuno dei programmi condotti sui canali Rai, per la quale incarnava la missione di servizio pubblico che a volte viene a mancare dalle parti di Saxa Rubra. Questo, ma anche molto altro, come sottolinea il collega e amico Gianni Cerqueti nel ricordo della redazione di Rai Sport: Franco Lauro era innanzitutto un appassionato e grande conoscitore di sport, in maniera trasversale. Per diversi anni è stato la voce del basket in chiaro: sue le telecronache in dodici edizioni degli Europei (tra cui quella del 1999 vinta dall’Italia) e tre dei Mondiali di pallacanestro, prima di passare al calcio. Nel corso della sua ultra trentennale carriera in Rai anche le Olimpiadi: ne ha seguite 8 estive e 1 invernale, e in occasione dell’attentato di Atlanta 1996 rimase in studio per oltre 32 ore per curare i collegamenti con le varie edizioni dei tg. Amava il suo lavoro, visceralmente, ed era ben chiaro a tutti, anche a chi non lo conosceva personalmente.

Dopo un ventennio trascorso da inviato e giornalista di punta (sei Europei e sei Mondiali di calcio non si seguono per caso), con alcune sporadiche conduzioni (tra cui quelle per il TG2 in occasione degli scioperi della redazione), dal 2003 la sua presenza in video si fa sempre più massiccia: dopo aver guidato con il solito charme e la giusta verve per non annoiare i telespettatori la Domenica Sportiva del cinquantenario, gli viene affidato 90° minuto Serie B e, dal 2008 al 2014, 90° minuto Serie A, trasmissione che conduce in maniera impeccabile, facendosi apprezzare per la conoscenza della materia e per una proprietà di linguaggio e dei tempi televisivi superiori alla media, e soprattutto per la frase con cui apriva la trasmissione, quel “Un saluto affettuoso a chi ci guarda dagli ospedali e dalle case di cura” che è diventato uno dei marchi di fabbrica del giornalista romano.

Inutile nasconderlo, Franco Lauro era il volto di Rai Sport. Fino a poche settimane fa, visto che negli ultimi anni ha condotto gli studi pre e post partita della Coppa Italia: se il calcio non fosse stato interrotto dalla pandemia di coronavirus, milioni di italiani avrebbero visto ancora una volta la sua faccia paciosa e l’accento spiccatamente romano per le semifinali di ritorno della coppa nazionale. Un destino crudele lo strappa invece dall’affetto dei suoi cari, dall’ammirazione dei colleghi e dalla stima dei telespettatori in un comune martedì di aprile divenuto improvvisamente una giornata nera. A 58 anni Franco Lauro non c’è più: la Rai, e tutti noi, perdiamo una persona d’altri tempi che era riuscita a calarsi perfettamente nel presente, con quella fierezza ed eleganza sempre più rare da trovare nel mondo dello sport in tv.

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