In Evidenza

Doping, sponsor in fuga da Maria Sharapova: da Nike a Tag Heuer

Maria Sharapova - Foto Ray Giubilo

Il terremoto che ieri sera ha scosso il mondo del tennis, non poteva non scatenare conseguenze. La confessione della campionessa del tennis Maria Sharapova ha scatenato reazioni a catena, non ultima quella dello sponsor della siberiana. La Nike infatti ha annunciato di aver sospeso il rapporto di sponsorizzazione con la vincitrice di cinque Slam dopo che lei stessa ha ammesso di essere risultata positiva a un farmaco dopante lo scorso gennaio agli Australian Open. Si tratta del Meldonium, un medicinale che Masha assume da dieci anni ma che dall’inizio del 2016 è stato inserito dalla Wada tra i farmaci proibiti in quanto aiuterebbe la performance atletica oltre a essere un anti-ischemico. L’azienda del baffo ha subito preso le distanze: “Siamo molto sorpresi e rattristati – ha comunicato Nike attraverso una nota stampa – abbiamo deciso di sospendere il nostro rapporto con Maria Sharapova fino a che la situazione non sarà chiarita” . Il contratto era stato rinnovato nel 2010 per 8 anni e oltre 70 milioni di dollari, ma la Nike non è l’unico sponsor ad abbandonare Maria. A seguire è arrivato anche il comunicato della Tag Heuer, azienda di orologi svizzera: “Stavamo discutendo il rinnovo – si legge in un comunicato – ma vista la situazione, è meglio aspettare”. Ma ora anche gli altri main sponsor potrebbero abbandonare a breve la tennista russa. Anche Porsche infatti, oltre ad aver deciso di cancellare tutti gli eventi in programma con la tennista fino al termine dell’indagine, ha ora annunciato la sospensione di tutte le attività già pianificate. “Ci rammarichiamo delle notizie su Maria Sharapova”, afferma la casa automobilistica tedesca in una nota, aggiungendo che la decisione avrà vigore almeno “fino a quando non si conosceranno maggiori dettagli e non saremo in grado di analizzare la situazione”.

Mentre il numero uno del tennis russo Shamil Tarpishchev definisce una sciocchezza la sospensione cautelare della Sharapova ed è convinto che non rischi affatto l’Olimpiade di Rio de Janeiro, di tutt’altro avviso la l’Agenzia mondiale antidoping (Wada) che in una nota ha fatto sapere di essere a conoscenza della vicenda e di essere in attesa dei motivi della decisione della Federazione mondiale del tennis (Itf). Poi deciderà se ricorrere autonomamente al Tas: “Possiamo confermare che il Meldonium è stato aggiunto alla lista delle sostanze proibite dal 1° gennaio 2016 – si legge nel comunicato – dopo un programma di monitoraggio durato tutto il 2015, a causa delle prove del suo uso da parte degli atleti con l’intento di migliorare le prestazioni”.

Contro la Sharapova si è scagliata anche Jennifer Capriati, che ha postato tweet al veleno a poche ore dall’autodenuncia della tennista: Sono estremamente arrabbiata e delusa. Ho perso la mia carriera, ma non ho mai voluto barare. Il motivo non importa. Ho dovuto gettare la spugna e soffrire. Non ho avuto a disposizione una squadra costosa di medici che mi aiutassero a trovare un modo per ingannare il sistema“. Questa la reazione a caldo dell’ex numero uno al mondo,  costretta nel 2004 al ritiro (mai ufficialmente annunciato) dall’attività agonistica per i numerosi problemi fisici, in particolare alla spalla: “E’ giusto prendere un farmaco che aiuta il tuo cuore a recuperare più velocemente se non si hanno problemi di cuore?”, l’interrogativo che pone la Capriati.

 

SportFace