Amarcord

L’angolo del ricordo: il mistero del primo gol della Bundesliga

E’ ormai noto, sabato riparte la Bundesliga. E’ il primo dei grandi campionati a riaprire i battenti dopo l’emergenza coronavirus, una scelta coraggiosa da parte del governo tedesco che ha deciso di osare e provare a capire se si può parlare o meno di ritorno alla normalità, a cominciare dal calcio. La massima serie tedesca, come molti sanno, è anche l’ultimo dei grandi campionati per data di nascita: la Bundesliga è relativamente giovane e vanta cinquantasette anni di età da quando, dopo la disfatta della Germania ai Mondiali di Cile 1962, la Federcalcio decise di mettere fine ai vari tornei regionali uniformandosi a quanto fatto nei decenni precedenti da paesi come Italia, Francia, Inghilterra e Spagna. Fu così che nacque il campionato tedesco, ma il battesimo di fuoco non fu certo degno di quell’organizzazione ed efficienza tutta teutonica.

La prima partita in assoluto, datata 23 agosto 1963, fu infatti un disastro totale dal punto di vista mediatico. A inaugurare la neonata Bundesliga fu Werder Brema-Borussia Dortmund, una sfida all’epoca di cartello, oggi testa-coda tra penultima e seconda: l’orario scelto per il via ufficiale al campionato della Germania Ovest (mancavano oltre venticinque anni alla caduta del muro) era quello delle ore 17, ma l’arbitro Alfred Ott evidentemente non stava più nella pelle e con le squadre già schierate fischiò il calcio d’inizio già alle 16.58. Due minuti di anticipo che potevano essere del tutto innocui, ma il destino decise che così proprio non doveva andare.

A passare alla storia fu Timo Konietzka del BVB, che dopo appena un minuto di gioco segnò il primo gol nella storia della Bundesliga. Solo che non lo vide proprio nessuno, o meglio, non ci fu modo di mostrare un video, uno scatto, una testimonianza non verbale di quella rete. I fotografi avevano puntato tutti gli obiettivi verso la porta del Borussia Dortmund perché si aspettavano un gol dei padroni di casa, la tv addirittura non si era ancora sintonizzata perché – come da programma – la partita sarebbe dovuta iniziare due minuti dopo. L’operatore dell’Ard, la televisione di stato, non aveva ancora finito di montare la telecamera e non fece in tempo a riprendere il gol dell’attaccante dei gialloneri, abile a far partire subito un contropiede dopo pochi secondi per poi finalizzarlo su un cross di Emmerich. Solo gli oltre trentamila spettatori del Weserstadion videro la palla scivolare alle spalle di Lamberts, non ci sono e non ci saranno mai altri testimoni di quell’evento. Il gol, di fatto, è fantasma: nessun altro lo ha mai visto, non esiste traccia in alcun archivio e soltanto con l’aiuto di moderne tecnologie è stato possibile ricostruire l’azione al computer in maniera quanto più vicina alla realtà in base ai ricordi di chi c’era quel giorno. Non certo un buon viatico per il campionato, anche se quella partita inaugurale fu davvero spettacolare e alla fine la vinsero i biancoverdi in rimonta per 3-2.

Friedhelm Konietzka, il testimone per eccellenza di quella rete, avendola segnata in prima persona alle 16.59 del 23 agosto 1963, è morto nel 2012 mediante il suicidio assistito: Timo, chiamato così per la sua somiglianza con un noto generale dell’URSS, era da tempo malato e decise di mettere fine alle proprie agonie in Svizzera, paese in cui dopo aver segnato 72 gol in 100 partite nel campionato tedesco, visse una seconda vita di allenatore ricca di soddisfazioni, trascinando lo Zurigo fino alla semifinale di Coppa dei Campioni nel 1977. Il suo nome, però, verrà per sempre associato al primo gol della Bundesliga. Una rete fantasma, perduta e della quale fra meno di cinquant’anni non ci saranno più reali testimoni diretti.

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