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Il mercoledì notte vede disputarsi otto gare NBA, per quello che è ormai l’ultimo mese di regular season. I playoff si avvicinano sempre più, ma i giochi sono lungi dall’essere fatti; diverse squadre sperano infatti di poter agganciare l’ambito treno della postseason. Tra le franchigie ancora in corsa – sebbene le loro possibilità siano relativamente ridotte a questo punto – vi sono anche gli Charlotte Hornets di Marco Belinelli, distanti tre gare da quell’agognato ottavo posto. Nella notte italiana i Calabroni fanno visita agli Orlando Magic (che il treno per la postseason l’hanno perso da un pezzo), dando vita a una gara piuttosto combattuta. I padroni di casa sono avanti con relativa disinvoltura alla fine del primo tempo e resistono nel terzo quarto, salvo capitolare in quello conclusivo. A trascinare gli Hornets è proprio il nativo di San Giovanni in Persiceto, che in ventuno minuti di gioco – e, come di consueto, in uscita dalla panchina – mette a referto 20 punti; meglio di lui fa solo il compagno di squadra Kemba Walker, che di punti a referto ne mette 22 conditi da 7 assist.
Chi un posto ai playoff l’ha ormai raggiunto aritmeticamente sono i Boston Celtics, che in serata battono sul parquet incrociato del TD Garden gli Indiana Pacers. Non bastano a questi ultimi i 37 punti di un Paul George formato All-Star, né i 25 di Jeff Teague contro gli altrettanti che Isaiah Thomas mette a referto per i Celtics, mentre Avery Bradley ne aggiunge 18 con 8 rimbalzi (e Al Horford 15 con 8 rimbalzi e 8 assist). Sfida che può valere la postseason è invece quella che vede contrapposti i Chicago Bulls e gli antichi rivali Detroit Pistons. A questi ultimi, reduci dal rocambolesco K.O. rimediato ventiquattr’ore prima in quel di Brooklyn, non va certo meglio allo United Center, dove i Bulls sono implacabili e dominano la gara; top scorer per i padroni di casa è un Nikola Mirotic da 28 punti, mentre Jimmy Butler realizza una doppia doppia da 16 e 12 assist.
La serata non offre per la verità molte sfide particolarmente aperte ed equilibrate. Non fa eccezione la gara giocata alla Chesapeake Energy Arena di Oklahoma City, un monologo dei Thunder guidati ancora e sempre dal solito Russell Westbrook. Contro i Philadelphia 76ers, la 35esima tripla doppia stagionale non è che una formalità per il play in maglia numero 0; a Westbrook bastano infatti meno di tre quarti di gioco per collezionare 18 punti, 11 rimbalzi e 14 assist (con un inedito 6 su 6 dal campo). Notevole è anche l’apporto di Enes Kanter, che dalla panchina mette a referto 24 punti e 11 rimbalzi, mentre il migliore dei Sixers è un Nik Stauskas da 20 punti (anch’egli in uscita dalla panchina).
Equilibrio ben diverso è quello che caratterizza la sfida del Verizon Center tra gli Washington Wizards e gli Atlanta Hawks, rispettivamente terza e quinta forza della Eastern Conference. Gli Hawks vengono da un periodo estremamente negativo e sul parquet della capitale finiscono per trovare la quinta sconfitta nelle ultime cinque gare disputate. In realtà gli ospiti danno non poco filo da torcere agli Wizards, che solamente nel finale riescono a spuntarla di misura; a trascinare i capitolini sono i soliti Bradley Beal – con 28 punti e 9 rimbalzi – e John Wall, in doppia doppia da 22 punti e 10 assist. Senza Paul Millsap e Kent Bazemore, non bastano invece Atlanta i 29 punti di Tim Hardaway Jr. né la doppia doppia da 14 e 16 rimbalzi dell’ex “Superman” Dwight Howard.
La maggiore sorpresa della serata giunge da Denver, dove i Nuggets superano con relativa disinvoltura l’ostacolo Cleveland Cavaliers e allungano su quanti li inseguono per l’ottavo posto nella classifica della Western Conference. Assente per la quarta gara consecutiva Danilo Gallinari (alle prese con il solito problema al ginocchio), Denver trova in un Gary Harris da 21 punti il proprio miglior marcatore di serata, mentre Nikola Jokic di punti ne aggiunge 16 con 10 rimbalzi e 7 assist. I campioni NBA 2016, sebbene al completo, non sono quasi mai in partita e si arrendono nonostante i 33 punti di Kyrie Irving, mentre un LeBron James particolarmente sottotono – specie rispetto ai propri eccezionali standard – si ferma a 18.
Gara senza sussulti particolari è anche quella tra Sacramento Kings e Milwaukee Bucks. Questi ultimi, in trasferta a Ovest, colgono la seconda vittoria in due giorni e si insidiano al settimo posto nella graduatoria della Eastern Conference (che a oggi varrebbe loro il ritorno ai playoff dopo un anno di assenza). Con uno strepitoso Giannis Antetokounmpo da 32 punti, 13 rimbalzi e 6 assist diventa tutto più semplice, indubbiamente; i 21 punti di Buddy Hield non bastano invece ai Kings. Maggiori emozioni arrivano da Salt Lake City, dove gli Utah Jazz faticano ben più del previsto contro i New York Knicks. La gara rimane in bilico per tre quarti abbondanti finché, nel quarto conclusivo, i Jazz non riescono a compiere la fuga decisiva, trascinati da un monumentale Rudy Gobert; il centro francese realizza infatti il proprio personale career high da 35 punti, oltre a 13 rimbalzi – 11 dei quali offensivi (!) – e 4 stoppate. I Knicks devono capitolare nonostante un buon Kristaps Porzingis da 24 punti.
I RISULTATI DELLA NOTTE
Orlando Magic – Charlotte Hornets 102-109
Boston Celtics – Indiana Pacers 109-100
Chicago Bulls – Detroit Pistons 117-95
Oklahoma City Thunder – Philadelphia 76ers 122-97
Washington Wizards – Atlanta Hawks 104-100
Denver Nuggets – Cleveland Cavaliers 126-113
Sacramento Kings – Milwaukee Bucks 98-116
Utah Jazz – New York Knicks 108-101