Amarcord

L’angolo del ricordo: Frank Chamizo, da Cuba al bronzo olimpico per l’Italia

Frank Chamizo
Frank Chamizo - Foto Fijlkam

Quando si sente parlare di atleti naturalizzati, a volte, sorge il dubbio che il cambio di nazionalità sia semplicemente legato a maggiori possibilità di qualificarsi ai grandi eventi piuttosto che ad un reale legame affettivo. Ma non è sempre così, anzi. Ne è un esempio Frank Chamizo Marquez, nato a Matanzas, Cuba, nel 1992. Frank cresce con nonna Omaria, perché la mamma lavora in Spagna per mantenere i figli ed il padre se n’è andato quando lui aveva appena due anni. Proprio dopo un litigio con la nonna, all’età di sette anni, Frank esce di casa e per caso trova una palestra di giovani lottatori, rimanendo estasiato dalle loro evoluzioni. Da quel momento, Frank passa giornate intere in palestra, rimanendo lontano dalle brutte compagnie del suo povero paese e mostrando subito un grande talento. A soli 18 anni vince il bronzo ai Mondiali senior di Mosca 2010, è decisamente il giovane lottatore cubano più promettente. Poi l’inferno.

Prima dei Mondiali 2010, Frank pesava 65kg ma perde 10kg per poter gareggiare nella categoria 55kg. Non è facile però mantenere quel peso e al controllo dei Giochi Panamericani 2011, Frank pesa 55.300kg. Le rigide regole della Federazione cubana non tollerano assolutamente quei 300 grammi di troppo e arriva una squalifica di due anni, “ingiusta” come la definisce lui. Frank si ritrova in mezzo alla strada, letteralmente, e fa l’ambulante per arrivare in fondo al mese. L’ancora di salvezza però è la sua fidanzata Dalma Caneva, lottatrice italiana, che dopo la squalifica diventa sua moglie e lo invita a trasferirsi nel Bel Paese. Frank all’inizio non vuole, ma ci riflette e decide di partire per l’Italia, acquisendo la cittadinanza italiana nel 2015.

L’Italia mi ha aperto le porte, mi ha dato fiducia e tutto quello che faccio è per non farvi pentire di aver creduto in me” racconta spesso Frank. Sì, perché lui nel frattempo era ingrassato, “avevo anche la pancia“, ma un talento come lui non poteva rimanere fermo ai box e così riprende ad allenarsi. “In un anno ho fatto 4 finali e ne ho vinte tre: Europeo U23, Giochi Europei e Mondiali. Una cosa che a dirla non ci credi, con un anno di allenamento” racconta Frank. Proprio al Mondiale di Los Angeles 2015, Chamizo è diventato il primo azzurro capace di vincere il titolo iridato ed il primo ad abbracciarlo è stato suo padre, che nel frattempo si era riavvicinato. Frank crescendo si è sentito dire spesso “hai lo stesso stile di tuo padre” e lui non ne capiva il motivo, poi un giorno il papà lo ha chiamato e gli ha raccontato tutti i suoi successi, diventando il fan numero uno del lottatore azzurro.

Frank Chamizo si presenta quindi ai Giochi Olimpici di Rio 2016 da campione mondiale in carica e n.1 del ranking della lotta greco romana (categoria 65kg), deciso a salire sul podio, anche per far capire alla Nazionale cubana che lasciarlo andare è stato un errore madornale. L’avventura a cinque cerchi inizia con la sfida all’armeno Devid Safaryan, rivelatosi più ostico del previsto ma alla fine sconfitto 3-1. L’azzurro continua vincere sulla pedana della Carioca Arena 2, ma preoccupa il fatto che fatichi più del dovuto e sia costretto sempre alla rimonta. Ai quarti di finale contro il georgiano Zurabi Iakobishvili, l’eliminazione era vicinissima per l’azzurro, che si è trovato sotto 3-0. Ma Frank quella medaglia olimpica la vuole e negli ultimi 30 secondi cambia tutto: spinge l’avversario fuori dal cerchio per un paio di volte e lo ribalta a pochi secondi dalla fine.

Un capolavoro che fa ben sperare, ma la semifinale contro l’azero Asgarov smorza gli entusiasmi. Chamizo commette un errore all’inizio dell’incontro, si trova in vantaggio a metà della seconda ripresa, ma alla fine, complici alcune decisioni arbitrali discutibili, è l’azero ad imporsi. Non c’è tempo per i rimpianti, perché l’azzurro deve tornare in pedana nella finale per il bronzo: la medaglia si può ancora vincere, anche se non sarà d’oro. Frank si presenta con una vistosa fasciatura al braccio, ma nemmeno questo può fermarlo. Lo statunitense Frank Molinaro non riesce a fermare l’azzurro: 4-3 e Frank Chamizo è medaglia di bronzo. La medaglia non è stata del metallo più prezioso, lasciando l’amaro in bocca a Frank: “Sono contento per il bronzo, ma anche deluso per aver mancato la finale per il primo posto“. Ma la medaglia è arrivata e col bronzo al collo, la delusione si è affievolita: “Il podio mi ha calmato. Ho fatto tutto per l’Italia” ha dichiarato Frank, che come promesso alla vigilia ci ha messo il cuore per vincere una medaglia, un cuore che è assolutamente tricolore.

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