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Giovani e forti: il futuro del tennis italiano è in ottime mani. Da Cobolli a Gigante

Flavio Cobolli - Foto Antonio Fraioli
Flavio Cobolli - Foto Antonio Fraioli

Dopo anni di risultati altalenanti impreziositi da qualche piacevole impresa, il tennis italiano sta ritrovando smalto e giocatori come Jannik Sinner e Matteo Berrettini sono tornati a riempire le pagine della storia tennistica nostrana. Nonostante le recenti belle soddisfazioni, uno sguardo va già verso il futuro con tanti altri ragazzi che lottano per scalare le posizioni del ranking.

Di Giulio Zeppieri e Flavio Cobolli si è parlato molto negli ultimi mesi, e in questo senso gli Internazionali BNL d’Italia sono stati una vetrina importante per mostrarsi anche ai più ‘distratti’. ‘Zeppo’ è riuscito, anche grazie ad una serie di circostanze favorevoli, a guadagnarsi l’esordio in carriera nel main draw di un Masters 1000. Giocare davanti al pubblico di casa partite come quella contro Karen Khachanov è stata un’ulteriore iniezione di fiducia che lo ha aiutato nel superare le qualificazioni verso il primo turno del Roland Garros, dove con Hubert Hurkacz ha potuto giocato la prima partita al meglio dei cinque set in assoluto.

Mentre Giulio si trova a poche posizioni dai primi 200 posti del ranking Atp, Cobolli è riuscito abbondantemente ad inserircisi ormai qualche tempo fa; il ragazzo allenato da papà Stefano quest’anno ha vinto il Challenger di Zadar, in Croazia, poco prima di giocare le qualificazioni del suo primo Masters 1000, a Montecarlo. A Roma, si è issato dapprima in semifinale al Challenger del Garden, prima di poter beneficiare di una wild card per il tabellone principale al Foro Italico; ad attenderlo c’è stato un Jenson Brooksby che ha dimostrato, almeno per ora, di averne di più.

Soltanto qualche posizione più indietro di Zeppieri è ‘sbucato’ Matteo Arnaldi, che non ha mai nascosto le sue qualità e il suo potenziale. Il ventunenne di Sanremo è riuscito a conquistare, attraverso le Pre-Qualificazioni, il personale pass per il main draw degli Internazionali BNL d’Italia; dove ha completato lo ‘svezzamento’ sul Campo Centrale contro un quadrato Marin Cilic che gli ha concesso appena cinque game. Nessun problema: giusto il tempo di viaggiare verso il Challenger di Francavilla, dove ha alzato il primo trofeo della stagione battendo l’amico Francesco Maestrelli (occhio anche a lui) in finale, centrando il nuovo best ranking di 238 Atp. Di lui colpisce l’estrema spensieratezza e il rapporto fraterno con coach Alessandro Petrone.

Sulla cresta dell’onda ci sono anche i due Francesco, Forti e Passaro. Rispettivamente alle posizioni numero 333 e 369 della classifica mondiale, cominciano ad arrivare le prime soddisfazioni della carriera. Forti ha sfiorato il tabellone principale al Foro Italico, cedendo in finale proprio ad Arnaldi, ed è un ottimo partito per il futuro, si tratta solo di trovare continuità. Passaro è riuscito invece a saggiare la terra rossa del Centrale di Roma, giocando un ottimo incontro con Cristian Garín; solo poche settimane prima il perugino aveva perso la finale del Challenger di Sanremo con Holger Rune; il norvegese è senz’altro la più grande sorpresa del Roland Garros.

E poi c’è Gianmarco Ferrari, che a Roma ha dimostrato di avere una pesantezza di palla invidiabile; inoltre anche Federico Arnaboldi che sta ritrovando il giusto ritmo dopo l’infortunio. E ancora Matteo Gigante che ha già un titolo Futures nel 2022, ha sfiorato la finale del Challenger di Vicenza ed è in semifinale a Forlì. La lista si allunga, i talenti sono molti ed è possibile che qualcuno si perda per strada, ma attenzione: le prospettive per il futuro e i margini di miglioramento sono molto alti. Se vedere così tanti tennisti tra le prime 100 posizioni del ranking Atp fa ancora notizia, fra non molto potrebbe diventare una dolce e costante abitudine.

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