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“E’ stata una grande giornata ed è un grande privilegio essere qui anche se effettivamente qualche motivo poi c’è ed è riconducibile ai meriti sportivi di ogni persona che è intervenuta. Dal punto di vista sportivo continuo a sentirmi un ragazzo e proveremo ad esserci anche l’anno prossimo“. Sono le parole di Alex Zanardi ai microfoni di Sportface.it a margine della consegna dei Collari d’Oro al Foro Italico.
Il campione paralimpico non chiude le porte a Tokyo 2020: “Fino a qualche anno fa sembrava davvero una battuta, poi obiettivamente gli anni passano ma continuo a sentirmi bene a pensare di avere benzina ancora nel serbatoio da usare e quindi ci proverò. D’altronde la cosa bella non è tanto tagliare un traguardo quanto piuttosto muoversi con entusiasmo verso quel traguardo ed è ciò che sto facendo. Poi che io arrivi o meno, non dico che sia relativamente importante perché ci tengo ma c’è dell’altro a cui posso avere accesso facilmente senza necessariamente arrivare fino a Tokyo, ed è il piacere di fare sport“.
“Quando gli altri mi dicono che sono un esempio per gli sportivi mi si scalda il cuore – ha spiegato il bolognese – ma sono io stesso il primo a non credere più di tanto di essere un esempio quanto piuttosto una persona molto esposta che va spesso all’incasso di meriti che in parte ha ma che sono certamente ingigantiti da quanto romantica è stata la mia vicenda. Però la definizione di esempio me la tengo stretta perché oltre a scaldarmi il cuore, mi ha anche migliorato la vita e so di essere un uomo molto fortunato“. Zanardi sceglie la definizione da dare a se stesso: “Forse un po’ il frontman di tanti ragazzi che hanno meriti uguali e forse anche superiori ai miei ma che non hanno i miei titoli sui giornali“.