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Tennis, Andrea Petkovic: “Pennetta, Kerber, Muguruza… non sono un caso”

Andrea Petkovic - Foto Ray Giubilo

Dall’inviato ad Eastbourne Giulio Gasparin e la collega inglese Ros Satar di Britswatch

Ha appena perso al terzo turno del WTA Premier di Eastbourne Andrea Petkovic, ma la sconfitta in tre set per mano di Ekaterina Makarova non le ha tolto il buon umore: sa di aver giocato bene ed è appena arrivata la notizia che con il forfait di Victoria Azarenka lei sarà testa di serie a Wimbledon. Ci scherza sopra, poi parla di filosofia, del tennis femminile, della sua crescita personale ed infine di quello che sarà uno dei grandi eventi dell’estate del tennis: l’Olimpiade di Rio. Tutto questo e molto di più in questa bella e lunga intervista a cura del nostro inviato e la collega inglese Ros Satar del sito Britswatch.com

Non c’è stato bisogno di rompere il ghiaccio con Andrea Petkovic, poiché entrando in sala stampa era troppo impegnata a spiegare all’addetta stampa della WTA che nonostante qualche scartoffia dicesse altrimenti lei non soffriva di asma. La cosa crea immediatamente un siparietto divertente e allora l’atmosfera si è subito rilassata e la conversazione è andata sulla notizia arrivata durante il match della tedesca: con il ritiro della Azarenka da Wimbledon domani durante il sorteggio sarà testa di serie: “L’ho appena saputo, com’è possibile? Vika vero?” ha chiesto lei curiosa e quando le abbiamo spiegato cos’era successo proprio mentre stava battagliando con la Makarova nel secondo set. “Per questo ho perso il match,” ha detto scherzando: “per risparmiarmi per Wimbledon! Avevo un chip nell’orecchio che mi ha informata del fatto di essere testa di serie, quindi ho scelto di perdere!

Su una nota più seria ha quindi spiegato cose fosse realmente successo nel terzo set per prendere un sonoro 6-0, ma lei senza trovare scuse ha spiegato che la sua avversaria ha cominciato a giocare molto meglio e sapendo che non poteva batterla con la sua normale strategia aveva provato a variare di più e andare a rete, ma il piano non è andato a buon fine. “Poco male, sto giocando veramente bene sull’erba e penso di aver giocato bene la scorsa settimana a Birmingham con Carla Suarez Navarro e anche se ho perso penso che quel match sarebbe potuto finire in ogni modo. Forse i primi due turni qui non ho giocato altrettanto bene, ma ho mostrato grande solidità mentale, per esempio ieri contro Sara Errani ero sotto 3-0 nel terzo e cambiando tattica sono riuscita a far girare le cose: sono andata a rete, ho giocato palle corte, cambi di ritmo… ci ho riprovato oggi e non è andata, ma penso di aver giocato molto bene. Non dimentichiamoci che questa è la superficie migliore per lei [Makarova] e il suo è un gioco perfetto per l’erba”.

La tedesca ha quindi spiegato in dettaglio i motivi per cui il gioco della russa funziona così bene sull’erba, sottolineando soprattutto come la sua palla mancina schizzi al servizio, rendendo difficile rispondere.

La cosa che non mi piace dell’erba e non mi è mai piaciuta,” ha quindi spiegato: “è che se perdi la concentrazione anche solo per due o tre punti puoi ritrovarti fuori dalla partita e questo proprio non mi piace. Sulle altre superfici ci sono sempre tante occasioni per far girare un match ed è la continuità che conta, mentre sull’erba non puoi concederti nemmeno una distrazione: due-tre punti in distrazione e sei out

Non poteva però mancare il risvolto psicologico di questa sua visione del tennis su erba: “Forse per questo non mi è mai piaciuta l’erba ma ora mi ci sto abituando…dopotutto la vita è in un battito di ciglia”.

Con la sicurezza di una testa di serie e le buone sensazioni in campo, la ex top 10 può approcciarsi a Wimbledon con la poca pressione di un underdog ma la sicurezza nel proprio tennis: “Un po’ come nello squalo,” ha detto cantandosi la colonna sonora del famoso film: “Mi sono immaginata un po’ come una principessa oscura. Ora per fortuna o sfortuna sono una testa di serie e si vedrà come andrà, i tabelloni li puoi discutere solo una volta fatti”.

Ad esempio, a volte con tabelloni orribili come in Australia, dove avevo al secondo turno Venus Williams e al terzo Maria Sharapova, ho fatto i quarti di finale…quindi a volte non ci si può lamentare nemmeno una volta fatto il tabellone!” ha così illustrato: “altre volte avevo bei tabelloni e ho perso subito. La cosa più importante è che mi sento molto bene e mi sento sicura dei miei mezzi e del mio tennis… poi sull’erba di Wimbledon è sempre più bello giocare, per cui sarà ancora più facile che a Birmingham o qui.

Non solo campi perfetti e tradizione, per la Petkovic c’è un altro motivo importante per cui Wimbledon è diventato uno dei suoi tornei preferiti: “sono stati gli unici a darmi una wildcard tra gli slam dopo che sono tornata dai miei mille infortuni. Quasi due anni dopo esser stata top 10 e infortunata a lungo, solo loro mi hanno offerto una wildcard e io certe cose non le dimentico. Sarò all’antica, ma io mi ricordo le persone che mi hanno fatto del bene e per questo Wimbledon avrà un posto speciale nel mio cuore”.

Poi ho fatto semifinale in doppio in coppia con Magda Rybarikova, chi l’avrebbe mai pensato?” ha detto scherzando ed in effetti nemmeno noi lo ricordavamo. “Grazie a quel risultato ora ho un biglietto extra con l’accredito e mi fa sentire importante: tutto ciò di cui ho bisogno nella vita è di sentirmi amata ed importante!

Ci sono molte ragazze che i tabelloni non li guardano, alcune proprio non vogliono sapere chi hanno davanti nella loro corsa verso il titolo, ma anche in questo la tedesca non poteva che trovare una risposta tutt’altro che banale: “sono molto pragmatica a riguardo: vedo sempre contro chi giocherò, ma non oltre. Però se qualcuno me lo dice non è che mi metto ad urlare o mi tappo le orecchie! Se mi dite che al quarto turno trovo Serena io risponderò: ‘OK’ e andrei oltre… ho imparato a guardare avanti un passo alla volta. Non so se avete presente quando da bambino vedi qualcosa davanti a te e la vuoi prendere subito e finisci per inciampare sui tuoi piedi e ti sanguina il naso? Ecco io ero così, se mi concentravo su obiettivi troppo distanti. Ora non siamo più bambini, per cui è bene posare l’attenzione su un passo alla volta no?

Il discorso poi è finito sull’imprevedibilità del tour femminile, che, per la tedesca, è data dall’altissima qualità della competizione a tutti i livelli.

Questo è un momento molto interessante e io penso di poterlo dire perché quando ero tra le prime 10, nel 2010 o nel 2011, tutto era molto più ‘sicuro’. Penso di non aver quasi mai perso al primo turno prima di quell’anno: se eri testa di serie sapevi che c’erano ottime possibilità che giocando un buon livello di tennis andassi avanti nel tabellone. Oggigiorno sai che anche giocando bene è possibile non vincere un primo turno, soprattutto sull’erba. Ci sono tantissime giocatrici quest’anno che non saranno teste di serie: la Pironkova è sempre un cavallo pazzo, poi c’è la Makarova, la Vesnina, Caro [Wozniacki]... nessuno vorrà avercele contro al primo turno!

In un certo senso, quindi, anche lei si è trovata d’accordo con quanto detto da Anastasja Sevastova la scorsa settimana a Mallorca, quando la lettone ha dichiarato di trovare il tennis femminile più interessante di quello maschile, dove alla fine è sempre una finale tra Andy Murray e Novak Djokovic.

Anche io la penso così, se lo paragoniamo ad anni addietro è certamente più stressante per noi giocatrici, perché dobbiamo tenere altissimo il livello di attenzione già al primo turno e porta via un sacco di energia. Per questo un sacco di giocatrici di alta classifica ogni tanto escono presto, perché è stancante sapere che non puoi concederti nemmeno un primo o un secondo in scioltezza e questo ti consuma a livello mentale. Vincere uno slam ora è ancora più difficile e speciale”.

Ma questa imprevedibilità dei risultati, per la Petkovic, non è il risultato di un caos, semmai di un livello alto e che apre le porte a sempre più contendenti: “Penso che Flavia [Pennetta] abbia dato una scossa, ma né la sua vittoria, né quelle di Angie [Kerber] e Garbine [Muguruza] sono state delle sorprese, perché non è che sono arrivate dal nulla”.

Flavia ha sempre fatto benissimo agli US Open e tutte temevano l’idea di giocarci, a nessuno piaceva trovarsela in tabellone, poi aveva vinto Indian Wells e molto altro, non è che è stata una vittoria arrivata a caso… Angie ha vinto tanti tornei e battuto molte campionesse l’anno scorso…anzi io penso che abbia vinto l’Australian Open nel 2015, poi le cose si sono allineate quest’anno perché potesse prendere il titolo, ma è stato negli anni che si è creata la reputazione e quindi non è stata una sorpresa nemmeno la sua. Poi Garbi si sapeva sarebbe diventata una stella, era solo una questione di vedere quando sarebbe successo”.

Se guardi in prospettiva, quindi, nessuna delle loro vittorie è stata una sorpresa così grande, non c’è caos nel WTA come in molti credono, non è che se mia madre domani prende in mano una racchetta può vincere uno slam. Devi farti le ossa, crearti una reputazione negli anni e poi puoi riuscire ad importi: non puoi semplicemente farti tutto questo in una o due settimane, devi guadagnartelo negli anni e lavorare durissimo. Per me è stato molto bello vedere queste tre ragazze imporsi negli ultimi tre slam, se devo essere sincera”.

Quindi dove si piazza Andrea Petkovic in questo processo? “Mi piacerebbe saperlo”, ha detto sorridendo: “io sono qui per impartire pillole di filosofia e riflessioni profonde, probabilmente questo è il mio ruolo, sì!

Non lo so, per me è sempre difficile fare progetti perché ogni volta che penso di avere un piano prefissato, questo si rivolta contro di me. Per esempio, quest’anno pensavo che avrei potuto fare bene sulla terra e nella mia testa ero pronta a giocare sotto tono sull’erba. Invece non ho vinto mezzo match sul rosso e qui sto facendo bene e mi sto sentendo molto bene!

Nell’anno olimpico poi tante cose possono succedere e per una ragazza così attaccata alla maglia della nazionale dovrebbe esserlo un anno ancora più speciale: “Sono molto emozionata, un po’ come quando da piccola non vedi l’ora sia Natale, perché non sai veramente che cosa ti aspetta… per me è così perché non sono mai andata all’Olimpiade e non so come funzioni, l’ho sempre guardata il TV perché l’ultima volta ero infortunata. Per cui sono emozionata, ma non so veramente per cosa!” ha spiegato ridendo: “voglio vedere la città, ma anche altre competizioni, però so che per noi tennisti è tutto molto compresso… per cui voglio essere pronta e so che quello sì sarà un mega-caos!

E poi ci sarà quello che lei stessa ha chiamato il ‘peggior doppio del mondo’, ovvero l’accoppiata Kerber-Petkovic:Oh sì, io e Angie, ovvero il peggio!” ha spiegato ridendo: “Se fate previsioni sul doppio olimpico quindi contateci come cavalle pazze: il peggior doppio del mondo farà il colpaccio, ci si potrebbe scrivere un saggio universitario a riguardo!

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