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Il 2017 è stato un anno complicato per una delle colonne portanti del movimento azzurro nel tennis; Sara Errani, dopo un inizio di stagione piuttosto deludente, ha dovuto anche affrontare la positività ad un test antidoping che l’ha costretta ad una pausa forzata. Ora però Sara è pronta a tornare e proverà a ritrovare la voglia di lottare che sembra scemata con il passare delle stagioni.
L’anno di Sara inizia in salita, con il ritiro a Melbourne al secondo turno con Makarova e le brutte prestazioni in Fed Cup a febbraio contro la Slovacchia, dovute ad un problema muscolare che ha influenzato negativamente tutta la prima parte di stagione. Fino al torneo di Bogotà la Errani non vince mai due partite consecutivamente e trova il primo acuto di stagione sulla terra di Rabat, dove si arrende in semifinale ad una nettamente superiore Pavlyuchenkova. Dopo le delusioni di Madrid e Roma la romagnola prova a rifarsi a Parigi, dove passa le qualificazioni e supera Misaki Doi al primo turno prima di cedere a Kiki Mladenovic, una delle giocatrici più calde della stagione sul rosso. Su erba non raccoglie alcuna vittoria, torna a Bastad dove al secondo turno raccoglie un unico game contro la Garcia. Ultimo torneo disputato è quello di Washington, dove ancora una volta cede al secondo turno. Se questi citati sono risultati poco felici, ancor più triste è ciò che è avvenuto in seguito.
Il 2 agosto infatti Sara viene squalificata per essere stata trovata positiva ad un test antidoping a febbraio, dopo l’Australian Open. La notizia scuote tutto il movimento italiano e lascia interdetti molti appassionati, i quali provano a capire qualcosa in più in mezzo a questa nuvola di polvere. La stessa Errani, parlando della squalifica, spiega che l’assunzione della sostanza dopante era avvenuta in modo accidentale e le circostanze sembrano darle ragione man mano che si aggiungono dettagli. La sostanza in questione è il Letrozolo, un farmaco per curare il cancro al seno, utilizzato dalla madre di Sara che è affetta da questa malattia. La Errani viene accusata dall’ITF ad aprile e a luglio vi è la prima udienza davanti al giudice. Viste le circostanze, la spiegazione più plausibile, anche per il giudice, è la contaminazione alimentare, dato che la madre di Sara tiene le proprie medicine su un ripiano vicino al piano cucina e ai fornelli. Da qui il nome di “teoria del tortellino” che è stato dato all’intera faccenda e che continua a far discutere tutt’oggi gli appassionati del tennis italiano. La contaminazione alimentare viene punita con la pena minima, cioè due mesi, da scontare dal 3 agosto al 2 ottobre. In aggiunta le vengono sottratti punti e montepremi guadagnati in tutto il periodo in cui avrebbe giocato da “dopata”, anche se l’assunzione accidentale di Letrozolo -un’unica volta, elemento fondamentale- non altera così a lungo le prestazioni. Sara ha fatto anche il test del capello, che ha confermato che la sostanza non è stata assunta regolarmente e che quindi non ha alterato le prestazioni della romagnola. L’azzurra si dice arrabbiata ma con la coscienza pulita, sa di aver sempre seguito le linee guida della WADA, l’associazione che si occupa di doping nello sport, e spera di poter riottenere anche i punti e soldi guadagnati in primavera ed estate. Ciò che più l’ha ferita di questa faccenda è il modo in cui molti l’hanno attaccata senza cercare di capire le circostanze.
A settembre arriva poi il ricorso della Nado, l’agenzia nazionale antidoping, che ritiene troppo leggera la sanzione inflitta alla Errani e decide di fare appello al Tas. Dunque la faccenda sembra non essersi ancora conclusa poiché il 9 novembre vi sarà il processo d’appello al Tas di Losanna per cercare di mettere un punto definitivo a questo capitolo della carriera di Sara. Nel frattempo però la finalista del Roland Garros 2012 e di Roma 2014 è tornata in campo questa settimana e ha scelto il ricco international di Tianjin per provare a risalire dalla posizione numero 280 del ranking WTA. Dopo due turni di qualificazioni piuttosto agevoli, Sara ha messo a segno tre ottime vittorie, al primo turno con la Kozlova lasciando solo 3 games, al secondo turno in tre set con la brasiliana Haddad Maia e ai quarti contro Christina McHale, americana ostica su cemento. Dopo cinque ottime vittorie il cammino si è fermato in semifinale contro una brillante Sabalenka, bielorussa classe ’98 con colpi dalla grande potenza. Peccato perché Sara si sarebbe potuta godere una bella finale contro Maria Sharapova, giocatrice reduce da una squalifica per antidoping molto diversa da quella dell’azzurra e che nel 2012 superò la Errani in finale al Roland Garros. Ciò che conta è che l’ex numero 5 del mondo di singolare e 1 di doppio ha già guadagnato 100 posizioni e si trova ora alla 180 dopo un solo torneo. Chiaramente non è ancora minimamente la classifica che spetta ad una giocatrice del calibro di Sara, ma settimana dopo settimana si può puntare a prendersi un posto nel main draw degli Australian Open.
In questi due mesi di stop forzato Sara ha sicuramente avuto modo di resettare l’ultimo periodo negativo e la rabbia e la frustrazione accumulate sono un’arma a doppio taglio al rientro; se da una parte potrebbero affossare ancor di più la Errani, dall’altra la voglia di rivalsa e di fare giustizia potrebbero ridare a Sara un po’ di quella grinta che la rendevano una delle giocatrici più ostiche da battere del circuito. I primi segnali sono già molto positivi, una semifinale raggiunta a partire dalle qualificazioni è un ottimo risultato da cui ripartire, anche se è presto per trarre conclusioni. Nelle prossime settimane Sara si cimenterà in diversi Itf in Cina per poi tornare a giocare eventi WTA ma di livello 125k. Prima della nuova stagione c’è tutto il tempo necessario per rifarsi e per guadagnare le posizioni che potrebbero darle l’accesso diretto al main draw del primo Slam del 2018.
In un momento così delicato per il tennis italiano, con Roberta Vinci e Francesca Schiavone molto probabilmente ai titoli di coda delle loro grandi carriera, Camila Giorgi alle prese con i problemi fisici ancor più che con quelli di gestione del match, e le nuove leve che non sono ancora pronte per il livello WTA, l’apporto di Sara potrebbe essere fondamentale per avere qualche azzurra nelle fasi finali dei tornei del circuito maggiore, oltre che per la squadra di Fed Cup. Dunque il tifo azzurro è tutto per lei, ora più che mai, per tornare a sentire i suoi “vamos” come negli scorsi anni, quando ha fatto sognare gli appassionati con la sua voglia di lottare su ogni palla, fino alla fine.