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Wimbledon 2022, esordio Berrettini: possibile ripetere il cammino dello scorso anno?

Matteo Berrettini
Matteo Berrettini - Foto LiveMedia/Andy Astfalck

Appena un anno fa, Matteo Berrettini entrava nella storia del tennis italiano divenendo il primo tennista del nostro Paese a raggiungere la finale di Wimbledon. Oggi, dopo un’annata speciale per lo sport nostrano, più di qualcosa è cambiato, a cominciare dallo stesso Matteo. L’attuale numero 11 della classifica Atp ha dovuto fronteggiare due infortuni significativi, quello all’addome rimediato nel corso delle Nitto Atp Finals di Torino, e la più recente operazione alla mano; quest’ultima lo ha tenuto lontano dai campi per gran parte della stagione corrente. La storica cavalcata dello scorso anno è stata possibile per diversi fattori, tra i quali un tabellone particolare e soprattutto una fiducia tennistica importante per il ventiseienne romano, ma come sempre il difficile adesso è ripetersi. La seconda finale consecutiva ai Championships è possibile?

 

IL PERCORSO

Il miglior tennista italiano del momento è rientrato a giugno nel torneo di Stoccarda, dopo diversi mesi di stop. In Germania è riuscito da subito ad entrare in ritmo partita, utilizzando il servizio come arma risolutiva nei momenti di difficoltà; da lì è cominciata una striscia positiva di 9 incontri vinti, i quali hanno fruttato anche il trofeo del Queen’s (secondo consecutivo) oltre all’Atp 250 tedesco. Un rientro da sogno, ben oltre le aspettative di tanti, che conferma ancora quanto Berrettini possa dire la sua su erba; in questa superficie ha perso soltanto 6 dei 39 incontri giocati in carriera, alzando al cielo 4 dei 7 trofei conquistati fino ad ora. Se a Wimbledon dovesse staccare il biglietto per il terzo turno, inaugurerebbe una nuova striscia positiva superando quella dello scorso anno; fermatasi a 11 partite proprio in finale al Major londinese.

IL TABELLONE

Matteo Berrettini, testa di serie numero 8, esordirà nella parte bassa del tabellone contro il cileno Cristian Garín, giocatore non proprio avvezzo a questo tipo di superficie; il sudamericano infatti non ha mai superato il quarto turno a Londra. Sebbene il pericolo Novak Djokovic non sia da tenere in considerazione prima della finale, nella strada di Matteo non manca la possibile insidia Nick Kyrgios; l’australiano è apparso centrato nell’ultimo periodo e spesso più concentrato che mai nel tempio del tennis, così come le grandi eventuali sfide contro Rafael Nadal, in corsa per il Grand Slam, e Stefanos Tsitsipas, possibile avversario dei quarti di finale.

La sfida più impegnativa dell’edizione precedente, oltre l’ultimo atto, fu proprio ai quarti contro Felix Auger-Aliassime, battuto in 4 parziali molto lottati; in quell’occasione cominciò ad essere chiaro a tutti che Matteo avrebbe avuto le carte in regola per giocarsi il titolo. Un aspetto meno presente lo scorso anno è quello della pressione; sebbene Berrettini fosse già abituato a giocare partite di questo livello, non era chiamato ad arrivare necessariamente tra i primi 2. Quest’anno, come ammesso da lui stesso, parte come uno dei principali favoriti e il macigno dietro le sue spalle sarà un po’ più pesante. Nel tennis, come in tutti gli altri sport ad alto livello, vincere è ‘facile’; il bello viene adesso, perché la soddisfazione di ripetersi sarebbe ancora più grande.

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