Serie A

Serie A 2017-18, Juventus Campione d’Italia: il pagellone della stagione

Gonzalo Higuain
Gonzalo Higuain - Foto Antonio Fraioli

E sono sette. La Juventus conquista l’aritmetica certezza della vittoria dello Scudetto 2017-18, il settimo consecutivo. Gli uomini di Massimiliano Allegri sbaragliano la concorrenza e conquistano questa storica vittoria precedendo un Napoli, capace di buttare al Franchi di Firenze la possibilità di tenere viva la corsa Scudetto.

Gianluigi BUFFON: VOTO 8

E’ ormai giunta al termine, a meno di clamorose decisioni dell’ultimo minuti, la carriera di Gianluigi Buffon in campo o, più romanticamente ancora tra i pali. Pali difesi come pochi eletti nella storia del calcio e che per 17 lunghi anni sono sempre stati gli stessi, quelli della sua amata Juventus. Escluse le ultime due ancora da giocare in campionato, 33 presenze in totale per il 40enne di Carrara, che ha mostrato ancora una buonissima condizione fisica tutto sommato, concedendosi delle parate comunque decisive, che lo hanno comunque confermato tra i migliori portieri almeno della Serie A, forse solamente dietro ad Alisson. Far pesare sulla valutazione finale gli eventi del Bernabeu, che obiettivamente non hanno fatto bene alla figura del numero 1 bianconero, non sarebbe stato affatto giusto per lui che ha comunque chiuso la stagione con una parata decisiva per lo Scudetto contro il Bologna ed una performance attenta nella sua prima e probabilmente unica finale di Coppa Italia da titolare con la Juventus. La serata del Bernabeu nella sua conclusione e i due gol subiti dal Tottenham allo Stadium sono infatti le uniche due pagine davvero negative di una stagione in ogni caso positiva.

Wojciech SZCZESNY: VOTO 7

La prima stagione in bianconero è vicina alla sua conclusione con 20 presenze totali, di cui 16 in campionato, con 13 reti inviolate tra Serie A, Coppa Italia e Champions League. Nessun errore degno di nota per il polacco, che è entrato già in parte nel cuore dei tifosi con la parata nel finale di Juventus-Roma su Schick, a salvare il risultato e a regalare punti pesanti alla squadra in chiave Scudetto. Con Wojciech Szczesny la Juventus sembra finalmente pronta al ritiro di Gianluigi Buffon, che potrebbe essere meno doloroso con un portiere come l’ex Arsenal e Roma tra i pali per i prossimi anni.

Medhi BENATIA: VOTO 8.5

Riscattato dal Bayern Monaco dopo una prima stagione complicata, il marocchino ex Roma si è pian piano conquistato un posto da titolare inamovibile nella Juventus. Insieme a Barzagli è stato il più presente in Europa Benatia, che nelle singole partite (20 anche in Serie A) soprattutto ha dimostrato di essere l’emento più solido della difesa della Vecchia Signora. Il gol decisivo contro la sua Roma ha fatto comunque la differenza alla fine del girone d’andata, per un giocatore il cui unico rimpiato è stato sicuramente quello di non aver potuto aiutare i compagni nella partita d’andata dei quarti di finale di Champions League per via della squalifica dovuta alla somma di ammonizioni. Vista anche l’età dei suoi compagni di reparto però, con annesso l’arrivo dell’ancora giovane Caldara, è lecito pensare che dal prossimo anno Benatia potrebbe essere ancor di più punto di riferimento della difesa che da 7 anni è la migliore d’Italia, che ora ha bisogno di lui come punto di collegamento tra la “vecchia guardia” formata da Barzagli e Chellini e il futuro della difesa juventina con Rugani e Caldara.

Daniele RUGANI: VOTO 6.5

Ha collezionato 4 presenze in più il 23enne ex Empoli rispetto alle 20 della scorsa stagione, accumulando esperienza grazie alla convivenza con dei compagni di reparto affermati. Si sono ovviamente visti dei progressi, ma resta obiettivamente fare delle previsioni su quello che Rugani potrà essere in futuro per la Juventus e, aspetto non trascurabile, per la Nazionale. Non mancano le doti difensive al numero 24, che deve ancora crescere in fase di impostazione, caratteristica importante di tanti difensori nel calcio moderno. Dopo un inizio con tante presenze consecutive, Allegri gli ha preferito i compagni: in alcuni momenti ha dato l’impressione di essere pronto per giocare con maggiore continuità, in altri meno, ma la stagione è stata indubbiamente incoraggiante. Il prossimo anno potrebbe essere quello chiave per capire se la Juventus punterà su di lui per tante stagioni: con l’avanzare dell’età di Chiellini e Barzagli il ragazzo cresciuto proprio nel settore giovanile bianconero avrà progressivamente più chance per mostrare effettivamente tutto il suo potenziale.

Giorgio CHIELLINI: VOTO 8

E’ stato ancora lui il leader della difesa bianconera con 38 presenze tra tutte le competizioni in stagione. E’ difficile dare un voto diverso alla stagione di Giorgio Chiellini, soprattutto perché, se si guarda al miglior periodo di questa stagione della Juventus, ovvero l’inizio dell’anno solare 2018, si può vedere come sia stato proprio questo il periodo in cui il numero 3 ha collezionato più presenze, ridando forse tranquillità ad un ambiente che si è visto di fronte un Napoli più pronto ed agguerrito che mai, oltre ad aver perso un pezzo fondamentale del passato più recente con Leonardo Bonucci. Ovviamente Chiellini non è riuscito a sostituire Bonucci per evidenti differenze dal punto di vista tecnico, ma sicuramente questo Scudetto la Juventus lo deve in parte proprio al periodo a cui si faceva riferimento sopra e dunque anche al suo difensore, che con l’addio di Buffon e la partenza probabile di Marchisio a fine stagione, sarà la vera bandiera, l’uomo spogliatoio e con ogni probabilità anche il capitano per il futuro più prossimo.

Andrea BARZAGLI: VOTO 7

A 37 anni da poco compiuti si sta per chiudere un’altra buona stagione, l’ennesima in bianconero per il Campione del Mondo 2006. La continuità può difficilmente essere quella di un tempo per uno come lui, che soprattutto contro le due grandi spagnole in Europa ha mostrato delle difficoltà anche a livello fisico. Ma in Serie A ha ancora mostrato di poter essere importante in una squadra che punta a vincere come la Juventus. E’ incerto anche il suo di futuro, ma anche per lui potrebbe profilarsi un anno, il prossimo e magari ultimo con la Juventus, da uomo spogliatoio e simbolo della squadra quale oramai è, oltre che ovviamente a maestro per i due giovani difensori bianconeri e azzurri.

Alex SANDRO: VOTO 7

Dall’essere una delle principali armi della Juventus 2016/17 e probabilmente degno erede di Marcelo, che ancora gli è evidentemente superiore, il terzino sinistro ex Porto è uno di quelli che, nonostante il voto positivo, ha mostrato un calo più o meno netto in questa stagione. Meno disarmante nelle accelerazioni sulla fascia, meno cattivo, agonisticamente parlando, e qualche volta in più distratto a livello difensivo. Il brasiliano è andato più a sprazzi, sbagliando qualche partita del dovuto e dando meno certezze ad Allegri, che si è affidato più del solito ad Asamoah. Come per Chellini, il suo periodo migliore è coinciso col periodo migliore di tutta la squadra, per cui rimane un giocatore fondamentale. Visto il rendimento un po’ più basso non si sa quale sarà il suo destino, che potrebbe dipendere anche da un eventuale cambio in panchina, sia alla Juventus, sia al Chelsea, con Conte che già dalla scorsa estate aveva provato a portarlo via da Torino: con la partenza di Asamoah quasi certa e l’arrivo di Spinazzola, promettente ma ancora inesperto a livello europeo, è ipotizzabile però che Marotta e la dirigenza proveranno a tenerlo.

Kwadwo Asamoah: VOTO 7

Nella gestione Allegri è sempre stato un “dodicesimo uomo” tra i più forti della nostra Serie A ed anche quest’anno il ghanese si è fatto valere non poco, mostrandosi in alcuni frangenti della stagione anche più in forma rispetto al suo compagno Alex Sandro. Dopo 6 Scudetti conquistati, anche per lui l’avventura, più che positiva, alla Juventus, sta per chiudersi: si parla di un suo probabile approdo all’Inter, che a sinistra senz’altro si rinforzerebbe, togliendo agli avversari un’alternativa importantissima, prima ad Evra e fino ad oggi ad Alex Sandro.

Mattia DE SCIGLIO: VOTO 6

Tanta sfortuna e 19 presenze in stagione per Mattia De Sciglio al suo primo anno in bianconero. Ma dall’esordio non convincente con il Barcellona al Camp Nou, anche lui ha saputo rimettersi in carreggiata e, comunque, disputare diverse partite di buon livello soprattutto il Serie A. La Juventus, che lascerà andare Lichtsteiner, sta già pensando al futuro, precisamente a Santiago Arias, migliore giocatore di questa Eredivisie, ma intanto ha trovato un De Sciglio più sicuro di sé, pronto certamente a migliorarsi dopo essere stato criticato, sia al Milan che agli inizi alla Juventus, per non aver mostrato ancora il potenziale che invece si era intravisto proprio con Allegri, al Milan.

Stephan LICHTSTEINER: VOTO 6.5

Con un addio già certo a fine stagione, lo svizzero si appresta a chiudere la sua carriera in bianconero, dopo essere diventato un senatore della squadra e un idolo della tifoseria: suo è stato il primo gol di questi vincenti 7 anni della Juventus, il primo gol allo Juventus Stadium. Per lui 31 presenze in totale e una “vittoria” nella sfida interna con De Sciglio rispetto a cui ha mostrato più esperienza e affidabilità, come dimostrano le 26 presenze in campionato ed il reinserimento nella “lista Champions” dopo la fase a gironi. La condizione fisica ovviamente non è stata quella dei giorni migliori, ma nel sistema di gioco juventino di Allegri anche lui è stato utile e, a suo modo decisivo: da subentrato ha contribuito a portare la Juventus ai quarti di finale in Europa, cambiando la partita con la sua spinta sulla destra e ha alimentato il sogno poi al Bernabeu, sostituendo De Sciglio e fornendo l’assist del momentaneo 0-2 a Mandzukic.

Miralem Pjanic: VOTO 8.5

Fino ad ora 42 le presenze del bosniaco, che dopo la prestazione da dimenticare nella finale di Cardiff ha preso comunque le chiavi del centrocampo juventino in mano, diventando a dir poco fondamentale. Con il passaggio dal 4-2-3-1 al 4-3-3 e la “protezione” delle due mezze ali ha mostrato un rendimento molto più alto e a tratti qualità da campione in fase di regia. Delle 7 partite non vinte dalla Juventus il bosniaco ne ha saltate 3, per una squadra che senza di lui ha perso spesso equilibrio e anche qualità a livello offensivo, come anche nell’andata contro il Real Madrid, dove Bentancur non è riuscito a farlo dimenticare. Per la società di Corso Galileo Ferraris molti hanno parlato e parlano di possibile rivoluzione, con l’ipotesi cambio di allenatore ancora non accantonata e l’addio certo ormai di alcuni pezzi fondamentali di questi anni: di sicuro però, rivoluzione o meno, il numero 5 bianconero, dopo i 6 gol e i 14 assist di quest’anno, dovrebbe essere una delle figure più importanti della Juve dei prossimi anni

Blaise MATUIDI: VOTO 8.5

Nonostante i 31 anni di età, Blaise Matuidi si è rivelata quest’anno l’ennesima mossa di mercato azzeccata dai dirigenti bianconeri. Con le sue 48 presenze stagionali ha rappresentato un qualcosa che alla Juventus mancava almeno dall’addio di Arturo Vidal in quanto a forza nei contrasti, attenzione, spirito di sacrificio e lavoro in fase di interdizione: il gol al Bernabeu è la dimostrazione della sua pressione, della sua costanza che quasi mai sono mancate in stagione e, come in quel caso specifico, lo hanno portato a sfruttare gli errori avversario, altro fattore per fare la differenza nelle singole partite.

Sami KHEDIRA: VOTO 8

Per un centrocampista, 9 gol in 26 presenze in Serie A non sono affatto pochi e aiutano comunque nella valutazione complessiva della stagione del tedesco. Dopo un inizio non facilissimo a livello fisico, nella serie di 20 partite su 21 consecutive giocate tra tutte le competizioni, ha fornito un apporto non indifferente contribuendo a rendere quello tra dicembre e marzo miglior periodo della Juve, che ha totalizzato uno storico di 18 vittorie e 3 pareggi.

Rodrigo BENTANCUR: 6.5

Neanche Rodrigo Bentancur si sarebbe probabilmente aspettato di giocare 893 minuti, distribuiti in 25 partite, nel suo primo anno alla Juventus. Un anno in cui ha mostrato certamente le sue lacune, dovute sicuramente all’inesperienza, ma anche tanto bel potenziale da gestire, che potrebbero portarlo a diventare un centrocampista di buonissimo livello nei prossimi anni. Anche lui, come Pjanic, ha fatto capire di essere maggiormente in difficoltà nel centrocampo a due, mettendosi però in mostra con delle belle giocate nel centrocampo a tre. Non è sembrato ancora pronto per i palcoscenici importanti in Champions League, ma il tempo, e soprattutto la società, sono ancora dalla sua parte.

Claudio MARCHISIO: VOTO 6

Punirlo con una insufficienza non sarebbe stato giusto, ma con meno di 1000 minuti all’attivo e prestazioni poche volte al livello del Marchisio pre-infortunio la sua stagione non può considerarsi esattamente soddisfacente. A 32 anni, dopo una vita nella sua amata Vecchia Signora, i rumors lo vedono sempre più lontano da Torino, con l’ipotesi sempre più fondata di un trasferimento negli Stati Uniti, o magari in qualche altra lega emergente. Prima dell’infortunio, anche dopo l’addio di Pirlo e la finale di Berlino, Marchisio era rimasto il perno del centrocampo juventino, garantendo una precisione, una freddezza e una velocità di palla a centrocampo che quest’anno non sono state le stesse: non si sa se, alla sua età, il numero 8 bianconero ritroverà mai lo smalto dei tempi migliori, ma proprio per questo sembra per lui arrivato il momento di lasciare la Juventus, nella speranza di trovare una nuova sistemazione che gli garantisca quanto meno una titolarità più costante negli ultimi anni della sua carriera. Di certo, con queste premesse, e con la quasi certezza che Marchisio lasci dopo questa stagione il calcio europeo, il trasferimento sarebbe sicuramente più indolore, per la società e l’ambiente che perderebbero comunque un simbolo di juventinità, e non solo questi ultimi 7 anni da record.

Stefano STURARO: VOTO 5.5

Difficile davvero valutare la sua stagione con 500 minuti giocati in meno rispetto allo scorso anno. I nuovi arrivati gli hanno tolto molto spazio e lui non è riuscito sempre a dare il meglio di sé entrando dalla panchina. Dipenderà certo dai movimenti del mercato della dirigenza a centrocampo, ma il suo futuro alla Juventus non è per nulla certo.

Douglas Costa: VOTO 9

Arriviamo finalmente al giocatore di punta del nostro pagellone, premiato soprattutto per via del suo meraviglioso girone di ritorno in campionato, con delle performance spesso di grandissima qualità anche in Champions League, sino ad arrivare alla finale di Coppa Italia di pochi giorni fa: con 45 presenze totali e quasi 3000 minuti giocati, il numero 11 è diventato un elemento a cui la Juventus non può rinunciare. La incredibile velocità sulla fascia, con i suoi 13 assist in stagione, lo hanno reso spesso l’arma più importante di quest’anno della squadra di Allegri. Anche da subentrato, oltre che da titolare, il brasiliano ha saputo fare la differenza nella sua prima stagione in Serie A, mostrando di essersi ormai abituato dopo un periodo di adattamento e di aver trovato anche una grande intesa con i suoi compagni di reparto. Anche per quanto riguarda l’attacco per la Juventus si parla di un possibile grande sacrificato in attacco, ma lui è sicurissimo ormai di un posto da protagonista anche nella rosa del prossimo anno.

Federico BERNARDESCHI: VOTO 7

Per Bernardeschi si avvicina la fino della prima stagione in maglia bianconera. Una stagione particolare quella dell’ex Fiorentina, che dopo un inserimento graduale tra i titolari, stava finalmente trovando il picco della continuità e del rendimento a metà stagione, quando però un pesante infortunio al ginocchio lo ha fermato facendogli saltare 7 partite di fila in campionato. Con 5 gol e 7 assist in “soli” 1037 minuti giocati, Bernardeschi ha dimostrato di poter essere comunque un giocatore importante, come testimonia anche il suo pesantissimo gol nella polemica serata di Cagliari, decisa da un gol pesantissimo per lo Scudetto. Proprio dopo la buona media di questa stagione e le buone prestazioni prima dell’infortunio, la prossima stagione potrebbe essere ancora più stimolante per lui, che proverà a ritagliarsi uno spazio sempre più ampio nelle rotazioni tra i titolari in tutte le competizioni.

Juan CUADRADO: VOTO 7.5

Soltanto la fastidiosissima pubalgia ha rovinato una stagione più che positiva per Cuadrado guardando i numeri, con 5 gol e 10 assist in 29 presenze, dunque partecipe di un gol ogni due partite circa. E’ mancato non poco ad Allegri e i suoi nei 3 mesi di stop, che hanno privato la Juve di un’arma davvero importante: nel sistema del 4-2-3-1, usato comunque diverse volte in stagione, i suoi cross per Mario Mandzukic sono stati una costante tattica della stagione, coincidendo anche col miglior periodo del croato in stagione, che con l’assenza del compagno ha perso un po’ di pericolosità sotto porta. Nel mercato di questi anni non bisogna mai dare nulla per scontato, ma nell’importanza tattica che ha per la squadra (nelle ultime uscite ha giocato anche da terzino sulla fascia), nella sua crescita anche a livello difensivo, nella sua velocità ed imprevedibilità, che dai tempi della Fiorentina in Serie A fanno la differenza, nei gol pesanti come quello al Milan ed infine nelle cifre ci sono quasi tutti i motivi per cui non ci sarebbe da sorprendersi se Marotta e i suoi decidessero di tenersi stretto il numero 7.

Paulo DYBALA: VOTO 8

Dopo un fulminante inizio di stagione con 12 gol nelle prime 8 partite ufficiali, il livello di Dybala si è assestato quasi un po’ troppo, visto che gli altri 14 gol sono arrivati nelle altre 36 presenze. In una stagione molto positiva, la prima col numero 10 bianconero sulle spalle, a Dybala è mancata quel po’ di costanza in più che era lecito aspettarsi nel girone di ritorno, o almeno nelle partite importanti in Champions League: un gol pesantissimo per lui, quello dell’1-2 finale a Wembley, poi delle buone prestazione, ma nessun altro gol né assist. La valutazione, si sa, dipende sempre dalle aspettative e premiarlo ulteriormente solo per il girone d’andata sarebbe stato eccessivo: da lui si richiedeva un ulteriore salto di qualità, che però è arrivato solo parzialmente. La prossima stagione, qualunque cosa succeda nella sessione di mercato, potrebbe dirci tanto sul livello del potenziale fuoriclasse argentino.

Gonzalo HIGUAIN: VOTO 8

Chiuderà la stagione con meno di 20 in campionato probabilmente, e per lui potrebbero arrivare diverse critiche, ma la stagione della punta bianconera, con 23 gol (di cui 5 in 10 presenze in Champions League) e 8 assist, uno in più di Dyabala ad esempio), non merita assolutamente di essere punita. Certamente, nel sistema di gioco di questa stagione Higuain ha inciso di meno e ovviamente come per tutti i suoi compagni le cifre vanno messe in relazione agli avversari e considerando la forza della squadra in cui si gioca, ma è proprio per questo che “il Pipita” non può essere bocciato in questa stagione: senza il suo gol in Portogallo, i suoi 3 gol nella doppia sfida con il Tottenham, la doppietta a San Siro con il Milan ed il gol decisivo contro l’Inter, la stagione della Juventus sarebbe potuta anche diventare fallimentare. I gol, d’altronde, vanno pesati oltre che contati, e da parte sua, di gol pesanti, non ne sono mancati. Per lui vale il discorso della maggior parte dei suoi compagni di reparto: le ragioni per tenerlo ci sarebbero, ma la cifra spesa due anni fa oramai, e l’età che va verso i 31 anni potrebbero anche indurre la Juventus a rischiare il contrario. L’ex Napoli è stato tra quelli col più alto minutaggio (più di 3700 minuti distrubuiti in 48 partite) e nel caso la società decidesse ancora di tenerlo, per tentare di risparmiarlo maggiormente, potrebbe essere utile investire su un attaccante con caratteristiche a lui simili, specie se Mandzukic dovesse lasciare la squadra.

Mario MANDZUKIC: VOTO 6.5

Per uno come lui, la media di un gol ogni 432 minuti in Serie A è piuttosto bassa. Fisicamente ques’anno non è sempre stato al meglio il croato, che ha dato il meglio di sé nelle notti europee, segnando 4 gol in 6 presenze con l’importantissimo gol contro lo Sporting Lisbona e la doppietta che aveva ridato speranza al popo bianconero al Bernabeu. In diverse partite è rimasto tuttavia un po’ troppo slegato dalla manovra offensiva, non facendo mai mancare però la sua grinta da gladiatore e il suo spirito di sacrificio, che lo hanno reso un punto di riferimento per la gestione di Massimiliano Allegri alla Juventus. Non è scontata la sua permanenza in Italia, il suo futuro sembra anzi essere legato non poco a quello del proprio allenatore, dato che la squadra potrebbe perdere in questa estate già diversi pezzi importanti.

Allenatore: ALLEGRI 7.5

Ancora promosso il livornese alla guida della Juventus, con un voto più incerto derivante dall’impronta meno chiara che quest’anno è riuscito a dare alla squadra: diversi cambi di modulo a seconda dei giocatori e degli avversari, ma anche per le incertezze della sua difesa nel girone d’andata. Ma in fondo, la Juventus ha superato anche quest’anno la quota dei 90 punti, battendo forse l’avversario più forte di questi 7 anni e sicuramente il più duro della sua gestione e ha stravinto la Coppa Italia. Tante le occasioni in cui il tecnico ha saputo preparare alla grandissima i suoi ragazzi per scendere in campo, come nella trasferta al Bernabeu, diverse le volte in cui ha scelto la soluzione giusta dalla panchina, spesso Douglas Costa, ma anche Lichtsteiner e Asamoah a Wembley. Non si può dimenticare ovviamente la partita di andata contro il Real Madrid o la sconfitta contro il Napoli, in cui la squadra è sembrata un po’ troppo piatta. Dopo la finale stravinta contro il Milan in Coppa Italia e il finale di campionato, la società bianconera si troverà per la prima volta davanti ad un bivio: iniziare un nuovo ciclo con una nuova guida tecnica, o continuare con Allegri, con la consapevolezza di dover ricominciare una nuova fase, a partire dall’abbassamento dell’età media, tra le più alte della nostra Serie A. Tutto questo, cercando di mantere altissimo il livello, per puntare ad essere competitivi in tutte le competizioni. Indubbiamente, dopo questi 4 anni alla guida della Juventus, c’è bisogno ora di un nuovo cambiamento, lontano o vicino da Torino, a cui Massimiliano Allegri è oramai indissolubilmente legato.

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