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“Smetto? Sono fiducioso come sempre, guardo avanti e Tokyo è un sogno”. L’intramontabile Fabrizio Donato non ha nessuna intenzione di appendere le scarpette al chiodo, una decisione che è maturata al termine della gara Olimpica di Rio de Janeiro, nel 2016: “A Rio mi ero dato una scadenza, non sono uscito soddisfatto e con del potenziale. In Brasile ho gareggiato il 15 agosto e il 16 mattina mi sono svegliato dicendo: ‘Cosa faccio da grande?’. Io mi voglio ancora allenare, mi sento competitivo con il mondo, perché devo smettere? Però ho bisogno di uno stimolo diverso, da lì è partita la mia scommessa: sono diventato allenatore di me stesso. Poi è arrivato Andrew (Howe ndr) e ho provato ad investire su me stesso”.
Donato poi ripercorre la passata stagione dove non ha potuto partecipare al Mondiale di Londra per via di un infortunio: “Qualcosa ho raccolto nella stagione indoor con la medaglia d’argento a Belgrado, poi l’estate era partita bene con 17.32 (sesta prestazione Mondiale), poi purtroppo mi sono fatto male perché il mio motore può crescere ma il mio telaio ogni tanto scricchiola e devo stare attento. Forse devo impararmi ad ascoltarmi ancora di più e sapermi gestire meglio”.
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