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Tennis, Alessandro Giannessi: ”Sarebbe un onore giocare per la maglia azzurra”

Alessandro Giannessi - Australian Open 2016 - Foto Bruno Silverii

A cura di Savio Magrone

“Abbastanza stanco ma felice”. Sono queste le prime parole con le quali Alessandro Giannessi, classe ‘90, è intervenuto in esclusiva a Sportface.it, delineando un breve resoconto sulla straordinaria stagione appena conclusa, spaziando dall’exploit di Flushing Meadows fino al clamoroso successo nella finale di serie A1 con il Tennis Park Genova. Il tennista spezzino ha concluso l’anno al n°128 del ranking ATP, a soli due posti dal best ranking conseguito nel lontano aprile 2012, garantendosi la possibilità di disputare le qualificazioni del primo Grande Slam dell’anno venturo, gli Australian Open.

Come si può definire il tuo stato d’animo ad oggi?
“Sto piuttosto bene, anche se sono abbastanza stanco perché sto facendo preparazione ma sono molto felice per come sta procedendo. Ci stiamo allenando molto bene e sono pronto per partire tra qualche giorno per Doha, dove disputerò il mio primo torneo stagionale. Posso ritenermi fiducioso per il lavoro svolto”.

Dunque hai ripreso subito gli allenamenti dopo la straordinaria vittoria nella finale scudetto?
“Ero già sotto allenamento prima di Montecatini e ho ripreso il giorno dopo la vittoria scudetto, la quale può essere definita come la ciliegina di un’eccezionale stagione”.

Pensi che il doppio disputato con Mager, che ha portato il punto decisivo, può essere considerata una delle partite può importanti della stagione? Vi aspettavate un simile successo?
“Sono molto felice di aver conquistato lo scudetto con il Park Genova poiché è stato il circolo che ha meritato questo titolo e sono entusiasta per aver contribuito a questo trionfo. Ad essere sincero, non era assolutamente semplice ma abbiamo espresso il meglio di noi stessi, anche perché è stato un anno in cui le circostanze sono girate nel verso giusto”.

Il 2016 ha rappresentato una stagione decisiva per il tuo definitivo salto di qualità. Qualcuno ha parlato anche di convocazione in Coppa Davis nel prossimo anno. Come rispondi a questa ondata di fiducia?
“E’ stato sicuramente un anno positivo e rispondo ringraziando coloro i quali hanno espresso questa idea. Sarebbe certamente un onore giocare per la maglia azzurra”.

Un pronostico sull’Italia, in scena in Argentina, detentore del titolo, nel prossimo febbraio?
“Secondo me partono leggermente favoriti i sudamericani ma credo che l’Italia possa giocarsi le sue chance di vittoria. Dico 45% noi e 55% Argentina”.

Hai concluso la stagione al n.128 del mondo grazie soprattutto all’exploit compiuto a New York. Ti aspettavi di approdare al secondo turno del Grande Slam partendo dalle qualificazioni?
“Sinceramente è stato un exploit inaspettato anche per me, soprattutto perché è avvenuto sul cemento, che non è la mia superficie preferita, però mi sono subito adattato molto bene ed è stato un ottimo torneo dove avevo sensazioni positive ed ho espresso un grande tennis dal primo all’ultimo punto. Con Wawrinka penso di aver disputato il mio miglior match in carriera perché per stare al passo di un giocatore simile devi necessariamente esprimere le tue migliori qualità e penso di averlo fatto molto bene”.

Data l’ottima classifica conseguita, come imposterai la programmazione nel 2017? Proverai le qualificazioni negli ATP 250 o cercherai di entrare nella Top 100 continuando a giocare prevalentemente nei challenger?
“Ad inizio anno giocherò a Doha, per poi disputare il primo GS dell’anno, gli Australian Open. Poi mi sposterò in Sud America dove giocherò quattro Atp, dove spero addirittura di entrare nel main draw nel primo, a Quito, mentre per i restanti tre dovrò disputare le qualificazioni. Quindi inizierò prevalentemente con gli Atp, poi in base ai risultati conseguiti calibrerò le mie scelte, cercando di entrare nella top 100 nel periodo estivo”.

Adesso è in corso di svolgimento la preparazione atletica, come espresso in precedenza. Ti stai concentrando maggiormente sulla parte atletica o stai tendendo di limare qualche colpo specifico?
“Sto lavorando tanto fisicamente perché la preparazione, per il mio tipo di gioco, è fondamentale. Però sto cercando di essere più aggressivo anche sul piano del gioco, focalizzandomi soprattutto sul servizio con il quale spero di trarre i migliori frutti”.

Il movimento italiano è in grande crescita negli ultimi anni. Di chi potrebbe essere un possibile exploit nel 2017 tra i numerosi under?
“E’ estremamente difficile citare un nome in particolare ma penso che in Italia, in questo momento, abbiamo un movimento davvero buono. Ci sono tantissimi ragazzi giovani che hanno tutte le carte in regola per fare bene, come ad esempio Federico Gaio, Andrea Pellegrino, Andrea Vavassori con cui mi alleno a Tirrenia, ma ci sono anche Donati e Napolitano con ottime potenzialità”.

Un’ultima domanda che elude dall’ambito prettamente tennistico. Quale squadra di calcio tifi ed hai particolari idoli in altri sport?
“Simpatizzo certamente per lo Spezia, essendo la squadra della mia città, mentre tra gli idoli potrei dirti Andrea Pirlo, davvero un grande calciatore”.

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