Editoriali

Grandi battitori… e per Nole son dolori

Sam Querrey - Foto Ray Giubilo

La sconfitta di Novak Djokovic a Wimbledon contro Sam Querrey è sorprendente. Su questo non vi è alcun dubbio. Non accadeva dal 2009 che “Nole” venisse sconfitto in uno Slam nei primi tre turni. Ma che il serbo potesse incontrare più di un problema nell’affrontare lo Zio Sam era prevedibile. Djokovic, infatti, anche nei momenti di manifesta superiorità nei confronti del circuito Atp ha sempre sofferto i grandi battitori. Non è un caso che “Nole” abbia avuto più di una difficoltà, in carriera, con tennisti quali John Isner, Ivo Karlovic, Jiri Vesely, Kevin Anderson e, non solamente oggi, Sam Querrey. Per fare un esempio, un giocatore come Andy Murray fa meno fatica, di norma, con grandi servitori, mentre può andare in difficoltà con altri tipi di tennisti.

Per quale motivo un grande ribattitore come Djokovic va in difficoltà contro i bombardieri? La risposta non è univoca e, badate bene, va presa in considerazione solamente nelle cattive giornate del serbo. Djokovic, se non assistito da uno strepitoso feeling con il proprio servizio, è costretto a giocare molti punti nei turni di battuta senza “15” gratuiti e, in risposta, non trova praticamente mai ritmo a causa delle saette avversarie.

Sam Querrey inoltre, pur essendo altissimo, non si muove affatto male. Stiamo parlando di un tennista che è stato Top-20 conquistando ben 8 titoli Atp. Il diritto è pesante e con il rovescio, se in giornata di grazia, sa tenere testa a chiunque.

La tensione ha fatto sicuramente un brutto scherzo a Djokovic, che non ha saputo gestire al meglio le sospensioni per pioggia, oltre al pensiero del Grande Slam che stava sfumando. Un po’ come accaduto a Serena Williams in quel di New York.

Detto ciò, contro un altro tipo di avversario, anche più forte tennisticamente di Querrey ma meno abile alla battuta, probabilmente il serbo avrebbe portato a casa il match. Così come Bjorn Borg in passato, anche un grande campione come Novak Djokovic, se non in giornata, soffre terribilmente i grandissimi battitori. Non è un caso che contro Dominic Thiem (che ha messo in crisi chiunque in questo 2016), giovane in grande crescita ma non in possesso di una grande battuta, Nole non sia mai andato in difficoltà.

La sconfitta contro Querrey, che tornerà Top-35 e nella Race è nei primi 25 del mondo (giusto per spiegare che non si tratta di un carneade), per quanto sorprendente, non è dunque del tutto casuale. Un match che potrebbe dare, paradossalmente, un briciolo si serenità, dopo la rabbia, a Novak Djokovic. Perché il fardello del Grande Slam è difficile da sostenere anche per uno come “Nole”…

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