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L’Italia valuta tassa sul reddito delle scommesse sportive dell’1%

Scommesse sportive - Foto Pixabay

Il settore delle scommesse sportive è in ripresa dalla crisi del 2020 e probabilmente anche per questo è nel mirino del governo che valuta una nuova tassazione sul reddito prodotto. Sul tavolo della discussione ci sarebbe infatti una tassa dell’1%, che porterebbe a una cospicua nuova entrata per le casse dello Stato. A discutere l’ipotesi, già da qualche tempo sul tavolo come la sospensione del divieto di sponsorizzazioni legate alle scommesse, Valentina Vezzali, nella sua veste di sottosegretaria con delega allo Sport insieme ai rappresentanti del Ministero per lo Sviluppo Economico e di quello dell’Economia e Finanze. Anche l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che gestisce il comparto dei giochi è coinvolta nella discussione, che a fronte di nuove risorse per l’erario potrebbe danneggiare il settore delle scommesse offline e i migliori siti per scommesse sportive. Gli operatori di betting online con regolare licenza per l’Italia, sono in allerta e già calcolano i probabili costi della nuova tassa.

Le tasse in vigore sulle scommesse sportive

La sede dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli a Roma – Foto Carlo Dani CC BY-SA 4.0

Il lungo elenco di siti di scommesse con licenza AAMS ha già pagato il prezzo dell’emergenza Covid 19, con la tassa dello 0,5% imposta per gli anni 2020 e 2021 a sostegno del comparto dello sport fortemente danneggiato dalla pandemia. Andando nel dettaglio la tassa sul fatturato dei siti scommesse sportive aveva portato nelle casse dello stato 40 milioni di euro nel 2020 e 50 milioni nel 2021.

In caso la tassa dell’1% vada in porto, tutti i siti di scommesse e le agenzie, che generano incassi per 16 miliardi, porterebbero entrate per 160 milioni circa. Al momento l’accordo non è stato raggiunto e sono state superate le tempistiche per inserire il provvedimento nell’ultima legge di bilancio, ma la discussione continua e si arriverà in breve tempo a una decisione.

La tassa andrà a colpire i migliori siti per scommesse sportive con licenza AAMS e gli operatori con agenzie e corner di betting sul territorio. Le prime stime fanno riferimento a una possibile riduzione delle entrate nel range tra il 10 e il 20%. Tassare il mondo del gioco e i siti dei bookmaker è una strada facile da percorrere. 

Non a caso le nuove imposte sul settore del gaming si avvicendano con le varie leggi di bilancio. L’ultima, e cioè l’imposta Unica, risale al 2019 e fissa le percentuali di tassazione per i vari giochi, che a seconda della tipologia variano dal 20 al 25%. Nel dettaglio la raccolta di gioco a distanza è tassata al 24%, mentre quella sulle scommesse su sport ed eventi virtuali è al 22%.

Meno tasse, meno gioco illegale

Gli italiani hanno una vera e propria passione per le scommesse sportive e ormai non si limitano solo alle scommesse sul calcio, ma le loro preferenze spaziano tra sport più e meno popolari. I migliori siti per scommesse si adoperano per offrire ai giocatori sempre di più. Dai bonus e promozioni, alle nuove opzioni di scommessa come il cashout, passando per applicazioni e tecnologie sempre più innovative che rendono le esperienze di gioco più coinvolgenti. 

Una nuova tassa potrebbe danneggiare il comparto del gioco online e i siti scommesse sportive con regolare licenza. Infatti per far fronte a costi maggiori derivanti dalla tassazione, i vari allibratori potrebbero ritoccare le quote al ribasso riducendo anche i guadagni dei giocatori. Un effetto molto probabile sarebbe dunque quello dell’incentivazione del gioco illegale, che attualmente già gode di ottima salute. Se un qualsiasi sito di gioco illegale offre quote più alte del miglior sito per scommesse sportive, è facile intuire cosa sceglieranno determinate fasce di giocatori.

In Italia i siti di scommesse legali sono regolamentati e controllati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Tali controlli rappresentano anche garanzie di gioco sicuro ed equo per i giocatori. Garanzie totalmente assenti nel mondo del gioco sommerso presso operatori illegali.

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