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Giornata dedicata ai quarti di finale all’ATP Master 1000 in corso a Shanghai. L’unica “sorpresa” di giornata arriva da Roberto Bautista Agut, che ha battuto Tsonga; il suo prossimo avversario sarà Novak Djokovic, che con molta fatica ha battuto il maggiore dei fratelli Zverev, Misha. Avanzano anche Murray e Simon.
Roberto Bautista Agut ha ottenuto l’accesso in semifinale battendo Jo-Wilfried Tsonga col punteggio di 6-3 6-4, in 73 minuti di gioco. Match giocato alla perfezione dallo spagnolo, apparso sempre in controllo del match e superiore rispetto al francese, vistosamente stanco e acciaccato (ricordiamo che per Tsonga questo era il primo torneo dopo i problemi al ginocchio che l’avevano costretto al ritiro negli ultimi US Open). Emblematici i numeri dello spagnolo in questa partita: percentuali ottime al servizio (70% di prime in campo, 77% di punti guadagnati mettendo in campo la prima, idem con la seconda), 22 vincenti a fronte di soli 11 errori gratuiti, 12 punti su 13 a rete. Comprensibile quindi la sua soddisfazione al termine dell’incontro: “Sono contento di essere arrivato in semifinale. Ma soprattutto, sono contento del modo in cui sto lavorando, di come sto pianificando le mie giornate e mi sto esprimendo in campo. Mi sento bene, spero di continuare così”. Dal canto suo Tsonga – che qui difendeva la finale dello scorso anno, persa contro Djokovic – si è detto sorpreso del livello di gioco che ha espresso nel corso di questo torneo: “…Ma spero di migliorare ancora nei prossimi giorni, in modo da potermi esprimere meglio già a partire dal prossimo torneo. La partita di oggi è stata comunque positiva, ho solo perso da un avversario che è stato migliore di me”. Per Bautista Agut quella di oggi è stata la terza vittoria dell’anno, in altrettanti scontri diretti, contro Tsonga. Approda alla seconda semifinale della sua carriera (in un Torneo Master 1000) senza aver ancora ceduto un set; nell’altra unica occasione (a Madrid, nel 2014) si arrese in due set al suo connazionale Rafael Nadal.
Domani l’iberico dovrà vedersela con Novak Djokovic, che oggi ha avuto bisogno di 2 ore e 21 minuti per piegare le resistenze di Misha Zverev, attuale numero 110 della classifica ATP. Alla fine ha chiuso al terzo, col punteggio di 3-6 7-6 6-3. Nel loro primo incontro dal 2009 (quarti di finale dell’ATP di Marsiglia), il ventinovenne tedesco, giocando un tennis coraggioso ed aggressivo, è riuscito a far suo il primo parziale breakkando il serbo due volte: nel terzo e nel combattutissimo nono game (dove sono stati giocati ben 12 punti) che gli ha consegnato il set. Zverev si è ritrovato in vantaggio (2-0) anche all’inizio del secondo parziale, ma da quel momento in poi Djokovic è stato abile a capitalizzare attaccando l’avversario sul suo rovescio slice, chiamandolo spesso a rete ed inducendolo a sbagliare. Nel set decisivo, dopo essersi portato in vantaggio 3-0, il serbo è riuscito a controllare la partita e a chiuderla in scioltezza. Nonostante la vittoria, il Djokovic di oggi è sembrato (almeno per lunghi tratti di partita) l’ombra del campione al quale siamo abituati. Complice anche il gioco messo in campo da Zverev, il numero uno del mondo è stato falloso, in crisi dal punto di vista emotivo, quindi insicuro ed in confusione. Nonostante tutto, con la vittoria di oggi il serbo ha marcato la 59esima vittoria (su 65 partite) della sua stagione, nonché la 30ª vittoria stagionale in un torneo di livello Master 1000. Contro Bautista Agut ha vinto 5 volte su altrettanti scontri diretti; 2 di queste 5 vittorie sono arrivate quest’anno, a Madrid e al Roland Garros (in quattro set).
Nella parte bassa del tabellone, convincente prestazione (l’ennesima) da parte di Andy Murray, che ha battuto 6-2 6-2 David Goffin, testa di serie numero 11 del torneo. Murray – che anche oggi non ha concesso break all’avversario – ha portato a casa una partita sulla carta senza storie, che in realtà è stata molto dispendiosa dal punto di vista fisico e nella quale abbiamo assistito a diversi scambi prolungati (non una novità, quando in campo vi è il numero due del mondo). Nel primo set, dopo aver salvato due palle break nel quarto gioco, Goffin è stato staccato dal numero due del tabellone, che ha chiuso conquistando i restanti quattro game. Nel secondo set, decisivo è stato il secondo game, nel quale sono stati giocati ben 29 punti e in cui Goffin ha tenuto a fatica il servizio salvando ben 6 palle break. Il belga – che da allora è apparso scarico, in “riserva” dal punto di vista fisico – non è poi riuscito a capitalizzare la doppia opportunità (capitatagli nel quinto game) di breakkare il britannico. Da lì in poi Murray non ha concesso altre occasioni all’avversario e ha chiuso agevolmente in un’ora e 40 minuti, con 19 vincenti a fronte di 16 gratuiti e il 90% di punti vinti quando ha messo la prima in campo (28 su 31); l’unico dato su cui potrebbe recriminare è la bassa percentuale nella conversione delle palle break: ha strappato il servizio a Goffin solo 4 volte, a fronte di 15 occasioni avute (27%). Con la sconfitta di oggi per Goffin si conclude una comunque positiva parentesi asiatica. Il tennista belga, tra l’altro, è ancora in corsa per un posto alle ATP Finals di Londra: attualmente occupa l’undicesima posizione della Race. Quella di oggi, per Murray, è invece la 5ª vittoria sul suo avversario odierno; approda in semifinale a Shanghai per la 5° volta in carriera, e lo fa senza aver ancora ceduto un set.
Nella partita di domani si giocherà l’accesso in finale sfidando Gilles Simon, che nell’ultimo match di giornata ha battuto Jack Sock col punteggio di 4-6 6-4 7-6. Quest’ultimo quarto di finale (l’unico in cui si affrontavano due giocatori non testa di serie) ci ha offerto una partita giocata a sprazzi da entrambi. È l’americano ad iniziare meglio: dopo essersi portato avanti 4-1 (con doppio break di vantaggio) è stato bravo a contenere il rientro di Simon, che è riuscito a contro-breakkarlo solo una volta ed ha quindi ceduto il primo set per 6 giochi a 4. Secondo parziale in cui entrambi hanno fatto fatica a tenere il servizio: su 10 games disputati, in ben 5 c’è stato un break. Alla fine stavolta a spuntarla è stato il francese, proprio breakkando a zero l’avversario nel decimo gioco. Di tutt’altro livello il terzo e decisivo set, nel quale nessuno dei due ha concesso break (c’è stata una sola palla break, salvata da Sock nell’ottavo game) e che si è giustamente concluso al tie-break. Anche nel tie-break Sock ha iniziato bene, portandosi in vantaggio di un mini-break per tre volte; ma alla fine, Simon – anche grazie ad un paio di bei scambi e colpi di gran classe (esempio: quello sul 3 a 1 in suo svantaggio) – è stato abile a ribaltare l’inerzia in suo favore e a farlo suo per 7 punti a 5, chiudendo il match dopo 2 ore e 40 minuti di gioco. Quella di oggi, per Simon, è stata la 2ª vittoria in carriera contro Sock; con questa vittoria il francese riapproda in semifinale a Shanghai, dopo quella giocata nel 2014 e vinta in due set ai danni di Feliciano Lopez. Sempre per il transalpino, si tratta della 6ª semifinale in carriera a livello Master 1000.